Ernesto Auriemma - Poesie

La forza dell’ Amore

E’ mare che brucia
in un cuore
di lupo incatenato,
che attraversa
lo spazio
piegato dalla forza
di una stella
che muore,
come un artefatto
che trascende
il tempo,
inarrestabile
non misurabile
in un mondo
che non controllo,
essendo nulla
essendo infinito
in silenzio
confuso,
rimango in disparte.


 

Di una stella che dorme sola

 

Sparsi frammenti
che restano
in fioche memorie
di un tempo leggero
come brezza,
che arriva lungo i rami
ad una foglia
di autunno
che stanca s’abbandona,
come un desiderio
che scorre nelle vene
di corallo
di un nudo corpo celeste
di una stella lontana,
che dorme sola
e guarda me
ed io
non vedo.


Alla deriva

Cuore di fasciame scricchiola
urtando
flutti di emozioni,
sbattuto da passioni
di vento
che strappano
intime
velature indifese,
inerme,
travolto
da irrefrenabili
onde carnali
e perdutamente alla deriva
dei sensi,
senza respiro
stretto alla gola
da pensieri
che fremono,
lentamente affonda
fragile,
in quel mare notturno
in tempesta.


 

Quando l’istante ferito non passa

Quando l’istante ferito
non passa,
il cielo sbatte le porte
e la notte bussa,
e la sofferenza è piena di visi
e taglienti frammenti di luna,
e luce seppellita da onde
che ingoiano stelle di piombo.
Quando l’istante ferito
non passa,
nudo nel vento
che toglie il respiro,
adatto la mia vita
ed i miei sogni,
non perdendo il coraggio,
avanguardia della mia forza,
di solido legno
e lacrime.


 

Manifesto

Sere finite appese alle spalle,
il cielo galleggia sull’aria
ed in tasca nuvole e quiete.
Pensare di poter partire
e non tornare,
di usare il mio corpo
rincorrendo solo me stesso,
ballando con la mie ombre
ripulendo il passato,
e non sapendo cosa fare della mia vita
maledirla serenamente.
E scegliere cene silenziose,
le mie vecchie lettere d’amore,
e la mia piccola scatola di natale,
e come banco di prova
della mia scelta,
la scelta stessa.
Io,
libero di uscire di notte
decidendo chi sono,
senza paura del giorno,
accompagnato solo
dalle ultime ceneri
dei miei versi.


 

Perdonami

Per tutte le volte
che ti ho pensato,
per i miei sogni
irrisoluti,
per la nostra canzone
in silenzio,
per averti fatto ballare
su fiori appuntiti,
per la mia coltre
di nuvole e pioggia
e la mia solitudine
di vetro,
per la luce di ieri
e il domani
che scivola via
come sabbia.
Perdonami,
perché questa volta
è tutto ciò che ho,
ed io
non ti ho ancora
trovata.


 

In pendio, respiro lungo

Guardo un cielo rigido
dove i miei sogni
inciampano
su stelle fredde,
inerti
come oggetti abbandonati.
Mi volto
e sono lontano dalla riva.
In pendio, respiro lungo
tradito dalla rivoluzione
della meraviglia.
In difficoltà
come in mezzo ai binari,
come anni di silenzio
come riempire un minuto
di parole,
i miei occhi cercano
una fenditura nella notte,
fatta di gocce del mio inchiostro
e di dura pietra.


 

La Luna ed il suo teatro.

Rincorrendo tutte le vite
possibili,
da qualche parte
lungo il cammino,
ho perso il passo.
Chiudo gli occhi
di notte,
ed io lo so.
Ma tra poca vita,
sempre quella,
ho scelto
la Luna ed il suo teatro
e quelle piccole
finestrelle brillanti
e i miei sogni
e le mie passioni,
prigioniero
di questo corpo,
in tutte le mie commedie.


 

Tempo

Tempo,
di riflessi d’anima
mancanti
per una vita
sbattuta dal vento,
di fame che sazia
di pioggia,
e sguardi
che si tengono
per mano
in un’ alba
di architettura
di brina,
e musica in un ballo
lento
e di un bacio,
che fa tremare i polsi
dell’ inevitabile
scorrere
del tempo.


