Germano Di Giusto - Poesie e Racconti

Apro gli occhi.

 

Apro gli occhi e non so dove sono.

Giro lentamente la testa, vedo le mie mani.

 

Cerco di muovermi ma non ci riesco.

Sento la schiena contro la roccia nuda

Le gambe si tendono ma sono bloccate

Corde di inchiostro nero mi legano alla terra

Fili di pensieri vogliono portarmi via.

 

Vedo mani tese verso di me ma non riescono a raggiungermi

sono legate anch’esse a pietre pesanti.

 

Voci confuse mi chiamano da altre prigioni.

Cristalli di luce mi illudono

Bui di realtà mi inchiodano.

 

Chiudo gli occhi e volo.

Spezzo le catene con sogni impossibili.

 

Attraverso le distanze con palpiti fuori tempo

Ritmi scanditi da battiti di ali rapaci.

 

Mi osservo dall’alto di traiettorie ardite.

Cerco uno stormo da seguire.

Prima della fine di un respiro

Prima di riaprire gli occhi nuovamente incatenato alla mia

roccia.

 

Apro gli occhi e vedo il sole

Giro la testa e vedo mia figlia.

 

Ascolto il cuore e sento l’affetto degli amici

Sento che qualcuno ha cucito delle ali sulla mia schiena.

 

Il corpo e’ leggero

Le ali si spiegano e volo nel cielo azzurro

mi unisco ad un gruppo in festoso volo.

 

Il sole mi scalda e la brezza mi porta via i pensieri.

 

Le voci che sento sono canti gioiosi

Le mani che vedo sono carezze.

 

Plano leggero su una bellissima scogliera.

 

Lascio che il mio sguardo si perda alla vista del mare

E non mi sento solo.


Il coraggio

 

Sei forte,
non per te stesso,
sei forte per lo sguardo degli altri.


Sei forte perché il buio che ti sta portando via
non si imprima nel cuore di chi ami.


Sei forte perché il tuo ricordo rimanga
il piccolo sole che scalda il cuore di tua figlia.


Hai trasformato la tua rassegnazione in serenità,
la serenità in coraggio.


Ora innanzi alla pace,
che inevitabilmente ti attende,
sei coraggioso.


Per fare coraggioso
chi non può che maledire il fato.


Il silenzio di te che ti allontani

 

Cosa stai pensando ?

A nulla… rispondo

 

Mi sembri strano

Sono solo stanco

 

Silenzio…..

Timore…..

 

Cercare le parole

 

Sentire il silenzio sovrastante del vento che invade i miei

pensieri.

 

Muto.

 

Contatti….

Cercarti.

 

Avvicino le mani per sfiorare la tua pelle

sono urla silenziose che chiamano una tua carezza.

 

Raccogli i tuoi pezzi lontano da me

Centimetri… 

immense distanze incolmabili.

 

Mi accuccio sul cuscino che hai messo accanto a te

una barriera insormontabile tra noi.

 

Soffice…. 

Mi induce ad un sonno irrequieto 

nel vuoto immenso che sai creare.

 

Fumi ?

Si !!

La cenere nera che si deposita dentro di me forse potrà uscire.

 

Silenziosamente soffio ali di fumo 

sperando di liberarmi dalla nebbia 

che avvolge la mia anima.

 

Mi trascino fino al letto.

Sperando che la carrozza del sonno mi porti 

ad un domani in cui saprò parlare.

 

Chiudo gli occhi

E cado in un oblio senza di te.

 

Vicina e distante.

 

Mi sveglio.

Sei accanto a me

…. Dormi

 

Sei arrivata e non mi sono accorto.

Silenziosamente furiosa.

 

Esco.

Ti guardo, ti sfioro con le labbra tremanti

 

Ti amo

E tu ?

Mi hai mai amato ?

Potrai mai amarmi ?

 

Mi sento un cuore precario

che batte inutilmente illuso da speranze auto infuse.

Incapace di spegnersi

Impreparato ad accogliere le evidenti tracce 

della fine dei sogni.

 

Debole

Senza forze le osservo

Consapevole della necessità di cancellarle

Certo che bisogna farlo per sopravvivere

 

….. e intanto sento il silenzio di te che ti allontani.


Io Amo 

 

Amo !!!

Ora finalmente vedo non solo guardo.

 

Ora io sento.

