Chiara Viscioni - Poesie

Fuori Servizio: un paese in provincia di Nulla

 

Ogni giorno si ferma al semaforo il “Fuori Servizio”. Lo vedo dalla pensilina mentre aspetto il cinquantacinque.

Nessuno vi sale. Questo perché a Fuori Servizio nessuno vi mette piede.

Non c’è nessun servizio a Fuori Servizio. Non c’è elettricità, non c’è gas, non c’è luce (tranne quella del Sole quando va bene) e neanche i camini fumano. Le case non sono abitate e i negozi non sono aperti: neanche il ventiquattro ore.

I gatti miagolano di fame, i cani abbaiano di sete e gli alberi di albicocche arrossiscono al passaggio di nessuno, fino a marcire.

Nessuno è in ritardo o in anticipo a Fuori Sevizio, neanche i pullman che paradossalmente viaggiano giorno e notte a portare nessuno in provincia di Nulla.

Il tempo si è fermato e gli orologi segnano due volte al giorno l’ora esatta senza esserne consapevoli, perché nessuno conta più su di loro.

Non c’è religione a Fuori Servizio: non c’è un Dio, non c’è una Madonna e neanche un santo protettore.

Vige il negazionismo universale perché nulla vi è a Fuori Servizio. Soltanto il silenzio assordante, da indeterminato tempo, vi presta volontariato: mai da nessuno verrà ascoltato.



I baci che nascondi sotto al letto

 

I baci che nascondi sotto al letto

Dovresti nasconderli meglio, cara

Che l’altro giorno, tra una scarpa e un calzino

Li ho scovati

Ho colto in flagrante un acaro che se ne stava appropriando

E allora gli ho puntato addosso la pezza e l’ho pulito

I baci che nascondi sotto al letto

A Torino

Dentro uno scatolone polveroso

Sono tanti, ho sbirciato

Ne ho presi un po’ in prestito appena ci rivediamo te li restituisco con interessi

Ti conviene, dai

I baci che nascondi sotto al letto

Fai bene a nasconderli

Che io non so risparmiare

Li terminerei non appena sali sul treno per andare

Ma magari la prossima volta nascondili meglio

O perlomeno pulisci

Che siamo andate vicine al fallimento, cara


 

Beviamo caffè come se non ci fosse un domani

 

 

«Beviamo caffè come se non ci fosse un domani.»

«Se non ci fosse un domani ti metteresti a bere caffè?

Macineresti tristezza per preparare l’ultimo caffè?

Allagheresti la moka di lacrime

Gireresti due volte su te stesso

Consapevole del fatto che sta cadendo il mondo?

Prepareresti quintali di caffè triste?

Lo berresti consapevole del fatto che sarà l’ultimo ma non per importanza?

Se non ci fosse un domani moriresti di tachicardia, fidati.»


Siamo fatti diversi

 

 

Siamo fatti diversi il fegato non vi ci arriva?

Professori di emozioni

Maestri di delusioni

Inquinati di lacrime

Appesi alla noia del ticchettio

Siamo fatti diversi credevate forse il contrario?

Elfi dell’impotente

Giganti del nulla

Giudicatori dell’inferiorità

Astrattori di fatti

Siamo fatti diversi ancora non volete ammetterlo?

Viaggiatori nel mare di virgole

Sprovvisti di punti

Appigliati al destino di un punto interrogativo

In attesa di conferme

Siamo fatti diversi vi suona strano?

Strumenti musicali nell’orchestra della vita

Spartiti da interpretare

Sguardi gravi

Sorrisi acuti

Siamo fatti di-versi non è forse magia?

