Francesco Arosio - Poesie

Realtà

Un mondo di burattini e burattinai
Omertà e menzogna governano il cuore dei manichini

Uomini d’alto valore schiacciati dalla corruzione
Talenti oppressi da cognomi noti
l’onore cammina nel fango

antichi valori alti come obelischi ora abbattuti da piramidi di carta
il mondo sprofonda, Noi siamo la colpa


 

Nomade Dormiente

 

perso in un deserto di parole
composto da futili discorsi
e
inutili rapporti
Apparve lui:
Non perso ma Trovato
Solo e Stanco, perfettamente centrato
il Nomade Dormiente
nomade perché non ovunque
dormiente perché perfettamente sveglio
In lui vi è la Natura e il nostro Demonio
Fedeltà alla società
che non mi salverà


 

Impressione di realtà

il viver tuo splendeva attraverso un’immensa nube di fango, grigio e maleodorante
accecante luce di falsità guidavi gli uomini, ma
Ora Sconfitta
tu Putrida Menzogna, pari un pallido lume a paragone di colei che brilla
Colei che vive d’impressione e sentimento

È tale Chiarore capace d’illuminare il mondo? O
Bellissimo riflesso d’antico?

Un’impressione di realtà fu ai miei occhi
Una bellezza materna, uno sguardo di fiducia folgorante
Ti prego…vinci


 

Giustizia

Specchio,
di colui che indossa la corona
Riflesso maestoso di menzogna
Fiera quando consoli i piangenti
con fiale di veleno

Nulla io sento, ho bisogno di vendet…Giustizia!

I popoli acclamanti urlavano il tuo nome
Ti desiderano, ti vogliono
Ma tu li compiaci solo per un momento

Ecco, la Suprema Atena Oscura


Non sono un Patriota

Perché non conosco l’inno
Perché non conosco i miei compatrioti
Perché la famiglia è la mia patria
Perché sono l’uomo del presente, privo di passato


L’ircocervo

Appeso funambolicamente ad una nuvola
Cieco agli occhi
Lucido alla mente
Fortificato nei suoi castelli, non fu abbastanza
La Materia, detta scilla
E
Il Denaro, detto cariddi
Lo insediarono.

Annegò, inerme privato d’essenza immaginifica
Ma tra i gorgoglii dei mostri ancor si ode un flebile grido:
“MAI PIANTERETE NEL MIO CRANIO LA VOSTRA BANDIERA,
IO SON L’IRCOCERVO”


La cerva

Indomita, impavida e libera
correva per la foresta Lei maestosa ad ogni suo passo
incantevole ed ammaliante principessa d’eleganza

fu rapita, dall’eroe, una delle sue brutali vittorie
niente più

non più Sacra
non più Libera

codesto è il destino della Fiera Bellezza esser vinta perché non civile?


All’orizzonte

All’orizzonte si dice addio
All’ orizzonte ho lasciato parte di me andar
Occhi di diamante
Capelli come seta
Lacrime di cristallo
Il cuor gelato è sobbalzato

Eterno è il ricordo ma non l’amore


Amore infinito

Amore infinito tanto cercato
Raramente trovato

Tu bellissima emozione
Tu devastazione del cuore
Anima perduta
Ora ritrovata
Tu completi


Solitudine

Fardello angosciante portato dall’uomo triste
A cui tutto è arrivato
A cui tutto è mancato

Depressione straziante affligge l’identità
Tu che non esisti