Già esistevi
Non importa se eri una regina
o tu fossi stata contadina
Regina con il tuo trono dorato
con tutto il tuo esercito schierato
O contadina in un campo
di grano falciato
mentre guardavi un uomo
stanco e sudato
Già esistevi
Non importa se eri
bianca o bruna
tu fosti bruna
per inventarti la luna.
Due mondi
Galleggiare sul mare come una palla
e volare sui fiori come una farfalla
preparare ogni cosa con affetto
e conservarle con cura dentro un cofanetto
sentirsi libera in un soffio di vento
e sguazzare dentro il tuo grembo
presto nascerò e lascero questo mondo perfetto
e vivro’ in un questo mondo maledetto
A mia madre
Sarà sufficiente la fiamma di questa candela
a dissolvere questa nebbia nera,pesante e morta.
O dovrò aspettare la marea della luna e del sole.
O forse aspetterò che le rose selvatiche
bianche e profumate vestono
il viale antico ed eterno.
Sarà abbastanza questa lacrima
che scava il viso nel ricordo del tuo grembo,
quando in confidenza mi svelavi
tutti i segreti caldi e colmi di vita,
che mi diedero la forza ed il coraggio
di vivere
Ricordi
Molto tempo e passato
e l’amore si è dissolto
come il fiume nel mare
ricordi rimasti nella soffitta
nascosti,sotto la polvere e fuori uso
ed ora galleggio come un iceberg
nei in un oceano a cercare
l’immagine di una foto ombra
del tuo viso sbiadito.
Emigrati
Uomini e donne senza tempo,
in viaggio, verso un mondo senza senso.
Molti sulle onde del mare si spengeranno
altri si salveranno e vivranno
Donne ed uomini sfiniti e malati,
vanno per sentieri sconosciuti
sassosi ed insanguinati,
molti si fermeranno, ed al primo sole periranno.
Eutanasia
Ogni mia lacrima di madre straziata
doveva inumidire la terra dove
dove il tuo corpo si sarebbe amalgamato
avrei conservato il ricordo
del tuo profumo e del tuo sorriso,
e coservato il suono della tua voce.
ora chiusa nel tubo intubata
solitaria nella stanza sbiancata
preda di medici e scienziati
e quando la notte si prende il giorno
e tutto tace, cadono le stelle
sperando che tuo temo sia eterno.
Filo d’erba
Un filo d’erba che il vento accarezza e piega
un’altro che i bambini calpestano nel gioco
un’alto ancora che si stente con gli fra gli innamorati
fili d’erba insaguinati nelle battaglie,
ed altri ancora colmi al mattino con diamanti
ed altri ancora con gli animali si si perdono.
Il pino
Questo grande pino è il mio patriarca
lui conosce i segreti che porta nell’arca
lui con la sua grande chioma gioca
con gli scoiattoli
e la mattina con le sue radici
affila le unghie dei gatti.