 

Sento il profumo della vita che mi circonda

Sento il vibrare delle emozioni che generano i sorrisi

Sento il calore nelle parole di chi vive le proprie passioni

Sento il bruciare delle lacrime che si devono trattenere

Sento la rabbia contenuta negli sguardi severi

 

Respiro le sillabe entusiaste di chi ha vissuto un sogno

Mi sazio della felicità degli altri e la faccio mia 

per viverla con loro.

 

Sono felice.

 

Vivo….

 

Ogni giorno…..

 

Ogni notte mi abbandono ai sogni

Ogni mattina mi sveglio con il sorriso 

di chi attende di essere sorpreso.

 

Trasformo la mia antica rabbia in esperienza

le mie paure in ansia per le sorprese che ancora mi attendono.

 

Desidero,

Desidero ogni giorno di scoprire di avere ancora infinite

esperienze da vivere.

 

Desidero viverle ogni giorno e scoprire il giorno dopo che sono

ancora infinite.

 

Sospiro per la passione immensa che voglio dare

 

Ora so cosa significa voler bene.

 

Io amo.


La preghiera del poeta

 

Batti forte cuore !

Spingi il sangue, fallo correre !

 

Deve alimentare la mente e muovere con forza 

i muscoli del poeta

che deve incidere le proprie parole per il mondo.

 

Correte forti gambe !

Perché nulla può fermare la corsa della fantasia.

 

Udite orecchie!

 

Beatevi occhi della luce che pochi possono vedere.

 

Ridete labbra!

Nella speranza che altre si appoggino a voi.

 

Egli raccoglierà il vostro canto e lo tramuterà in forza pura

lo scolpirà su fogli di storia 

che spezzeranno il tempo e le distanze,

che resteranno le eterne regole di chi ama.

 

Batti forte cuore !

 

Anche Dio deve udire la tua forza

che è l’unica preghiera che il poeta può regalarti.

 

Fremi corpo !

Perché fremente e l’anima di chi sogna.

 

Batti forte cuore!

perché scorra la tua forza impetuosa 

che nessuno potrà fermare.


Non dimenticare

 

Sentire il dolore

e poi voler fuggire.

 

Ti accorgi di essere solo.

 

Soffri,

perché la tua libertà è lontana.

 

E poi nella notte la cerchi

speri di incontrarla in un sogno.

 

C’è un posto vicino

che è solo per lei.

 

Loro sanno che la cerchi.

 

Stai soffrendo.

Solo la sua idea ti ricorda

di essere vivo.

 

… voglio capire non dimenticare.

 

Solo capendo mi sentirò uomo

Solo sapendo

che i miei fratelli

non hanno sofferto per niente

potrò battermi perché non succeda più.

 

E loro vivranno nel mio ricordo.


Notte

 

Notte
Fatti scura per nascondere le nostre pene.


Vento
Raccogli le nuvole
fanne morbido giaciglio per i nostri corpi.


Fuoco
esplodi in mille fuochi.


Luna 
radunali che siano stelle.


Stelle 
….. Illuminate la strada dei nostri sogni.


Perché

 

Hai cercato di fuggire il buio
accendendo fuochi fatui. 


L’oscurità ti ha ingannato.


Ha sciolto i fili che ti tenevano aggrappato alla vita
oramai troppo sottili.


Ti ha illuso.


Credevi di poter nuovamente volare verso la luce.
Stavi cadendo.


Tu solo hai sentito 
lo schianto fragoroso di ossa spezzate.


Ci hai lasciato solo il tuo silenzio
e l’eterna domanda.


SONO TORNATO 

 

Anni

Nascosto in un incontro inaspettato

 

Giorni trascorsi ad allontanarsi senza accorgersi

A sfuggire a se stessi

 

Abitudini nuove, certezze illusorie

Allontanano amici ed offuscano pensieri

Cambiamenti che lentamente trasfigurano cuori

Intimità dell’anima che sfuggono silenziose

 

Un lampo preannunciato da un rombo crescente

Squarcia violento il sonno drogato di una finzione

 

Risveglio affannato che confonde 

 

Nello specchio un’immagine a stento nota

 

Sono tornato e mi ritrovo giorno dopo giorno

Piano ricompongo me stesso

 

Mi ero perso in un sogno che mi aveva inghiottito

Riemergo con fatica scansando illusioni 

Man mano che muoiono

Riconosco pezzi di me perduti

 

Li raccolgo e nello specchio 

Riappare l’immagine di un io ritrovato


Tu passi…..

