Francesca De Pasquale
Poesie
LA ZAGARA
Nel balcone ventilato e pieno di sole
arriva dal giardino
la fragranza della zagara
da poco sbocciata tra le arance.
L’aroma mi riporta ad antiche primavere,
quando i preziosi effluvi
aleggiavano sulla città inviolata,
dando all’aria nuovo respiro.
Passando per le strade,
il profumo inebriante mi rapiva
-con suggestivi messaggi-
in un mondo incantato.
Anche oggi, le occulte antenne
dei miei sensi, come l’ape, colgono,
ovunque, intorno, la mitica essenza,
frutto e nettare
della voluttuosa bellezza del creato
che si disvela a chi la sa sentire.
IL VIAGGIO DEL CIELO
Lieve vaghi sul mondo
con invisibile moto
su antichi spazi di luce
inseguendo con veli cangianti
gli orizzonti del tempo.
Ti guardo con trepide domande
senza risposte
mentre il cuore si schiude all’immenso
che muove in eterno le cose
FUOCO E NEVE (ETNA)
Ossimoro dell’universo,
montagna maestosa,
ti ergi all’orizzonte
sull’eterna platea
della terra e del mare
che ti circonda.
Etna, nutrice di fuoco,
dalle viscere ardenti
sfidi con strali vermigli
le cime innevate,radiose di sole.
E spingi Il fumo sinuoso,
nel caleidoscopico
azzurro del cielo,
con ampie volute cangianti
tra nubi rosate.
Da sempre rispecchi
folgorante spettacolo
di perfetta bellezza
che esalta e commuove
chi sente l’immortale respiro
della mia terra.
SOLE DI NOVEMBRE
Dai vetri della finestra,
mentre tu dormi abbracciandomi,
vedo, nel nuovo sole,
voli di colombe intrecciarsi
tra le fronde degli abeti e delle palme,
vibranti al lieve vento.
Immagini di consueta bellezza
spesso appannate
dal turbinio delle inutili corse quotidiane
oggi mi porgono
sorsi appaganti di serenità.
VOGLIA DI LEGGEREZZA
Cerco la leggerezza dei discorsi pacati,
di empatici sguardi e concilianti sorrisi.
Cerco la leggerezza dell’intelligenza aperta
verso l’essere altro da noi.
Cerco la leggerezza dell’affidabilità
in chi regge le sorti delle massi deleganti .
Cerco la leggerezza dell’eticità
in chi ci utilizza per trarne profitto.
Cerco la leggerezza della serenità
che plachi ire e inutili contrasti.
Cerco la leggerezza della realtà
che vinca i fantasmi dell’inconscio.
Cerco la leggerezza della positività
che punti il faro sul bello del nostro tempo.
L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO
(SANTO STEFANO 2018)
L’alba spunta con timida luce,
che un vento leggero,
filtra tra tremule foglie
poi, il sole si libera
dal gioco di nuvole bianche;
invade il cielo;
illumina il prato
e i colori dei fiori d’erba,
ove il giallo del trifoglio
trascende l’azzurro e il verde;
il sorriso complice dei raggi
accoglie il nuovo giorno.
Intorno, silenzio d’uomini;
solo guaiti di cani dai cancelli serrati.
Nessun canto di uccello
nell’aria rugiadosa di freddo.
AFA ESTIVA (IL NULLA)
Calura estiva, incomunicabilità,
apatia, vuoto che inghiotte…
Nulla è peggiore dell’abisso del niente,
della nicchia ancestrale della mente,
che t’ingabbia in una dimensione metafisica,
al di là dell’essere,
nel baratro tra il noto e l’ignoto
ove resti sospeso,
senza domande, pensieri, parole,
senza impulsi e speranze.
…..Poi, piccolissimi spilli di luci
si accendono nel buio,
brillano come diamanti,
diventano raggi di sole,
illuminano un campo verdeggiante
che ti attende con frutti segreti….
VOCI DI BIMBE DI LÀ DAL MURO
Voci di bimbe che giocano,
ciangottando come uccellini all’alba,
grida gioiose nelle corse,
urletti di sfide infantili,
fruscii di vita fremente,
provengono di là dal muro,
dalle casette estive, un tempo inesistenti.
Allora era tutto verde,
tra la grande riva del mare
i luoghi delle nostre vacanze,
e negli ampi spazi
correvano altre bimbe.
La prima nipotina
e, più avanti, due frugolette più piccine
ancora incerte sulle gambe,
con le amichette delle case vicine
formavano un’allegra schiera,
in movimento da mattina a sera
che dava vita e brio al mondo intorno
con mille giochi, corse, saltelli, canti,
espandendo pulsazioni di crescite vitali,
nell’estivo fermento della natura
tra i profumi dei gelsomini
e i voli di splendide farfalle.
Son passati tanti anni,
ma è sempre viva
la gioia nel ricordare
le dolci bimbe di ieri,
oggi adorabili giovani donne
che sfidano un futuro non facile
con grinta e coraggio.
2 ottobre 2020
Versi dedicati alle mie tre deliziose nipoti
PAGINE BIANCHE
Pagine bianche attendono
inesplicati pensieri, sentimenti, emozioni
che premono per farsi voce.
Ora è l’oscuro senso del vivere
che cerca impossibili risposte
all’amletico dubbio
dell’essere – non essere.
Ora è il versatile gioco della memoria
che dirada il velo
disteso dal tempo
su gioie passioni dolori
Ora è l’amore che esplode
se la bellezza affiora consolatoria,
nell’odierno cammino.
Ma è sempre il cuore
che detta, ad ogni passo,
le parole più vere.
LA PERLA
Simbolo dai primordi
di potenza e ricchezza,
la perla fu mito tra i miti
per millenni d’ignoranza:
-lacrima degli dei,
goccia di brina notturna
scesa dal cielo
dentro la socchiusa conchiglia;
-seme fecondato dai fulmini;
-germe nutrito dalla luce
della luna o del sole;
prodigioso effetto
di elementi fondanti dell’universo,
carico di magia.
Troppo semplice e cruda, invece,
la verità, a lungo nascosta
nell’alveo della conchiglia:
la perla è un rimedio
al dolore che affligge,
una cura al male
che stimola riserve vitali,
sintesi degli umori
che l’ostrica, ferita da granello di sabbia
-frammento di millenaria pietra-
o da altra particella invasiva,
erge, giorno dopo giorno,
quale barriera contro l’intruso.
E’ simbolo di vita e di morte
che diventa gemma rara
per il mondo, avido da sempre
di bellezze e tesori.