AL TRAMONTO
La speranza è la forza
che non si arrende mai
in questa vita che ha sapore
un po’ di assenzio e un po’ di miele.
Talvolta cerco
tracce del tuo calamaio
nel libro della memoria,
e mi confronto con lo specchio
che mi tende una mano
di pietoso perdono.
L’amore è una farfalla
che si è posata sul mio fiore,
è chiaro fuoco
che colma i limpidi spazi,
e in questo tempo,
come un maturo melograno,
canto la mia raccolta…
Poiché i panni strappati
durante gli anni verdi
si riparano al tramonto.
L’ULTIMO SOLE
Sono nata con il fuoco in grembo,
vita trascorsa mezza lama
e mezza seta.
Ora pensieri roventi
che galoppavano
come cavalli selvaggi
in una sconfinata prateria,
ora persa in un’orgia di stelle
nell’alfabeto dell’amore,
sempre alla ricerca
di una casa senza indirizzo.
Occhi di terra e rossi capelli,
ho cercato di vestire
di leggerezza scalza
i miei anni di giovinezza,
senza riuscire mai a tenere
la mappa al vento,
rotolando a volte
in baratri profondi,
da cui risalivo malconcia
con ferite di sangue
della mia uva immatura.
Nella disperazione smisurata
ho bevuto dal calice amaro,
spremendo l’ultima goccia
di speranza…
E ho compreso
che dovevo fare in fretta
a vivere,
prima del tramonto
del mio ultimo sole.
LA POESIA
La poesia mi vibra nel cuore,
la sento esplodere dentro
come un fuoco d’artificio
quando m’incanto ad un’alba dorata,
ad un purpureo tramonto,
ad un battito di stella.
Mi scoppia davanti ad un cielo
macchiato di cirri bianchi
mentre li vedo sciogliersi nel vento
tra uno stormo di uccelli migranti.
Mi punge dolcemente l’anima
come una mora di selva,
e il foglio bianco diventa
nuova terra da scoprire,
le parole sono petali di fiori
che cadono dalla mia mano
per diventare adagio
messaggi di speranza..
E su quel foglio si manifesta
la parte migliore di me.
BATTITI DI VITE ANTICHE
Ti guardo quando dormi,
mentre un raggio di luna
cade di sghembo sul davanzale.
Nella penombra della stanza
le folte ciglia brune tremano
come piccole ali di farfalla.
Vorrei essere nel tuo sogno,
nell’amorosa quiete delle tue braccia
e dividere con te i segreti più reconditi,
giù, fino all’abisso dell’anima.
Già ti cercai nelle stelle
quando fanciulla anelavo
alla volta lontana,
e in lontananza
splendevi in un pensiero.
Battiti di vite antiche,
che nell’ansia tesa del tuo amore,
ti chiamarono dal cuore profondo.
Canto questo nuovo tempo
che racchiude tutto l’universo…
Forse sono nata per te
prima che il mondo fosse.
NOI CHE GUARDIAMO ALLA LUCE
Noi che guardiamo alla luce
siamo come fiori di campo
che affidano i pollini al vento
perché li sparga nei giardini del mondo,
accarezzando i silenzi
dove canta l’anima..
E i macigni cadono
dalle nostre spalle
quando l’alba chiara
rinchiude le ombre della notte.
Noi che guardiamo alla luce
appendiamo alla volta del cielo
il nostro calice amaro
perchè l’energia d’amore
ne stilli miele di speranza,
colmandolo di spicchi di verità.
Noi che guardiamo alla luce
facciamo i nidi sotto il tetto del cielo,
là dove le crepe del cuore
si fanno travi per reggere
il peso gravoso della vita.
L’ETERNO SILENZIO
Non temo le bufere,
né il fragore degli uragani,
non paventa il mio cuore
la meridiana che segna le ore
di questo tempo fuggente,
e so che un giorno andrò via
senza fare rumore.
Come faro nella notte
reggo in mano la lanterna
che mantiene accesi i sogni
di arcobaleni caduti accanto
ai tesori da scoprire.
La vita è incanto che fugge
come un raggio di luna
alla finestra,
e quando scenderò
dal palcoscenico
sarò polvere nel vento,
là dove il rumore del mondo
diventa eterno silenzio.
Fugge il tempo
e ci ruba
l’oro e l’ebano dei capelli.
Laborioso ara piccoli solchi
su volti di pesca
e pian piano
si porta via nel suo bagaglio
i ricordi della nostra vita.
Ma l’amore vero, quello no…
L’amore vero
appartiene all’anima,
e sempre
ne gusteremo il sapore,
ne annuseremo il profumo,
ne udiremo la musica,
ne sentiremo il calore…
E ne vedremo la luce,
che come vampa di fuoco
sprizzera’ scintille
negli occhi ormai spenti.
(L’AMORE VERO)
PER NON FARMI PIÙ MALE
Mi ubriacavi di parole
mentre Narciso ti specchiavi
nei miei piccoli laghi di sale,
ma erano versi di un poeta maledetto.
Serpi le tue carezze
che strisciavano nel fango
dell’ipocrisia
e svellevano le mie radici,
le mie candide ali
tarpate nella tua gabbia d’oro.
Spade d’indifferenza
mi piegavano i ginocchi,
e mi ferivo ogni giorno
raccattando I cocci
della lampada smarrita
nei sentieri oscuri
di una scelta sbagliata.
Ho bruciato insieme al ciocco
la croce di piombo
nell’aurora del mio sole,
e sulla bara della fragilità
danzo adesso in punta di piedi…
Adagio… Per non farmi più male.
HO PERDUTO
Picchia curioso
un raggio di luna piena
sul vetro appannato,
e si insinua tra le tendine rosa.
Seguo con lo sguardo vuoto
una scintilla del camino
che si libra tra le volute di fumo,
e sento tutta la solitudine
del mondo.
Ora che la tua orma
non sarà binario per il treno
della mia vita,
è amaro il sale
che le labbra bevono,
e ancora il tuo profilo
s’incide sul muro
nella penombra della stanza.
Fuori sibila il vento gelido,
ed è un concerto
sommesso di sonagliere
nello sbadiglio dell’universo.
Lacrima il cuore,
singhiozza il respiro dell’anima
alla luce fioca di una candela…
Stanotte il mio cielo
ha perduto una stella.
HO PERDUTO
Picchia curioso
un raggio di luna piena
sul vetro appannato,
e si insinua tra le tendine rosa.
Seguo con lo sguardo vuoto
una scintilla del camino
che si libra tra le volute di fumo,
e sento tutta la solitudine
del mondo.
Ora che la tua orma
non sarà binario per il treno
della mia vita,
è amaro il sale
che le labbra bevono,
e ancora il tuo profilo
s’incide sul muro
nella penombra della stanza.
Fuori sibila il vento gelido,
ed è un concerto
sommesso di sonagliere
nello sbadiglio dell’universo.
Lacrima il cuore,
singhiozza il respiro dell’anima
alla luce fioca di una candela…
Stanotte il mio cielo
ha perduto una stella.