Filippo Settanni - Poesie

UNSPOKEN No.1

 

E poi, alla fine, non rimaniamo più soli

Con l’inverno che finisce, e ci piacerà ballare, come se tu fossi già li

Assecondo, con lo sguardo, le linee che ti dipingono

Il fuoco, rosso e giallo, sarà solo l’ultimo di noi a restare sveglio

Le gambe si muoveranno con i piedi che danzano

Chiamando all’attenzione dei fianchi le braccia timide quando si stringono che non si dimenticano 

Di te quando la prima volta non finisce mai finché non ci credi più.

La primavera si muove, senza dirtelo, quando percorre il sentiero 

Le braccia ti sorreggono forte e coraggiose senza sforzo, Si avviluppano in un movimento sconosciuto che io non conosco, che tu non conosci.

Chiamami, più tardi e ti spiego come sono arrivato alla ricerca di te

Sono la vita e la banalità. Sono verde e bianco. Sono il vuoto che intrappola le forme. Sono quello che hai pensato che fossi.

Sono rosso e sono nero. Sono vocale e consonante. Nube e tempesta. Sono  l’oceano che non ha bisogno di contare le gocce che lo compongono.

Sono il sasso che scivola dalla mano incosciente e schizza lungo l’asse della calma.

Sono l’ultima pagina del libro che non leggerai quando sarai essenza.

Sono forma, e il vizio della forma stessa. Sono geometria irregolare e cerchio visto dall’esterno. 

Sono occhi e ciglia che battono, che chiudono e che fermano il momento.

Sei l’altro e l’altra. Sei navigazione ferma e acquietata dal rumore che scorgi sotto di te. Sei terra leggera, sopra di me. Sono particella. Sono mille di esse. 

Sono La reale sostanza dell’interminabile. 

Sei battito, movente allo stesso ritmo dell’ultimo fiato. Risuona come  io non ho fatto.


UNSPOKEN No.2

 

Brucia, legno ardente nella pancia

Digiuna e vera.

Toccami, facce nuove

Onde nuove, infrangetevi

Sulle coste desertiche

Senza abbandonare 

Lo strumento di ritorno

Scagliati, su di me, brezza

E vento

Chiudimi gli occhi, distruggimi le idee

Malsane

Dammi ciò che è tuo,

rivendica il tuo mio.

Posati con quella saggezza che

Osi mostrarmi con dolcezza.


UNSPOKEN No.3

 

Liscia, candida, profumata,rosa, lavanda, seta, sconfinata

Non ci chiediamo come

Non ci osserviamo

Non ci amiamo

Sei nuda, a metà

Grande

Sei ingenua, sei donna

Sei corpo, sei tante donne

Sei violoncello, liscio, profumato,

suoni bene.

Mi piace il tuo suono. Ti accordi con me

Ti lasci suonare e toccare le corde che sprigionano

Seta di corpo

Passione – Voluttà


UNSPOKEN No.4

 

La terra è fresca, a piedi nudi

Le tue labbra sono affettuose, senza vestiti

Le tue ginocchia sono crude

L’acqua scalpita e bolle 

Sulla pietra rovente.

Ballano gli echi dei fuochi incandescenti

Si abbatte il temporale dei tuoi odori.

Sono le maschere del teatro, le cornici del quadro, sono il fusto delle colonne

Che mi circondano

Sono la bocca aperta

Svestita d’arroganza che soffia sul tuo complesso, come le polveri 

Del vulcano.


UNSPOKEN No.5

 

Le amanti ingenue che non guardai,

il saluto prediletto che non colsi,

lo sguardo che non ho incrociato

la mano che non afferrai

Il sorriso che non ho restituito

I capelli che non ho odorato

Il viso che non ho accarezzato

Le labbra che non ho toccato

Le parole che non mi hai rivolto

La banalità che non ho evitato

Il tuo corpo che non ho visto e apprezzato

Il dolore, il piacere e l’intransigente voglia di mescolarle

Insieme. Che  non ho mai concepito

La riconoscenza e la gratitudine come rifugio

La forza delle mani. La forza dello spirito e dell’anima

Lo stomaco che si riempie, quando respiriamo.

Le righe di questa pagina

Le gambe di questo tavolo

La poesia che ti travolge

Prima del tuo respiro

Che blocca il flusso del pensiero

La nullità del rosso che sai essere tale.

La testa che sovrasta

Io che non sono l’altro

L’altro che non conosco

Ed io che non ci sono.


UNSPOKEN No.6

 

Oh Forza, che mi dai l’impeto di osservare senza giudicare

Oh Coraggio, che mi insegni l’arte della grande bellezza della ricerca,

Oh Canto, che mi esprimi nascosto il volto nudo delle parole

Oh Corpo, che mi dirigi verso la luce del piacere.

Vuole, esso, incatenarmi a ciò ch’io penso essere fatale nella mia malinconica

Realtà?

Indugia, se vuoi, lasciami intendere i segni; prova ciò ch’io provo e assapora il gusto interminabile della pienezza.


UNSPOKEN No.7

 

Ci sono  contorni e ci sono linee. 

TU sei contorno che passeggia intorno al tuo corpo

Scala l’altezza dei tuoi piedi, sorseggiando l’odore che lentamente si fa più forte

Si intreccia nelle dinamiche sinuose delle gambe parallele come le stagioni che si amano

Vola verso il centro dell’inizio della vita contraendosi tra i profumi che colori di rosa

Rimane fermo davanti la nascita del seme che prende forma. Volgo al termine delle curve dolci.

Si precipita agli estremi dello spazio culminando nelle molteplici forme del tatto.

E’ presente, si restringe dando vita al più luminoso compito di descrivere con chiarezza e voce profumata

Le linee piene ora del volto . 

Senti lo stesso odore?

Senti i contorni e le linee insieme?

Unisciti. Ricongiungimi. Riempimi.


 

 

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