Donatella Alberghi - Poesie

DONNA

 

Col tempo capirai.

Non si puo’ rincorrere

una chimera,senza 

le ali per volare.

Scomparire nell’ombra

di chi ti pare un dio.

Non stare piu’sola

a guardare la luna,

schiacciata dal peso

delle lontane stelle.

Non perderti nelle braccia

di chi ride di te

e,poi,dimentica.

Vivi un altro amore.

Un uomo che asciuga

le tue lacrime.

Ti aspetta con un sorriso.

Ti prende le mani

e ti guarda negli occhi

con amore.

Ti fara’ dimenticare

la solitudine.

Basta vivere l’attesa.

E gli anni saranno giorni.

I giorni lievi come attimi.


 

 

NINFEE

 

Ondeggiano

nel torbido stagno,

tra il gracidare di rane,

le bianche ninfee,

dalle radici profonde

per non volare nel vento.

S’aprono al tocco

leggero del sole.

Si chiudono in se’a a sera,

come prendessero sonno,

stanche del giorno

che se ne e’andato.

Nel mezzodi’ si posa

la libellula,

che ,poi, vi abbandona

al vostro eterno galleggiare.

Nata larva nello stagno,

ora fugge con le ali colorate

nello spazio immenso

di un cielo.

Cullate dall’acqua stagnante,

candide,ignare del mondo

al da la’ dello stagno,

perennemente sognate,ma

lentamente siete macerate

dal tempo,cosi’

come la vita mia.


 

 

OLTRE IL MARE

 

Oltre il mare,

io affondo nel silenzio

e si diffonde nell’aria

il profumo della quiete.

Oltre il mare

ci sono le nuvole d’autunno,

che corrono in cieli dorati

e smorzano la luce.

Oltre il mare

c’e’il bagliore delle stelle,

fra cui si perdono

frammenti d’infinito.

Oltre il mare,

ci sono i giardini dell’anima,

dove abitano i sogni

che io ho calpestato.

Oltre il mare

e’inutile andare,

se io perdo la mia umanita’

in un raggio di sole.


 

 

UNA ROSA

 

Tirano i fili del destino

degli abili burattinai,

se anche Dio ci abbandona

qui ,sull’orlo di un abisso.

Ora quella che ero ieri

ormai non sono gia’piu’,senza

i miei sorrisi,i baci.

E le lacrime consumano

la clessidra del tempo,celate.

Vivo per te,caro compagno

delle mie inquietudini.

Cammino per strade deserte

nella nebbia,quando la sera

l’oscura;mano nella tua

mano,senza perdermi sola.

Ha un senso lottare per una

vita ingiusta,se tu lo chiedi.

Quando la mia fine verra’,

mettimi sul cuore una rosa.


 

 

L’ESSENZA DELL’ACQUA

 

Se io mi immergo, a piedi nudi,

nell’azzurro distesa del mare,

trovo l’essenza dell’acqua.

La trovo nelle lacrime

che bagnano una rosa assetata,

gia’ ripiegata sul suo stelo,e

in un cardellino con l’ala

ferita nell’ultimo volo e 

nelle labbra esangui di chi

ha salito una cima troppo ardua.

Anche le parole sono

gocce sulle foglie del mirto,

che profumano di rugiada.

Le asciuga il vento e tu

non le ascolti più.


 

 

CORRI BAMBINA

 

Cosi’ mi dicono i miei:

“Corri bambina,corri.

Nella pioggia,nel sole,

la gonna mossa dal vento,

una margherita fra i capelli.

Non ti fermare!

Vai,un passo dietro l’altro,

seguendo un sentiero invisibile ai più,

una linea di luce,

tracciata nel cielo.

Su e giu’ nella collina.

Scomparirai dietro la linea

dell’orizzonte.

Noi non ti possiamo

piu’aspettare.

Troppo lunga e’la distanza.

E’ finito il tempo delle fragole.

Trova il tuo posto nel mondo,sola,

a dispetto della cattiveria.

Il cielo si sta chiudendo su di noi.

Ti diciamo solamente:”Ciao”.


 

 

I CAVALLI

 

I miei giorni migliori

sono dei cavalli selvaggi,

che scendono al galoppo

dal crinale della collina.

Corrono liberi e fluttuanti,

come le onde del mare.

I crini al vento,

gli zoccoli scalpitanti.

Io li vedo scomparire

in una nube di polvere.

Non odo dei nitriti

in un profondo silenzio.