 

 Quella tua vita

Carne seducente,
eccitante
che sorride,
ma lontana dall’ anima
come i tuoi occhi,
atrio
delle mie passioni
che mi guardano
mortali
come veleno.
Aria umida e pelle madida
e odore dei nostri corpi
e labbra cosparse
di seme di vita.
Passione di una sera
e della sua stessa esistenza,
cogliendo quella tua vita
in una inesprimibile
carezza.


 Nelle mie vene

Conosci tutte le mie vene
un sentiero intricato
fluido
dietro le mura.
Ci ascolti i suoni
della notte
e dei silenzi immeritati
il rumore delle colpe
ed il fruscio dei segreti
i sussurri degli inganni
e l’ inquietudine di un cane
che giace
alla catena.


Nel cassetto dell’assenza

Nel cassetto dell’ assenza
in una scatola d’argento
ho riposto con cura
tra svaniti profumi
di lavanda
un orologio fermo nel tempo
eterne promesse
ed un cristallo
abitato solo dal vento
dove il dolore
dai contorni dissolti
è solo circostanza
e ciò che cade
è caduto
come carezza muta
tra colonne stanche
confuso appiglio alla presenza
nel mio vecchio calendario
dei silenzi.


 

Alla tavola dei sogni

Nell’ esiguo margine
di un breve volo
che il vento piega
sulla porta dei miei anni
ospite del tempo
alla tavola dei sogni
di quell’ultimo vagone
ho mangiato
ho sorriso
ho guardato
riflessi di cose quieti
e solo stelle al davanzale.


Me ne andrò per mare

E’ solo un istante
di passaggio
un soffio d’aria
a digiuno di pensieri.
A corto di tempo
in un lancio di dadi
fatalmente
compromesso
da brevi rumori
di fortuna
non più in sfida
con le ombre
come foglia senza peso
mi abbandono
reciso
dalla cura del dolore
in congedo dalla carne
me ne andrò
per mare
fin dove riposa il vento
carezzato
da riflessi di corallo.


Perché dirò ti amo ad una farfalla

Perché dirò ti amo
ad una farfalla
che danza
nel teatro del mio cuore
sbattendo ciglia colorate
davanti ai miei occhi
in un soffio
di polvere d’oro
posandosi leggera
come un petalo
su passi e vita
di poesia nuova
dove anche il silenzio
della sera
s’innamora.


Il canto di una conchiglia

Ho chiesto un sogno al mare
ma di me
non ricorda
il nome.
Dimentica memoria
in ombra
che resta schiuma
e torna indietro.
Svanirò come
acqua nella
sabbia
tra lanterne
profumate.
A nessuno dirò
del canto
di una conchiglia
e del suo
incantesimo
di una stella
che dorme sola
e che ora vedo.


Dormi, tutto passa

Dormi, tutto passa.
Voce a pensieri fragili
come un eco
senza risposta
perdendoci
senza ritrovarci.

Ricordi di cose solide
ed emozioni che
incendiano cristalli
sotto un azzurro
di geometrie imperfette.
Dormi, tutto passa.
Ai margini del sogno
alla fine del tempo
con una pugno
di stelle
affronterai il buio
alla tua porta.
Ora dormi,
tutto passa.


 

Cercando Altrove

A piedi nudi
fin dove riposa
l’onda
in un’alba salmastra
di solitudine calma
sporco di mare
e di sabbia
dimentico il colore
di vecchie ore,
decoro la mia pace
con un sorriso
e continuo
a cercare altrove
nell’aria blu
del mattino.


 

Per ogni oggi

Per ogni oggi
di un sogno
che inizia a brillare
e per ogni oggi
di una stella
che inizia a sognare
anche una luna innamorata
socchiuderà
gli occhi,
per ogni oggi
in attesa dell’ abbraccio
del sole.


 

Il Presente non vissuto

Come una chiave
non incisa
come una favola
disabitata
come un incubo
con cento porte
come una scala
di un mondo
senza cielo
come le radici
di un grido sordo
come vele strappate
di navi mute
in attesa che il vento le sfiori.
Come fosse già passato.