Claudia Emanuele

Poesie


Sfumature di numeri

Viviamo in un mondo costruito da numeri.
Tutto intorno a noi viaggia sopra rigide strutture binarie.
Combinazioni infinite di zero ed uno in cui c’è il tutto o il niente.
11 è nero , 00 è bianco.
Questo è ciò che ci hanno impartito fin dal principio, a vedere il tutto o il niente di chi e di cosa ci circonda.
La cosa sconvolgente è che ci dimentichiamo continuamente delle sfumature.
Quelle piccole variazioni impercettibili di grigio che viaggiano impetuosamente, immerse tra lo zero e l’uno.

Tu sai vederle.
Tu sai vedermi.
Tu sai ogni sfumatura di numero che mi attraversa, in ogni momento.
Il legame che ti avvolge a me ti fa intercettare il mare travolgente di frequenze che mi muovono.
Riesci a cogliere le infiltrazioni di luce che oltrepassano le corpose fibre di zero ed uno che intercorrono tra di noi.
Numeri cementati che ai tuoi occhi si fanno di carta.
E in questo sistema di codici binari che ci travolge vorticosamente,
la tua anima sa afferrare la mia.

 


 

Un vile atto d’amore

L’egoismo è invisibile agli occhi di chi vive.

Viviamo, ma i nostri sguardi sono celati dietro un mantello di avidità che non ci degna di ammirare i tratti dell’amore.

De Chirico costrinse Ettore e Andromaca a sfiorarsi per l’eternità.

Obbligati a essere fissati in un momento sospeso che non avevano idea sarebbe durato all’infinito.

Canova scolpì l’intenzione di Amore e Psiche nel marmoreo bianco, destinandoli ad un inferno di sospiri voluttuosi misurati in millimetri.

Hayez imprigionò la futura assenza in un presente diuturno.

Un bacio immerso in sentimenti di angoscia e costernazione destinati a sopravvivere su una tela cotonata di egoismo.

Cannibalizziamo voracemente attimi di dolore eterno che sfuggono ai nostri vigili occhi vili.

 


 

L’autorità di un silenzio

Un groviglio di nodi spinosi mi culla.
Mi convinco a voltare lo sguardo , a cercare i confini , a trafiggerli, pensando che questo sia l’unico modo di scavalcarli.
Poi l’acido della sua voce si tramuta in nausea ,
ed i nodi ,che prima mi cullavano ,si sciolgono in lacrime.
Ogni molecola del mio corpo rabbrividisce e si disgusta dinanzi alla sua voce.

Una voce talmente fioca , quanto autoritaria, che sembrava la percepissi soltanto io.

Ero preda della presenza buia che mi inghiottiva e mi ingurgitava senza sosta.

I miei occhi tentavano di correre più velocemente dei miei pensieri , alla costante ricerca di una luce.

Paura, rabbia, vergogna e umiliazione mi squarciavano la pelle di graffi.

Eppure una luce c’era, un riflesso.
Il mio sguardo aveva più volte cercato di evitarlo , fuggendo ad ogni suo bagliore, ma la sua presenza ,in quell’oscurità ,era assillante.

Tremavo all’idea di incrociare la sua verità e piuttosto preferivo il buio.