 

Un velo opaco

si deposita su un ricordo

del tempo fra noi.

 

Tu passi.

E basta un tocco

 

E tutto ritorna luce

 

E il ricordo diventa oggi


Eccola

 

Ero arso da una sete millenaria

che l’acqua non poteva calmare.

 

I miei sensi erano scossi

dalla premonizione di una brezza rinfrescante.

 

Eccola.

 

La attendevo da giorni,

forse da sempre.

 

Lei arriva in sella a un destriero nero,

dolce goccia di rugiada.

 

Apro gli occhi

vedo.

 

Mi entra nei polmoni

imparo a respirare.

 

Tendo le orecchie,

sono in grado di sentire.

 

Scioglie la mia lingua,

mi accorgo di saper parlare.

 

Muovo le mani.

 

Tocco il mondo

imparo a scrivere.

 

Ora riesco a capire chi sono,

vivo.


Io sono…

 

Luce e buio,

bianco e nero.

 

Sono un essere solitario e non voglio dipendere da nessuno

sono un essere a cui piace avere qualcuno che lo accarezza….

 

Bianco e nero

 

Dolce come il rumore sordo delle fusa 

che solo chi amo può sentire,

amaro come il silenzio, non delle parole ma dell’anima, 

che rivolgo a chi non mi rispetta.

 

Morbido come le carezze che distendono il mio mantello

tagliente come i graffi che riservo a chi tenta di imprigionare

la mia voglia di libertà….

 

Struggente come le note di un amore lontano,

coinvolgente come la passione dell’amore vero…..

 

Assente per chi non vuole capire la mia natura,

presente per chi la vuole esplorare……

 

Calmo come il mare al tramonto… 

e come il mare misterioso e pericoloso.

 

Chiudo gli occhi ed accendo i sensi.

 

Mi adagio delicatamente e accucciato ascolto

la melodia silenziosa delle corde

capaci di vibrare in infiniti modi

se i tasti sono sfiorati dalle lunghe dita 

di chi, con pazienza, mi sa imparare.


L’amore è un fiume

 

L’amore è un fiume

tempestoso 

gli argini faticano a contenere la sua forza

si insinua in ogni pertugio

sommerge anima e pensieri

preme contro i propri confini 

perché l’amore non ne vuole.

 

Vorremmo lasciarlo andare 

che invadesse tutto ciò che ci circonda.

Vorremmo che toccasse ogni nostro più remoto pensiero.

 

L’amore invece ha bisogno di solide sponde

perché non si disperda.

 

I mille rivoli della nostra vita 

distraggono l’amore

sono gelosi della sua irruenza

crepano le certezze che abbiamo

disperatamente sottraggono gocce 

per toccare la gioia che ci pervade

per portarcela via.

 

Ci confonde.

Ci travolge.

Ci spaventa.

 

Abbiamo sete di lui 

perché l’amore è vita.

Ogni goccia è importante. 

 

Alziamo argini sempre più alti 

per sentirci liberi di amare. 

Nonostante il resto. 

 

Spesso nel silenzio a volte urlando. 

Lottiamo per sopravvivere. 

 

Noi non amiamo 

noi diventiamo amore

perché l’amore totalizza la nostra essenza.

E diventiamo fiume inarrestabile.  


Magica creatura

 

I pensieri,

I sogni…

Non si possono comperare.

 

Allora darei un pezzetto del mio cuore

per sapere cosa cerchi.

 

Magica creatura

accovacciata su quella roccia

in mezzo al mare.

 

Lo sguardo rivolto alla luna.

 

Chi ti ha rapito il cuore ?

A cosa brami ?

 

Sussurrami il tuo canto melodioso

Incantami con la tua dolce voce.

 

Portami con te negli abissi misteriosi

Insegnami a domare le onde più alte

 

Illuminami con un tuo sorriso


Mediazione

 

Apprezzo l’uomo.

 

Se il suo parere e’ un’opinione

non una sentenza.

 

Di fronte ad un fatto 

ricerco le possibilità

non certezze predeterminate.

 

Strettoie anguste ma percorribili.

 

Rifuggo la compiacenza

preferisco conquistarmi la stima.

 

Non vittorie schiaccianti

ma successi sofferti.

 

Troppo facile confermare verità effimere

mi da più gioia raggiungere mediazioni sostenibili.

 

Amo la sincerità.

 

Non voglio offrire miraggi

preferisco porgere l’idea di traguardi in cui credere.

