Eleonora Cogliati - Poesie

Si scorge appena

Si scorge appena,
nel bianco muro di pietra,
celato da selvatici cespugli di biancospino,
un portone.
Si apre a fatica,
cigolando su cardini arrugginiti e stanchi.

Fiabe dal sapore antico aleggiano nell’alba dei miei ricordi.

Il tempo sembra essersi fermato…
al giorno in cui,
smesse ormai le vesti di fanciulla
varcavo quella soglia,
lasciandomi il mondo
alle spalle.

 


 

Passo dopo passo

Passo dopo passo…
Sulle sponde del ruscello…

Sento
il respiro
perdersi nel gorgoglio delle acque,
il battito del cuore
librarsi alto nel cielo tra cinguettii e fremiti d’ali.
Raggi sole tra le fronde brunite
sfiorano la mia pelle,
dolci e caldi,
come carezze delle tue labbra.
E tra gli intensi effluvi autunnali,
ad occhi chiusi,
riesco a sentire il tuo profumo.

 


 

Non temere la montagna che si staglia innanzi a te

A miei figli… (Riccardo e Edoardo)

Non temere la montagna che si staglia innanzi a te…
Affronta la salita, e un passo dopo l’altro,
sfidala.

Meravigliati della magia del creato,
contempla i colori, inebriati di suoni e profumi.
Afferrali, e corri incontro alla vita.

Affida i tuoi sogni al volo delle aquile, e seguine la scia.

Non temere la sconfitta…
Fermati, chiudi gli occhi e cerca nel tuo cuore…
…lì mi troverai…

 


 

Uragano

stridule grida di gabbiani
inquieto battere d’ali
frenetico volo

odo
l’impeto del tuo alito
scorgo
nei bagliori la tua potenza

ti avverto
dio del male
e
respiro la paura

ti guardo
rapita
…cancellare le impronte dei miei passi…

 


 

Mi risveglio

Mi risveglio.
Non avverto il familiare fischio del merlo
che dimora tra i rami in fiore del calicantus,
melodioso canto flautato.
Soltanto un monotono ticchettio sui cocci del tetto.

Socchiudo gli occhi.
Non distinguo le sfumature dell’aurora
che si allarga tra il profilo imbiancato dei monti,
vellutate luci perlacee.
Soltanto un cupo grigiore attraverso le persiane accostate.

Piove…

Piove
sulle foglie morte,
su alberi scheletrici ed arbusti rinsecchiti,
sulla terra brulla e scura.
Piove
sulla gente che corre a capo chino.

Piove,
sul mio volto rigato di lacrime,
finalmente piove.

 


 

L’aurea penombra

L’aurea penombra
esalta il tuo bronzeo profilo.

La tua pelle
riluce di un ultimo raggio di sole,
ormai prigioniero del cupo orizzonte.

Ti stagli impassibile, in attesa di un segno.

un fremito d’ali

un gabbiano
si alza in volo
incontro alla tempesta

 


 

Incanto

Un sommesso scampanio,
sovrastato dallo scroscio della pioggia,
mi riporta alla veglia.

Un cielo di piombo e la nebbia che sale in vorticose spirali di fumo
si incontrano, si intrecciano,
e si fondono in uno spettrale grigiore.
Un silenzio irreale
culla la campagna addormentata,
Un odore pungente di foglie marce
si alza dalla terra bagnata
e si disperde nel vento autunnale.

D’incanto…
il sorriso di una falce di luna.

Attorno l’azzurro si apre
e la luce dell’alba risveglia la natura assopita.

Ed ecco…

il primo raggio di sole
infiammare quell’ultimo bocciolo di rosa.

 


 

Galoppa destriero

Galoppa destriero,
corri contro, e incontro al vento,
lascialo impazzare attraverso la tua mente,
selvaggio.

Galoppa destriero,
guarda avanti, e non voltarti mai,
lascia il vento sferzare i tuoi pensieri,
selvaggio.

Galoppa destriero,
imprendibile.

Cavalca attraverso la brughiera,
landa desolata e misteriosa,
tra cespugli d’erica e rododendri in fiore,
tra alberi che si piegano al tuo indomito passaggio.
Cavalca fino alle bianche scogliere,
pareti perigliose e leggendarie,
tra gli spruzzi delle acque tumultuose,
tra il boato del mare che acclama la tua imponenza.

Libero, e fiero,
dirigi lo sguardo verso l’orizzonte,
e oltre ancora.

E ora… riposa …

 


 

Al tramonto

Al tramonto
sulle sponde dell’Adda…

Il cinguettio degli usignoli accompagna melodioso la fine del giorno.
Delle cicale il frinire si smorza nell’ombra
mentre dai campi si leva il canto dei grilli
e dai canneti il gracidio delle rane.
In sottofondo il brontolio delle acque e il frusciare del vento.
Un fremito d’ali.

Tra le note
s’alza
dal salice piangente
un mesto canto.

 


 

È il calar della sera

È il calar della sera…
…mentre nell’abbraccio delle ombre che si allungano pigre
lentamente il crepuscolo dissolve ogni cosa,
nel tenue chiarore del giorno ormai pronto a svanire
di Montevecchia il profilo si staglia nel cielo.
Oltre il nero orizzonte lo sguardo si perde…
… e muore dietro un velo di lacrime,
testimoni silenti di un oscuro presagio…
…l’immoto presente che mai diverrà domani…

 


 

Cammino lungo il ciglio del fiume

Cammino lungo il ciglio del fiume.

L’olezzo dolciastro delle foglie appassite
impregna la brezza leggera.
Dondolano stanche,
si levano in volo,
lievi si posano al suolo,
soffice tappeto ramato.

L’oro del sole nel tardo meriggio
pennella d’ambra il turchese del cielo.

Il tenue cicaleccio sul volgere del giorno
prelude alla quiete della sera.

Nell’aria è l’autunno…

 


 

Una bimba addormentata

Una bimba addormentata,
stesa nell’erba e nel sole,
i lunghi capelli ornati da una corona di margherite,
le esili braccia allargate ad abbracciare il cielo,
chiusi gli occhi, aperto il sorriso.
Una farfalla,
svolazzando di fiore in fiore,
solletica il suo risveglio.
Curiosità e desiderio germogliano da quel vivace batter d’ali.
La rincorre,
fiduciosa.

 


 

Tanti, troppi tramonti son trascorsi

Tanti, troppi tramonti son trascorsi,
ma ancora, ormai donna, la rincorre.
Sulle sponde del ruscello…
Sento
il respiro
perdersi nel gorgoglio delle acque,
il battito del cuore
librarsi alto nel cielo tra cinguettii e fremiti d’ali.
Raggi sole tra le fronde brunite
sfiorano la mia pelle,
dolci e caldi,
come carezze delle tue labbra.
E tra gli intensi effluvi autunnali,
ad occhi chiusi,
riesco a sentire il tuo profumo.