Diego Berzaghi - Poesie

OCCHI VERDI SULLA TERRA

Messaggi trasmessi senza parole
perdendosi nell’immensità
Vagare nel tentativo di liberarsi
da una meravigliosa fonte di cromaticità
che ti attira come il fuoco attira una falena
trascinando verso la morte
Tu lasciati guidare
e ritroverai i tuoi orizzonti perduti
Non distogliere lo sguardo
Quegli occhi
non appartengono a questo mondo
Nascondono qualcosa al di là dell’immaginabile
Scruta nella loro profondità
e, forse, troverai ciò che hai sempre cercato


 

CREPUSCOLO

Un cancelletto di ferro
Rigoglio di rose sulla ringhiera
Sui pilastri, due gatti di pietra
sorreggono la volta celeste
Una falce di sole dipinge di arancio l’orizzonte
digradante in un morbido grigio serale
dove spiccano frastagliate nubi di indaco
Sui gradini di marmo sei accanto a me
Il profumo dei tuoi capelli
Il tepore del tuo corpo
Non serve parlare
Non bastano le  parole…


 

QUASI COME ULISSE

Il cammino
è partito molto tempo fa

Non avrei voluto
ma le maree mi hanno trasportato
a lidi ostili,ad aride terre

Un lungo viaggio solitario
cercando una méta dimenticata

Una stella
mi ha indicato la via

La strada è ancora lunga

Spero che il vento
mi porti la tua voce

Sto tornando da te…
se ancora mi aspetti


 

IN RIVA AL FIUME

Dall’argine
vedo il silente flusso dell’acqua placida,
enorme serpente liquido
che scivola tortuoso
tra campi erbosi
e rive sassose

Tutto è calmo
L’aria ferma
La Natura tace

Guardo assorto il passaggio di una foglia
testimoniare
il moto inarrestabile del fiume verso il mare


 

LA PIEVE
(momento lirico)

Passeggiando
tra ulivi contorti
nella salubre aria lacustre

catturato fu l’occhio
dallo svettante campanile
arroccato sull’ubertosa collinetta

Nell’assolata ora del pomeriggio estivo
ivi diressi i miei passi
calamitato da codesta visione

Mura semplici di pietra
testimoni dei secoli scorsi
l’ottuso tetto sostenevano a rifugio dei sacri arredi

L’aria quasi immota,
il raccolto silenzio
fecero nascere in me
parole di gratitudine

Su un  bianco blocco di marmo
mi andai a sedere e…
meraviglia ciò che vidi:

inciso nell’eburnea pietra
racchiuso in perfetto cerchio
con i sei petali raggianti
ecco il Fiore della Vita

a sempiterno auspicio
per gli audaci pellegrini
che stanchi giungono
a questo luogo di riposo

ρις


 

(Iris)

Ovunque,
frammenti di te

Un sogno condiviso,
perso in un selettivo silenzio

Una lucida visione
emersa sulle ali del vento di ponente
incorniciata da un aurora sul mare
abbandonata nella scia di una nave

“Tornerò…”,dissi

Ora solo una pietra rimane
con inciso un nome
Il mio nome

vicino a te
che non ascolti piu l’eco del Tempo..


 

SINESTESIA

Sussurri lievi come ali di farfalla
portati da raggi di sole

Il gusto delicato di candide nuvole nel cielo limpido

Armonie cromatiche  danzano tra i rami di un pesco in fiore

Sento sulla pelle
l’anima della primavera!


 

RITORNO AL NERO

Voglio ascoltare la notte urlare
nel magico richiamo del ritorno alle origini
Le fiamme si sono spente
e il buio regna sovrano
Oscurità incantatrice,
sterile madre di incubi e silenzio,
un tuo figlio sta tornando
per creare fiori di carta

L’elegante pantera rincorre selvaggia
agili gazzelle nell’arida savana
brulicante di piccoli esseri riarsi dal Sole


 

DOLORE

Nervi sensori accartocciati a spirale
su stiletti roventi

Brividi nella carne

Il cervello perso
in ondate straripanti di neuroni impazziti

Fisicità


 

LETTERA ALL’UMANITÀ
(tramite Diego Berzaghi )

Io ero prima di Te

Quando sei arrivato,in me,hai trovato cibo e riparo
Per lungo tempo abbiamo vissuto nell’armonia del ciclo della Vita

Finché un giorno non ti sono  bastati i miei doni
Hai cominciato a bramare più di ciò che ti necessitava
Con la tua negligente ingordigia hai alterato i miei perfetti              equilibri
Di tutte le specie che ho ospitato
Tu sei l’unica che non ha rispetto per le altre…
o per sé stessa

Come una Madre
ho cercato di insegnarti regole di vita
Tu non le segui più
distogliendo lo sguardo per non guardare i disastri che hai causato
Non ascolti le mie urla di dolore risuonare nei venti tempestosi o nei brividi che scuotono le mie radici

Uomo…non posso permetterti di distruggermi,non posso Figlio mio
Ma attento..sei Tu che stai distruggendo te stesso

Smettila,stolto,di inquinare l’aria che respiri
l’acqua che bevi
il cibo che ti nutre…
Smettila di rovinare l’ambiente in cui vivi…
                              
                                                                la Terra