Fare, disfare,
ordinare, cambiare,
leggere, dormire…
per non pensare,
per non soffrire..
Ma il dolore
sale dalle viscere,
prepotente e continuo,
attraversa il cuore,
lo fa sanguinare,
poi lacera il petto,
stringe la gola,
annebbia la mente.
Le lacrime, allora,
riempiono gli occhi,
poi sgorgano fuori
a rigare le guance,
a sconquassare il torace
per i singhiozzi e la rabbia,
poi tutto tace.
Arrivasti una domenica di sole, annunciava quasi primavera.
Io ero in Collegio, passeggiavo nervosa e speranzosa nel grande cortile.
Ero sicura che fosse il giorno giusto, me lo aveva detto la mamma….infatti verso le 9,30 dagli altoparlanti si sentì : Cettina , a parlatorio!
Corsi, scivolai, mi sbucciai le ginocchia e mi slogai un polso….ma mi rialzai veloce e via.
Trovai papà Felice ed emozionato: hai una sorellina, mi disse, prendi le tue cose che ti porto a casa.
Io avevo pronta la mia valigia, la presi e via sulla 500 arrivata pochi giorni prima.
Il viaggio mi sembrò interminabile, quando arrivammo tutto era lindo , luminoso, la mamma bellissima e felice, ce l’aveva fatta a darmi una sorella.
Tu eri uno spettacolo : la pelle bianca , gli occhi grandi e le fossette! Il mio cuore batteva forte forte.
Mio Dio Grazie, pregai .Grazie per avermela data.
Ti sentivo mia, tutta mia, come se tu fossi venuta al mondo per me.
Un po’ era così.
La mamma , quando volle un altro figlio mi disse che voleva una “figlia” per darmi una sorella, perché avere una sorella significa non essere sola.
E adesso sono sola.
Cettina
Dopo la tempesta
Oggi sono stata nella mia FB a preparare la casa per l’estate.
Ha fatto fatica ad arrivare, l’estate!
Come se avesse voluto aspettarmi…..
Maggio è stato lungo, freddo
E mi ha portato via tanto….
E adesso, all’improvviso, esplode, come a dirmi:
Dai, forza, tirati su!
Il prato è verde, le rose sono fiorite,
così pure i gigli colorati e le belle di notte ei gelsomini profumati
e la bouganville e i gerani e la celestina e la lavanda
e la lantana dai mille fiorellini colorati…
Le nespole sono mature ed anche le susine,
il limone è carico di frutti e il mandarini li promette,,,
l’ulivo è colmo di zagara e gli uccellini cantano…..
La natura è meravigliosa
E tornando alla vita ci aiuta ad affrontarla.
Dormivo io, o ci provavo,
febbricitante in quella triste notte.
Già il giorno era stato ferale:
New York violata e distrutta;
la sera in chiesa a pregare;
mia figlia e il suo compleanno;
io oppressa. Che fare?
Dormivo io, o ci provavo,
e Ti vidi. Venisti a trovarmi!
A me, la tua figlia lontana,
l’unica che non era con Te
in quel momento,
e Tu mi hai cercata, trovata, consolata salutata per l’ultima volta!
“Sto bene” mi dicesti
Un risveglio malido…La febbre? Forse! O solo il presagio…
Poi i brividi… la sete…
Chissà cosa sarà domani!
E il domani venne presto,
troppo presto, col trillo del telefono
e la voce del dolore,
fuori e dentro di me, mi diceva che Tu eri andato via per sempre!
solo io mancavo al Tuo letto,
io che ti amavo e ti amo infinitamente!
E Tu lo sapevi e lo sai,
per questo sei venuto a cercarmi!
LA GRU
La prima volta che vidi una “GRU” era il 1960-61, avevo circa 10 anni, andavo ad Agrigento, ospite di mia zia. Dallo stradale tortuoso, in lontananza, vidi questa cosa!
<Cos’è> chiesi.
<Una gru> mi rispose mio padre, che era un capomastro.
< A cosa serve?>
< A sollevare calce e mattoni per costruire palazzi>
< Meraviglia!!! Gli operai si stancheranno meno, poverini> dissi, visto che avevo sempre avuto il cruccio di non potere alleviare le fatiche degli oppressi, fossero pure oppressi dal lavoro, non solo dalla società.
