Francesco Stecca - Poesie

Già esistevi

 

Non importa se eri una regina

o tu fossi stata contadina

Regina con il tuo trono dorato

con tutto il tuo esercito schierato

 

O contadina in un campo

di grano falciato

mentre guardavi un uomo

stanco e sudato

 

Già esistevi

 

Non importa se eri

bianca o bruna

tu fosti bruna

per inventarti la luna.


Due mondi

 

Galleggiare sul mare come una palla

e volare sui fiori come una farfalla

 

preparare ogni cosa con affetto

e conservarle con cura dentro un cofanetto

 

sentirsi libera in un soffio di vento

e sguazzare dentro il tuo grembo

 

presto nascerò e lascero questo mondo perfetto

e vivro’ in un questo mondo maledetto


A mia madre

 

Sarà sufficiente la fiamma di questa candela

a dissolvere questa nebbia nera,pesante e morta.

O dovrò aspettare la marea della luna e del sole.

O forse aspetterò che le rose selvatiche

bianche e profumate vestono

il viale antico ed eterno.

Sarà abbastanza questa lacrima

che scava il viso nel ricordo del tuo grembo,

quando in confidenza mi svelavi

tutti i segreti caldi e colmi di vita,

che mi diedero la forza ed il coraggio

di vivere


Ricordi

 

Molto tempo e passato

e l’amore si è dissolto

come il fiume nel mare

 

ricordi rimasti nella soffitta

nascosti,sotto la polvere e fuori uso

ed ora galleggio come un iceberg

 

nei in un oceano a cercare

l’immagine di una foto ombra

del tuo viso sbiadito.


Emigrati

 

Uomini e donne senza tempo,

in viaggio, verso un mondo senza senso.

Molti sulle onde del mare si spengeranno

altri si salveranno e vivranno

 

Donne ed uomini sfiniti e malati,

vanno per sentieri sconosciuti

sassosi ed insanguinati,

molti si fermeranno, ed al primo sole periranno.


Eutanasia

 

Ogni mia lacrima di madre straziata

doveva inumidire la terra dove

dove il tuo corpo si sarebbe amalgamato

 

avrei conservato il ricordo

del tuo profumo e del tuo sorriso,

e coservato il suono della tua voce.

 

ora chiusa nel tubo intubata

solitaria nella stanza sbiancata

preda di medici e scienziati

 

e quando la notte si prende il giorno

e tutto tace, cadono le stelle

sperando che  tuo temo sia eterno.


Filo d’erba

 

Un filo d’erba che il vento accarezza e piega

un’altro che i bambini calpestano nel gioco

un’alto ancora che si stente con gli fra gli innamorati

 

fili d’erba insaguinati nelle battaglie,

ed altri ancora colmi  al mattino con diamanti

ed altri ancora con gli animali si si perdono.


Il pino

 

Questo grande pino è il mio patriarca

lui conosce i segreti che porta nell’arca

lui con la sua grande chioma gioca

con gli scoiattoli

e la mattina con le sue radici

affila le unghie dei gatti.