Eric Gentili - Poesie

Preghiera

 

Sophia,

Somma e Saggia,

invadi la mia mente,

rendila aperta,

tieni lontane le tenebre

dell’Ignoranza,

nutrite dalla Paura.

Non farmi temere il caos,

non farmi desiderare la quiete

dell’ordinario.

Ti prego,

aiutami

nel mio intento,

ed alimenta il mio spirito,

affinché possa aiutare

a sconfiggere la Suprema Nemica

che troppe volte si è messa

la maschera di Dio

aiutando alcuni

ad addomesticare

ad asservire

altri.

In questo momento

in cui mi sento debole

sento la Sua voce,

che mi sussurra maligna

le sue”verità”,

ed io ho paura di cadere

tra le orde di uomini e donne

che l’hanno seguita

che le hanno venduto l’anima

in cambio di una vita tranquilla e quieta

chiudendo gli occhi

di fronte al diverso

non vedendo come esso,

aldilà del velo,

sia 

bello

amabile

sublime.

O Sophia

ascolta la preghiera

di una persona

che non ha paura di ragionare,

di cogliere il frutto proibito

ed aiutami nel mio cammino

attraverso le tenebre,

dove accendere il Tuo

Lume


Illusioni

 

Certezze

su cui ho adagiato

la mia vita

superbe

ma fatte di cristallo

e che ora non reggono più

il peso del mio essere

in maturazione

lasciandomi alla furia

del caso.

Vale la pena

vivere in questo modo?


Tempio di Debod

 

Nel crepuscolo

dell’Essere

ti stagli

sul Tempo

come sulla

materna acqua,

appagando

chi

ha sete

di lucente

arcaica

bellezza


Noia

 

galleggiare nel vuoto

con lo spirito in tensione 


Realtà

 

sto smettendo di vivere

continuando a farlo


Ganimede

 

tra rovine di templi

coperte dal sangue del Sole

piange Ganimede

in solitudine

accompagnando il mare

con i suoi lamenti

 

aspetta Zeus

che lo innalzò nel Cielo

con ali d’Aquila

riscaldandolo col suo corpo

stringendolo a lui

sussurrandogli parole

dettate da Eros

che strinsero il suo cuore

come rovente catena

 

ora sta lì

dopo giorni

ed aspetta

il suo ritorno

di udire in lontananza

la voce amata

e di poter stringere

il corpo che gli diede

il caldo piacere

per ora piange

troppe lacrime da asciugare

sul bel viso

aspettando

lui

il suo calore

e gli fanno compagnia

i templi distrutti

muti maestri

che un tempo egli ascoltava

ed ora ricambiano


Estero

 

In terra straniera

viaggiavo su un pullman,

mentre fuori

l’oscurità

padroneggiava la notte.

Cullato dal sonno

pian piano mi svegliai

e guardai fuori,

scorgendo rari lucine ,

finché non vidi la neve 

e più avanti 

alberi di bianco cristallo.

Costoro sfidavano

l’oscurità

per mostrarsi a me,

per farmi vedere

lo straniero,

ed io godevo

nel vederli

velati dall’ombra,

come l’esoterico

con i suoi spiriti. 


Urlo

 

AAAAAAAAAAAAAH

urlo nel buio

AAAAAAAAAAAAAH

urlo da solo

AAAAAAAAAAAAAH

sfogo il mio dolore

di natura ignota

 

Perché?

Perché ne soffro?

Perché vedo incrinarsi l’equilibrio delle idee?

 

deserto

di sabbia nera

intorno a me

inginocchiato

cerco un antidoto

al veleno che ho dentro

e che non mi uccide

 

eclisse

che oscuri il cielo

che mi guardi

occhio di un dio neutro

mentre sto perdendo me stesso

confondendomi con la sabbia

odi il mio urlo?

sono solo

tra granelli insulsi

temendo di mischiarmi 

con loro

eternamente

 

mi sforzo

urlando

di esser io

ma ho paura

di non farcela

 

Perché non mi parli?

Tu solo mi puoi aiutare

a capire

a guarire

 

mio Amico

mio Compagno

mio Amore

 

te che come me

vedi la falsità di dio

e rendi gli onori

da lui rubati

a Sophia

 

dove sei?

Aiutami


A volte

 

a volte 

non vorrei avere

un cuore

per non sentire i suoi battiti 

di dolore

 

a volte

vorrei essere lo spettro

che dimora nello specchio

conosciuto come riflesso

che mi guarda col mio corpo

ma è estraneo al mio 

dolore

 

a volte

vorrei essere una brezza

per non avere confini

per sfiorare le persone

essere respirato da loro

e sentire il loro calore

 

a volte

vorrei non essere

così


Confusione

 

Camminare nel vuoto

verso un piacere

che hai appena sfiorato

e che ti viene tolto

Non capire subito se per te 

tale fosse

ma di cui senti la mancanza

 

E’forse questo

l’Amore?


