Il male che incombe
Percorro il mondo ad occhi chiusi per non vedere il male che intorno a me incombe
e negli occhi di tutti si confonde.
Un male in cui puoi solo affogare,
inutile nuotare,
tanto non ti puoi salvare.
Un mondo fatto di finti abbracci, di carezze taglienti
come lame affilate,come rocce pungenti.
Rose belle, ma fatte per ferire,
che ingannano gli occhi col loro modo di apparire.
Quel sole che acceca la nostra vita e non ci permette di vedere
quale sia davvero il bene.
Continuiamo a seguire quell’oscuro percorso fatto di ombre idolatrici e fasulle,
anzichè quell’angelo che nel buio più intenso si nasconde.
Cuore nero
Cuore nero, batti piano,
così lento, un ritmo strano.
Ti restringi, non c’ è spazio,
no non fare un passo falso.
Se lo guardi si congela,
vie sbarrate, gabbia nera.
Muro impenetrabile, acqua non passa,
nè tanto meno fuoco,
solo stalattiti che come un’ arma da guerra antica
silenzioso incassa.
Il mare scende dai tuoi occhi,
tu lo senti e non lo ascolti.
Occhi spenti, cielo che ribolle : alzi lo sguardo,
demoni attenti sorridono intanto.
Poeta
Un poeta è la risposta ai colpi ben assestati della vita,
un connubio di lettere, voci e suoni che si riflettono nell’anima e compongono melodie astratte.
Le emozioni, espresse sul bianco, scorrono esitanti, su un foglio ritratte.
Sofferenze cucite su misura sul cuore,
con aghi appuntiti fanno sanguinare, ma non senti dolore.
Occhi asciutti, all’interno dei quali,
ombre passate restano tali.
Anche le carezze sono ferite,
ma un poeta lenisce con versi e strofe,
da lui a piccoli getti con lacrime ardenti,
le rocce più scomode sono scalfite.
Il vaso di Pandora
Ciò che avevo dentro era contenuto in uno scrigno e in mio potere,
così pieno da rischiare da un momento all’altro di far sanguinare le ferite
certe sere.
Ma senza che potessero i pensieri incidere,
restavano lì, riuniti a collidere.
Essi ora mutati in leggere ombre sottili,
sfuggiti alle guardie, si mostrano capaci di diversi stili.
E quei mostri, la notte, il mio vaso di Pandora
che si svuota all’esterno, quando uno di essi affiora.
Come potrei il senso capirne?
Intanto la mia anima cerca un modo di afferrarli, di ritrovarli tutti e in sé aspirarli
ma sarà questo il mezzo per uscirne?
No, non lanciarsi a peso morto nella vita,
bensì slegare le catene che, soffocandone la bellezza,
la lasciano appassita, quasi spenta, tramortita.
Vorrei aprire gli occhi e lanciare lo sguardo oltre
e in universo parallelo
ritrovare me stessa, ritrovarmi per davvero.
Apatia
Apatia, silenzio
il grigio mi circonda, non c’é niente che abbia senso.
Nero fitto, buio dentro,
un grido sordo; la voce espelle suoni fino allo sfinimento.
Confusione:
nei miei occhi il vuoto della ragione.
Rancore
Bugie, rimpianti, rancori, incertezze,
seguiti da gelidi sguardi
manchiamo ai nostri riguardi
porta chiusa a certe finezze.
L’amaro che brucia e riaffiora
l’assenza che il cuore perfora.
Il respiro allentato nei giorni di nebbia e bufera
non era preparato all’ustione dell’ardente cera.
Desiderosi di un ritorno i sorrisi
l’anima povera di quei gesti condivisi.
Da lontano sussurra l’occhio una volta ridente
ho perso te, lascio tutto, resta niente.
Illusione di pace
Profumo primaverile
d’erba e d’oscurità.
Seduta a contemplare e a cercare una pace interiore
che mai é presente nell’animo
mi accingo a leggere parole
che a me come uno specchio sussurrano.
Frustrante
Frustrante
non avere gabbie intorno alla testa
aspettarsi qualcuno che resta.
Frustrante
voler essere capiti
e notare negli altri nulla, se non gesti amari e stizziti.
Frustrante
avere un sogno
e mille ostacoli davanti più affilati di uno scoglio.
Leggerti dentro
E se sapessi leggerti negli occhi
quegli assurdi compromessi che fai con te stesso al ritmo dei rintocchi.
Leggerti il luccichio che vi si annida
in quel lampo accecante che per me é una sfida.
Che bruciore allo stomaco solo se nella mia mente i pensieri
con calore inumano mi tocchi.
La tua vicinanza e non piu assenza;
fuochi d’artificio e migliaia di scoppi.
La voce che salva dal buio
E’ facile cambiare.
Facile che il buio traspaia nei sorrisi,
perdersi e smarrire ciò che ci univa.
Lasciare che il mondo ci risucchi via lo spirito,
la nostra essenza.
Così facile diventare manichini senza più una coscienza.
Ma ecco che un filo di luce sta ancora sul fondo,
lo contempli da lontano
e alla tua vita fa da sfondo.
Un volto amico, che ti accoglie in un abbraccio
che col calore più sincero abbatte quella lastra di ghiaccio.
Amare spaventa così tanto, è un attimo ferire.
Basterebbe una voce che bisbigli, sottile
“Sarò qui, è una promessa, comunque vada a finire”