Domenico Distefano

Poesie


Dittatura

Conta la volontà
di uno o di pochi,
senza controllo alcuno.
Son servitori gli altri.
E’ duro il mutismo
imposto dal potere.
Son seppelliti
i liberi pensieri,
l’uguaglianza,
la dignità;
sono aboliti i sindacati
e il diritto allo sciopero.
Le bocche cucite
possono aprirsi solo
per inneggiare al capo.
La democrazia a lutto
espone la bandiera.

Irriducibili oppositori
sono perseguitati,
isolati, incarcerati;
a volte cadono
come per forte vento
verdi foglie
e acerbi frutti.
Tante croci
e nomi incisi
non devono restare
nell’oblio.
Il cuore popolare,
penando,
costruisce immagini
di una società diversa
e attende il nuovo giorno,
indorato dal sole
di giustizia e libertà.

 


 

Il pipistrello

Nella deserta notte
ronfa laggiù
il fiume sonnolento.
Il pipistrello
ha il nido lassù
nello sgretolato muro,
dove più profondo è il buio.
Con membranose ali
vola sgraziato
alla ricerca
d’insetti e frutta
sotto il lontano disco
in abito d’argento
e il luccichio
di remote stelle.
Come il pipistrello,
anche l’ignorante
preferisce il buio
e non ama accostarsi
alla luce del sapere.

 


 

Solitudine di un giovane

Un giovane, capelli arruffati,
camicia aperta sul petto,
catenina d’oro con croce,
due piercing ad un orecchio,
jeans strappati al ginocchio,
sta seduto sul muretto
della fontana coi pesci.
Guarda i tremuli riflessi
e tracanna un bicchiere.
Si riavvia i capelli con la mano,
poi beve e beve ancora,
versando da una bottiglia,
efficace antidoto all’indifferenza.
Il sole estivo rifulge
sull’orlo del bicchiere,
come lama circolare.
Passa la gente in fretta:
non vuol capire,
non vuol sapere.

 


 

L’uva matura

Tra il vibrar d’un canto di cicala
sugli assolati colli addormentati
di grappoli facevan bella mostra
le piante sacre a Bacco, dio del vino.
Asciugandosi il sudore con la mano,
guardava soddisfatto il contadino
l’uva annerita dal calor del sole,
bontà d’un frutto carico di miele,
meritata ricompensa di lavoro.
Curata con amore, come figlia,
ogni pianta distingueva nei filari,
allineati a grani di rosario.
L’imminente vendemmia programmava
e il divino liquore pregustava,
che avrebbe rallegrato la sua tavola,
avrebbe inumidito le sue labbra
e avrebbe allontanato l’umor nero.

 


 

Fiore di zucca

Da pianta flessibile e strisciante
sboccia col buio della notte
il fiore di zucca,
guardando verso il cielo.
Teme di giorno il sole:
si chiude, dorme, sogna.
Breve il suo profumo, la vita.