 

Preghiera

 

Sophia,

Somma e Saggia,

invadi la mia mente,

rendila aperta,

tieni lontane le tenebre

dell’Ignoranza,

nutrite dalla Paura.

Non farmi temere il caos,

non farmi desiderare la quiete

dell’ordinario.

Ti prego,

aiutami

nel mio intento,

ed alimenta il mio spirito,

affinché possa aiutare

a sconfiggere la Suprema Nemica

che troppe volte si è messa

la maschera di Dio

aiutando alcuni

ad addomesticare

ad asservire

altri.

In questo momento

in cui mi sento debole

sento la Sua voce,

che mi sussurra maligna

le sue”verità”,

ed io ho paura di cadere

tra le orde di uomini e donne

che l’hanno seguita

che le hanno venduto l’anima

in cambio di una vita tranquilla e quieta

chiudendo gli occhi

di fronte al diverso

non vedendo come esso,

aldilà del velo,

sia

bello

amabile

sublime.

O Sophia

ascolta la preghiera

di una persona

che non ha paura di ragionare,

di cogliere il frutto proibito

ed aiutami nel mio cammino

attraverso le tenebre,

dove accendere il Tuo

Lume


 

Ganimede

 

tra rovine di templi

coperte dal sangue del Sole

piange Ganimede

in solitudine

accompagnando il mare

con i suoi lamenti

 

aspetta Zeus

che lo innalzò nel Cielo

con ali d’Aquila

riscaldandolo col suo corpo

stringendolo a lui

sussurrandogli parole

dettate da Eros

che strinsero il suo cuore

come rovente catena

 

ora sta lì

dopo giorni

ed aspetta

il suo ritorno

di udire in lontananza

la voce amata

e di poter stringere

il corpo che gli diede

il caldo piacere

per ora piange

troppe lacrime da asciugare

sul bel viso

aspettando

lui

il suo calore

e gli fanno compagnia

i templi distrutti

muti maestri

che un tempo egli ascoltava

ed ora ricambiano


 

Urlo

 

AAAAAAAAAAAAAH

urlo nel buio

AAAAAAAAAAAAAH

urlo da solo

AAAAAAAAAAAAAH

sfogo il mio dolore

di natura ignota

 

Perché?

Perché ne soffro?

Perché vedo incrinarsi l’equilibrio delle idee?

 

deserto

di sabbia nera

intorno a me

inginocchiato

cerco un antidoto

al veleno che ho dentro

e che non mi uccide

 

eclisse

che oscuri il cielo

che mi guardi

occhio di un dio neutro

mentre sto perdendo me stesso

confondendomi con la sabbia

odi il mio urlo?

sono solo

tra granelli insulsi

temendo di mischiarmi

con loro

eternamente

 

mi sforzo

urlando

di esser io

ma ho paura

di non farcela

 

Perché non mi parli?

Tu solo mi puoi aiutare

a capire

a guarire

 

mio Amico

mio Compagno

mio Amore

 

te che come me

vedi la falsità di dio

e rendi gli onori

da lui rubati

a Sophia

 

dove sei?

Aiutami


 

Estero

 

In terra straniera

viaggiavo su un pullman,

mentre fuori

l’oscurità

padroneggiava la notte.

Cullato dal sonno

pian piano mi svegliai

e guardai fuori,

scorgendo rari lucine ,

finché non vidi la neve

e più avanti

alberi di bianco cristallo.

Costoro sfidavano

l’oscurità

per mostrarsi a me,

per farmi vedere

lo straniero,

ed io godevo

nel vederli

velati dall’ombra,

come l’esoterico

con i suoi spiriti.


 

Mattino al parco

 

tempo

che qui ti fermi

a godere

dell’aria

il cui incanto

culla l’anima

in un’ombra d’oblio

sotto un cielo

senza sole

illuminato

da candore

di nuvole riposanti

mentre

canta natura

nel suo tempio cittadino


 

Realtà

 

sto smettendo di vivere

continuando a farlo


 

Tempio di Debod

 

Nel crepuscolo

dell’Essere

ti stagli

sul Tempo

come sulla

materna acqua,

appagando

chi

ha sete

di lucente

arcaica

bellezza


 

Noia

 

galleggiare nel vuoto

con lo spirito in tensione


 

Illusioni

 

Certezze

su cui ho adagiato

la mia vita

superbe

ma fatte di cristallo

e che ora non reggono più

il peso del mio essere

in maturazione

lasciandomi alla furia

del caso.

Vale la pena

vivere in questo modo?


 

Poco

 

Ti Amo

Mi Manchi

 

che altro da dire?