Non torneranno più.

Il loro ricordo,gia’ sbiadito,

rende la mia vita,

che correndo se ne va,

meno amara.

Prima che sia sera.


 

 

INFERNO

 

Io conosco l’inferno dei vivi.

Si nasconde nei posti di lavoro,

tra i sopprusi dei potenti.

Negli ospedali,tra i lamenti

dei sofferenti.

Sulle strade,tra le donne schiavizzate,

che hanno perso il treno per scappare.

Nei cimiteri dove piangono

vedove ed orfani.

Nelle case dove e’inutile ormai parlarsi.

Noi ci dobbiamo aggrappare

a tutto cio’che che non e’infernale,

fosse anche una foglia.

Anche se non sfuggiremo

in questa vita alla pena

d’essere dannati,

cerchiamo la speranza.


 

 

TI RICORDI?

 

Ti ricordi noi due

quei giorni di giugno?

Nell’aria c’era il profumo del fieno.

Noi abbiamo camminato

in prati rigogliosi,

tra le erbe selvatiche,

col vento che scompigliava i capelli,

sino alla riva del lago.

Noi ci siamo seduti

sotto le chiome degli alberi

ad ascoltare i passeri cinguettanti,

quasi recitassero vecchie nenie.

Il tramonto ci ha sorpresi ancora li’.

A gettare dei sassi,

a giocare con i cerchi dell’acqua,

che si allargano 

come le promesse d’amore.

Oggi siamo ancora qui,

con l’amarezza 

di avere tradito anche noi stessi.

Siamo solo io e te,

in una notte fonda.


 

 

LA MIA VITA

 

Cadente,

una goccia nel tempo,

si dissolve nel sole

del mattino estivo.

Trasparente,

ai raggi della luna

brilla nel suo dolore.

Fremente,

lei si affida a te

ed ai tuoi abbracci.

Disperatamente,

e’una piuma nera,

che volteggia nell’aria

umida della notte.

Dolcemente,

si ferma piano,piano

in una nicchia di fiori.

Follemente,

ora vive nel lampo

dei ricordi piu’tristi.

Lentamente,

scompare in silenzio,

e’nella mia ombra.

Amaramente,

feriro’questo cuore

con errori e doni.

 


SOLITUDINE

La solitudine e’ una
nebbia che sale da una
strada deserta ,offusca le
cose allo sguardo stanco;
una sottile sofferenza
che ribolle il sangue.
L’anima non vibra se
in uno specchio vedi
solo te stesso e non hai
piu’le parole se nessuno
le ascolta e le lacrime
sono segrete ed amare.
Ti perdi pellegrinando
fra la gente che ti e’
indifferente e distante
nelle notti ,lunghe attese
di un sole inutile.
Tu non temi la luna
della mezzanotte ,se
verra’ un angelo e ti
coprira’ di petali
di rosa perche’ogni
vita e’una cosa
bella,meravigliosa.


BOCCIOLO DI ROSA

Bocciolo di rosa
ti nutri di rugiada.
Ti scalda il sole.
Se piove,ti nascondi
fra le tue foglie.
Irte sono le tue spine,
che feriscono come
i sogni appena sbocciati
e gia’delusi.
Un giorno fiorirai
nello splendore di una rosa.
Un attimo e poi
si sfalderanno i petali,
di una lucentezza perlacea,
uno ad uno come
i giorni di una vita.
Di te rimarra’un dolce profumo,
che aleggia nell’aria
come il ricordo
delle cose piu’belle,
che neppure la morte
puo’cancellare,come
la polvere delle stelle.


IL MIO MONDO

Nel mio piccolo mondo
ci sei solamente tu,
col tuo amore.
Nessuno puo’entrarci.
Sarebbe come calpestare
la corolla di una rosa,
che sa quando la
neve la ricoprira’.
Io sono in una torre d’avorio
ed osservo da qui il mare
lunare della tranquillita’.
Come la luce che
passa nel prisma e si
divide nei suoi colori,
cosi’l’anima filtra la realta’
che puo’ fare male
e cerca l’immensita’.


CAVALLO PAZZO

Io ero il capo dei Sioux.
Hanno distrutto il mio popolo.
Ora sono un’ombra.
Il Grande Spirito mi ha detto
di lasciare il felice territorio di caccia.
Seguendo l’aquila rossa
sono ritornato nel Grand Canyon.
Sul mio cavallo bianco
costeggio il Colorado.
Tiro le frecce col mio arco
sul pennone bianco di vapore
della locomotiva che corre,
per fermare l’uomo bianco.
L’eco porta le mie parole sino a te.
E’l’urlo dei Sioux.
Sei anche tu solo contro
la furia del progresso.
Si estingue la vita sulla terra
e sui mari.
Combatti.
L’uomo bianco ti distruggera’.
Io sono con te.
Io sono Cavallo Pazzo.