Intrappolati nel limbo del crepuscolo

Versi decadenti di poesia d’altri tempi

Colorati

Malinconici, a volte


 

Oro Nero

 

Quelle lacrime

Che mi sporcavano gli occhi

Pesavano

Lacrime di piombo

Bucavano il cuscino

Colme di bugie e tradimenti

Lacrime nere che alimentavano le industrie di petrolio

Oro nero che inquinava la mia anima

Nel cuore mio

C’era spazio

Solo per acqua


 

Le nuvole

 

Oggi il cielo va a fuoco

E l’aria pesa di fuliggine acquifera

Fumi densi si levano

Ed Io mi diverto a dar loro un’identità

Sono la speranza di chi vuole vedere ciò che desidera

Le nuvole così dense Io lo so che portano dentro tante lacrime

Celandosi dietro l’ultimo raggio di sole prima del temporale

E quando poi piangono

C’è solo da ascoltarle



Love story

 

 

Tu non lo sai

Che tra mare e collina

Ci son due che si amano

Lei, ragazza di campagna

Con famiglia che di generazione in generazione

Ha messo sempre radici nel terreno

Lui, ragazzo di città

Con famiglia che di generazione in generazione

Si è affermata lampionaia di paese


 

Tu non lo sai

Che tra mare e collina

Ci son due che si amano

Lei, libera e sognatrice

Che guarda verso il cielo

E danza sulle note del vento

Lui, timido e razionale

Che guarda verso il basso

Non ha il coraggio di parlare

 

 

Tu non lo sai

Che tra mare e collina

Ci son due che si amano

E di questa vittoria

Solo le stelle ne conoscono bene la storia

Perché di notte avviene la magia

Lui le illumina la strada

E lei gli tiene compagnia


 

Il balletto dei fiocchi

 

 

In quel momento avremmo potuto fingerci comignoli

Nessuno lo avrebbe notato

Eravamo oggetti

Finestra aperta

A fissare fiocchi danzanti

io e lei

Con le bocche vaporose

Spiavamo il cielo notturno

In quel momento ci siamo proprio finti comignoli

Perché se i fiocchi cadenti si accorgono

che tu li guardi cadere

Arrossiscono

Si accaldano

Interrompono la coreografia

e smettono di imbiancare

Così domani niente scuola

In quel momento eravamo comignoli

Che guardavano il silenzio e ascoltavano passi a due

innevati

Dal tetto di una casupola

Sentivo il suo battito tenere il tempo del balletto dei fiocchi

O forse lo immaginavo

O forse lo immaginavo perché avrei voluto sentirlo

Mi sono limitata a pochi baci calmi

Come quelli morbidi del buongiorno

Perché se fai rumore la neve si ritira insù

Come le marmotte

Solo che loro vanno ingiù



Panico

 

 

Aggrovigliato attorno al collo tace

Contando i respiri che mancano per spirare

Stretto il morso

Insensata la paura

Morente ti accasci

Fine primo atto

Le stanze della mente si spalancano

Fin dove l’ipofisi può arrivare

I battiti che rimbalzano

Sputando sangue a litri

Si soffocano i pensieri

Fine secondo atto

Buio pesto senza luna

La morte ormai vicina

Ma la medicina

Ti svegli che è mattina

Il morso sgrovigliato

Fine terzo atto



Se non lo hai mai fatto, fallo

 

Ma tu lo hai mai sentito il vento che miagola?

E hai mai visto un’albicocca tramontare a mezzogiorno?

Sei mai stato assordato dal silenzio che hai dovuto testare se ci sentivi ancora?

Hai mai amato in ricci?

Sei mai stato la penna di qualcuno?

E la carta di qualcuno lo sei mai stato?

Ti sei mai messo a contare fino all’infinito?

Stai ancora contando?

E al meno infinito?

Hai mai baciato al sapore di pizza?

Hai mai amato in formula all you can love?

Sei mai stato una giornata a pensare ai ricordi felici?

E tristi?

Hai mai viaggiato con un profumo?

Ti sei mai disteso su un velo pietoso?

Hai mai sorriso alla sorte?

Hai mai asciugato un torrente di lacrime?

Hai mai aspettato una persona diciassette caffè?