Emanuela Inglima
Poesie
A te, papà
Un brivido gelido scorre nella mia schiena,
le mie gambe non riescono a piegarsi,
mi sento pietrificata,
unico organo che sento galoppare come un cavallo impazzito
è il mio cuore.
Continuerò a chiamarti, Papà,
fissando gli occhi al cielo e
baciando la fede che mi hai lasciato.
Il pilastro portante della casa è crollato,
adesso bisogna creare un nuovo progetto di vita.
So che sei al fianco, sempre,
sei diventato il Mio Angelo,
t’immagino con ali sfavillanti e quel sorriso che scalda il cuore.
Grazie Mio Eroe.
Riflessioni di un giorno di primavera
Sento il cinguettio degli uccelli,
mi lascio avvolgere dal profumo di rose,
i tiepidi raggi del sole illuminano la mia pelle pallida.
Seduta ai piedi di una quercia
fisso i pargoli giocare nell’erba.
Età differente,
nazionalità differenti,
scuole differenti,
eppure è straordinaria la loro pura condivisione,
nessuno escluso.
Spontaneità, caos ludico, spiensieratezza prendono il sopravvento.
Batto ciglio e mi ritrovo in questa triste realtà composta da grandi uomini
dominati, come dei leoni inferociti, dalla fame di denaro e successo.
L’orchestra mentale
La mente è come un teatro ben allestito,
tutto è pronto per il gran concerto,
l’orchestra è pronta per suonare il repertorio.
Il pubblico è di fronte per ascoltare e vedere i tuoi movimenti,
speri che non ci siano stonature,
ma nel lungo concerto della vita accade che
il violinista che è in te sia calante o crescente,
il pianista sbaglia l’accordo,
il tenore non sente l’attacco.
Ma… vai avanti,
sorridi,
dirigi l’orchestra della tua mente,
mostra agli spettatori l’ottima performance,
e goditi i meriti applausi.
L’adozione
Il vento accarezza i miei capelli aggrovigliati tra il cappotto e lo zaino in spalla,
lunga attesa dell’autobus che mi condurrà in una direzione sconosciuta,
il desiderio di conoscere la piccola creatura aumenta il battito del cuore.
Burocrazia e interminabili accertamenti fino alla firma definitiva dell’accettazione della pratica.
Non so a cosa pensare…
Tante domande sull’essere in grado di diventare madre di un infante messa già a dura prova da un destino balordo.
Conosco il tuo bel visino da una piccola foto,
il tuo sguardo fisso all’obiettivo esprime paura,
richiede aiuto e conforto.
Non temere piccola,
mi prenderò cura di te,
quando ti senti vacillare sarò al tuo fianco a sostenerti
e mostrarti che sei più forte di quanto immagini.
Viaggio terminato,
i passeggeri scendono
ed io mi dirigo verso te,
Tu mi hai donato una seconda vita.
Il mio violino
Accarezzo il legno del mio violino,
sento il profumo all’interno della cassa armonica
come se fosse muschio bianco talcato.
Corde ber tirate
pronte per essere vibrate dal fascio di crini dell’archetto.
Chiudo gli occhi,
sono estraniata dal mondo,
sento solo un’improvvisa dolce melodia.
Non so cosa stia suonando,
ma so che mi sento viva,
sono le corde della mia anima a vibrare e creare un’armonia perfetta.