SHOAH

Il mio corpo
si sta riducendo
a pochi brandelli di ossa,
ma sul viso scarno
i miei occhi sono
sempre piu’grandi.
Spalancati a guardare
questo infinito orrore,
per potere dire un giorno
che io c’ero.
Io c’ero dietro al filo spinato
che ferisce la carne
con uno sguardo.
Io c’ero dentro
una fredda notte di dolore.
Piu’atroce del morire
e’essere come voi che dite:
“cio’ non puo’essere stato”.


L’ANIMA

Cos’e’ l’anima?
Una scintilla di luce
in una miriade di colori,
fra il rosa ed il celeste,
su un tappeto di nuvole
di un tremulo cielo.
Un pallido riflesso
sul mare profondo,
sulle spiagge deserte,
flagellate dalle onde,
fra le stelle marine.
Un volo sull’orizzonte,
dove affonda il sole.
Ineluttabilita’del fato e’
abbandonare il mondo.
Vagare nell’immensita’,
inebriata di pace.
In una melodiosa armonia
col divino cogliere
la profondita’del de’.
L’essenza della vita
e’la transumanza
fra le piu’belle stelle.


ATTIMI

Ora lo sguardo si perde
sull’orizzonte,sul mare
dove sorge il sole.
Si colora di rosa
una ramata aurora.
Un attimo.
Splende l’astro del cielo.
Spazza via le ombre nere.
Vivo nel raggio di luce,
con la gioia di amare.
Un attimo.
E’il crepuscolo.
Si tinge di grigio il cielo.
Sara’ breve la quiete
aspettando le stelle.
La rosa ha un colore
rosso vermiglio.
Un attimo.
Poi la piu’oscura notte.
Sfuocato e’il tuo viso.
Piu’profondo e’il dolore.
E’il freddo dell’anima.
Un attimo.
Sto in un cono d’ombra
di una vita vissuta
come un’anima sola.


ADDIO MARE

Si plachera’questo mare,
agitato,in tempesta,
che ruggisce incalzato
dal vento dell’est
e da un lampo.
Le onde s’infrangono
sulle rive rumorose.
E s’aprono le nubi
al sole caldo di luglio.
E brilla la luce come
una miriade preziosa
di diamanti,intarsiati
nell’acqua azzurra.
Sulla spiaggia corre sola
una ragazza che,forte
per i suoi anni migliori,
non sa che siamo povera
cosa come canne
piegate al suolo da un
vento oscuro,dolente.
T’incontrai sotto il blu
del cielo,dispersa come
un solitario viandante.
La felicita’ si perde
se ognuno nel suo viaggio
non trova piu’l’amore
che lo trascina ancora.
Io ascolto la musica
del mare,assorta,lieta.
Scandisco le note della
sua soave, triste melodia.
Libera e sollevata
dal peso dei ricordi.
Se alzo la mano stanca
per salutare il mare
l’afferra un Dio grande
per trasportarmi piu’in la’,
oltre questa brulla vita.
Si cancella il mio nome
che fu scritto sulla sabbia
con amore,tanto tempo fa,
per sempre.


UN PO’COME NOI

Essere come noi,
gente un poco piu’di niente,
col male di vivere
dentro,con la forza strana
di stare sempre assieme.
Io ci sono per te
come l’aurora che e’
promessa lucente di
giorni lieti o piu’tristi.
Tu credi in me,
quando l’onda del mare
corrode la spiaggia mentre
io sto affogando nella
tempesta tendendoti le mani.
Io spero in te,
quando nelle notti fonde
le ombre attanagliano
l’anima nei giardini
spogli e la pioggia batte
sui vetri piu’incessante.
Tu vedi me,
quando bevi la rugiada
da un calice amaro,
senza patire la paura
per questa vita finita.
Io credo in te
quando un’allodola
canta,volando in alto
all’alba,nel cielo muto.
Io cerco te
se una lacrima scende
sul viso,come un fiore
trafitto da un sole gia’
spento dall’arcobaleno
e ci trascina lontano
questo vento improvviso
che non puo’mai dividerci.