La visione della GRU era, per me, sinonimo di progresso,i palazzi che si costruivano sinonimo di ordine, pulizia, bellezza!
Non più vecchie case poco luminose,con le facciate decrepite, tutte basse, tutte singole…… ”Volevo vivere ad Agrigento” città che mi sembrava la più bella del mondo, da me conosciuto!
Cosa conoscevo? Catania, Palermo e Caltanissetta, tutti di passaggio,( la macchina era un gran lusso, ed anche viaggiare lo era) e poi il mio paese: <Mazzarino>
<Che brutto che è Mazzarino, vecchio,con gente che si conosce tutta, che si impiccia di tutto, l’ultimo paese d’Italia, così a Sud che più a Sud non si può “ Voglio vivere ad Agrigento”> sognai.
Ed andai per un anno a vivere ad Agrigento, per frequentare la I° magistrale, ospite di mia zia.
Un anno bellissimo: Agrigento era piena di sole,di strade larghe, c’era la stazione ferroviaria e…quella “Gru” sempre al lavoro, che meraviglia! Se qualche volta uscivo c’erano negozi da vedere, c’era la Standa! c’era tutto, si poteva gironzolare anche senza comprare e nessuno ti diceva nulla, nessuno ti riconosceva e ti sentivi libera, leggera…
Bellissima Agrigento!
L’anno scolastico finì e fu deciso che continuassi gli studi a Caltanissetta, in collegio.
Oggi ho 57 anni, insegno quell’Italiano e quella Storia che tanto mi facevano tribolare, specialmente la Storia perché allora non capivo bene né i perché dei fatti né le loro conseguenze.
Oggi è il mio lavoro ed ho capito che il mio paese: MAZZARINO è bellissimo, è pieno di storia, testimoniata da palazzi e chiese ancora in piedi e più belli che mai, costruiti con la fatica degli OPERAI!!!
La “GRU” non è più sinonimo di progresso, ma di sfruttamento del suolo su cui si sono costruiti palazzi alti, dove vivono tante famiglie che spesso non si conoscono tra di loro e non si amano, anzi si disturbano , che non sono molto stabili perché si è risparmiato sulla calce e sul cemento, così gli uomini si sono impoveriti di rapporti umani e i palazzinari si sono arricchiti anche con i miei sogni.
Cettina Marino 02-12-2008
Ritornare nei luoghi dove il sogno di una vita si realizza
e trovare i segni di un passaggio intenso e dolce,
anche se lontano,
risentire il profumo di un momento
scolpito nella mente e nel cuore,
rivedere il tuo viso e il tuo sorriso
e sperare che tu possa tornare ad abbracciarmi
e rassicurare la mia anima che tutto va bene,
che tu sei con me in ogni momento della mia vita.
Sento ancora il tuo profumo,
amore mio,
Vedo ancora il tuo sorriso,
dolce e rassegnato,
nel guardarmi negli occhi,
quasi a darmi la forza
e il coraggio di perderti.
Si legge nelle sue rughe
e nelle sue ferite,
la vita della terra
ma anche nei campi di erbe e di fiori,
nelle verdi colline alberate,
nell’azzurra distesa del mare.
Cara vecchia terra
che rinasce a primavera
e ci regala limpidi cieli
e tiepide giornate,
che si riveste di un manto incantato
e ci illude
che tutto è passato
e che tutto verrà!
Sono una passionaria!
Io vivo i sentimenti allo stremo….
Sono borderline…..
Capace di forti gioie e di forti dolori…
I dolori mi scaraventano giù
Però un saluto, un sorriso, un pensiero
Riescono a darmi linfa vitale…
E allora riapro gli occhi
E guardo alla vita
Con rinnovato ardore.
Ma come è possibile che tutto sia rimasto come prima,
il mondo continua a girare, il sole sorge e tramonta,
i fiori continuano a fiorire,
gli uccelli a volare
io a respirare e vivere mentre
TU non ci sei più.
Come faccio a sopravvivere…
Tu dove sei?
dove sono i tuo desideri, i tuoi progetti, i tuoi sogni…
Io ti sento dentro di me piangere, urlare…
sei tu o sono io?
perchè tu sei me ed io sono te.