Claudia Buratti
Poesie
FILARI
Del bisogno d’amore che ho
parlerò ai filari delle viti
dopo la vendemmia
quando i tralci stillano lacrime
nascoste nella pioggia
ché gli è precluso ubriacarsi
di mosti, di vini o di spiriti divini
avviticchiati in melanconici ricordi
di grappoli sacrificati per amore
accendono di intrepidi desideri
i pampini rubicondi
che rassegnano indulgenti accuse
contro cieli torvi.
CERTEZZA D’AMORE
La certezza d’amore è nel sole
nella luce che splende e riscalda la mente
ma anche nel buio trova conferma
o nell’ombra che insegue l’essenza
ché la perdita, il buio o la carenza
sono l’esatto contrario
di ciò che altrove è presenza
per l’oscura legge eraclitea
dell’indivisibile armonia del panta rei
se pensi dunque che l’amore si perda
cerca nel cuore la sua eterna corrispondenza.
STELLA CADENTE
Colsi d’improvviso
un fulmineo lampo di tristezza
una stella cadente
dentro un’anima buia
illusione di luce
in un cielo spento
deve il sole risorge a stento
dietro la nube del tormento.
IN UN PUGNO
Stringo il pugno più forte che posso
vi ho chiuso dentro un sogno rimosso
forse è roba da niente
da nascondere inutilmente
dietro la schiena, con gelosia
come i bambini
che nascondono il vero in una bugia
catturano lucciole nelle sere di maggio
soffocando i voli dentro innocenti manine
ma prima che il pugno sia troppo stretto
per asfissiare un sogno divenuto negletto
e ancor prima di aprire le dita
per liberare quel volo profano
vorrei mi afferrassi la mano.
IL SOGNO DI DULCINEA
Spalmata come marmellata
su una fetta di pane
sbriciolata dentro una bocca affamata
di una faccia affannata
di chi insegue una favola donchisciottiana.
Nascondendo pensieri funesti
dentro allucinazioni ronzanti d’insetti
m’infilo fra le sottili lame di sguardi
simili a spade roteanti
di cavalieri erranti.
Ma schiacciata contro la fredda lastra di uno specchio
ritrovo di me l’immagine caparbia, sorda, muta e cieca
che insiste e incede con passo claudicante
affrontando l’occhiata più audace
dove il sogno di Dulcinea è contumace.