Elena di Stefano - Poesie

A ME

 

Verrà il giorno
che, resati lieve
ti solleverò come una piuma
verso l’aria profonda ed alta
e sarai
il giardino che ho coltivato
in cui vedere, in questa soffocata  primavera
del durevole inverno
crescere ancora fiori
e grandinate estive
staccheranno i pensieri notturni
dall’ amorevole albero del ricordo
Tutti cadranno i frutti
tutto sommato in una bella mattina
assolata, staranno nel loro nido
di erba rugiadosa
Lì passeranno i tuoi imperituri passi
e le tue lievi morbide mani
a raccoglire i frutti staccati
Tu ricomporrai
ciò che la tempesta ha devastato
Tu ricomporrai
anche ciò che non hai mai
ucciso
soltanto dopo venti addii
davvero le dirai addio


 

ESTRANEITÀ

 

 

La metropoli allarga l’equivoco estremo
di varie vite
che non si incontreranno
mai


 

 

(1918)   I LUOGHI PERFETTI

 

Ci sono luoghi che vediamo
luoghi perfetti di felicità
che vediamo da lontano
raggiungibili

e l’attracco non è il nostro
li vediamo, ci sfuggono

Non sono i nostri luoghi
li attraverseremmo
coi piedi piombati
saremmo statue
totem per chiunque
si smarrisca in una maschera
intrappolato dal tempo

Ci chiamano
come sirene pacchiane
invitanti di pace


 

GESTI

 

 

Ho cercato di
confortare
Non ne ho tratto molto
se non di essere al centro
di qualcosa che non voglio
e
la levità di una
farfalla

che riempie di riso
gli occhi di un’attrice
in scena al terzo atto


 

FEDE CRISTIANA   (2018)

 

Non ti posso dire
che è stato,
mio Ignoto Padrone,
non ho chiesto tempi infiniti
ma solo uno squarcio
minuscolo di ricordo
per non temere la vita


 

 

PACE (2017)

 

Come le nubi
ti invento
una pace uniforme
che sbuca bianca
dallo schermo del cielo


 

ALLA BELLEZZA DI UN MASCHIO AMATO  (1985)

 

Non si può disordinare la bellezza
e questa non era la tua bellezza
quando ti abbandoni
e il tuo sguardo ti mostra nudo
intatto e verde come una valle
con fuochi residui alla prim’alba

Tu sei temibile
quando io entro
e la tua mente è come
la stanza vuota di un bambino
che mette in ordine i giocattoli
e la stanza è troppo grande
e i giocattoli troppo pochi
ma la stanza stessa è colorata più di ogni oggetto
ogni parete ha false prospettive di altri fondi
molto blu, viola
e rosso sangue ardente
e il soffitto invisibile, giallo, acqua di mare
in cui si incunei la luce solare quasi bianca
dopo l’alba, al mattino

Il mutamento
e l’arco estenuante
dalla quiete al ciclone
è la tua bellezza


 

 

RAGAZZA

 

 

Ma poi la propria
storia si ha il diritto
di raccontarla?

O bisogna pagare un pegno
strappando il fucile
ad un soldato al
confine con casa
propria?