 

Voglio che mi invitino a lottare.

piuttosto che mi offrano 

i tesori conquistati in tempi remoti.

 

Cerco il meglio 

tra varie opportunità

non la mediocrità del non scegliere.


Sospeso

 

Sono sospeso tra il tempo e lo spazio.

Non sono dove vorrei e questo non è il mio tempo.

 

Galleggio

tra momenti che mi sono distanti.

 

Gli oggetti sono impalpabili.

Le persone nuvole disgregate di atomi

Immagini invadenti

Illusioni che non posso raggiungere.

 

Vago smarrito da un tempo infinito.

 

Urto contro cose e persone

Mi feriscono

Ma quando mi volto per afferrarle

Esse non ci sono più.

 

Mi circonda un buio profondo.

 

I miei occhi accecati da lacrime solitarie.

Le mie mani,

chiuse a pugno,

colpiscono i fantasmi della mia mente.

 

Le mie gambe intrappolate.

Affogo nel fango di una pioggia che corrode.

 

La mia anima

si riduce al silenzio per non morire.

Il mio cuore

Trattiene le urla per non soffrire.


Capitanoooo !!!

 

Capitanoooo!!!!
….Nulla 

Capitanoooo!!!!
….Nulla

Dopo giorni di bonaccia sembrava che tutti gli elementi spingessero il grande veliero. 
Il vento gonfiava le vele e la prua tagliava le onde come se nulla potesse fermare la corsa.

L’ufficiale di vedetta cercò attonito l’attenzione del capitano.

Egli era immobile, le mani forti stringevano il timone, le braccia tese. Il suo sguardo penetrava la notte guidato dalla luce argentea della luna e questa sembrava un faro puntato su un gruppo di scogli che si facevano sempre più vicini, minacciosi.

Ma il capitano sembrava non se ne curasse, il volto fiero, segnato dalla forza del vento e del sale, appariva sereno, incantato.

Udite le urla della vedetta gli uomini in coperta si misero subito in allarme. Il richiamo era saturo del pericolo imminente che lo aveva generato.

Capitanoooo !!!!

Il capitano sembrò per un momento accorgersi del fermento dei suoi uomini.
Quasi disturbato dal brusio che saliva sempre più alto, gettò uno sguardo verso quella confusione e parlò con voce calma.

“Non udite questa melodia ?
Non sentite anche voi il richiamo portato dal vento ?”

Gli uomini all”inizio non capirono…. 
Il loro comandante era forse divenuto folle ? 
Forse le lunghe e solitarie notti sul ponte di comando lo avevano trascinato nell’oblio ?

Alcuni di essi, quelli che da oramai tempo immemore lo avevano seguito, provarono allora ad ascoltare. 
In un primo momento udirono solo il rumore del vento e l’infrangersi delle onde e rivolgevano sguardi impauriti, ora verso il capitano, ora verso quegli scogli che divenivano sempre più grandi.

“Aprite il vostro cuore !!!
Altrimenti non potrete sentire, innalzate la vostra anima al di sopra degli elementi e lasciatevi condurre!!!”.
Urlò allora il capitano incitandoli.

Fu allora che i primi riuscirono a percepire quel richiamo…. 
E poi, ad uno ad uno, tutti si lasciarono trasportare…come un’unica entità che aveva trovato la strada.

Ora quelle rocce cominciavano a rivelare il mistero; esse erano vive, abitate da figure mai viste che invitavano con il loro canto.

Alcuni vi sentivano la voce della donna lasciata a scaldare il giaciglio in attesa del ritorno del proprio consorte, altri udivano il vociare di quando erano bambini.

C’era chi vedeva in quei volti lo sguardo benevolo di una madre, chi quello intrigante di un’amante.

Nessuno di loro percepiva più il pericolo di quella corsa perché nulla di pericoloso sembrava celarsi dietro quel canto.

Pareva oramai che niente avrebbe potuto evitare il naufragio e che infine si sarebbero lasciati addormentare dall’abbraccio del mare.
Invece quel canto governò per loro il veliero che passò sicuro evitando le rocce e continuò il suo viaggio. 

Gli uomini si destarono dal quel sogno che, per un tempo incalcolabile, li aveva riportati a casa.

Ognuno di essi avrebbe ricordato per sempre il canto melodioso della propria sirena.


Il sorriso, gli occhi, il silenzio

 

Ci sono diversi tipi di sorriso, alcuni portano dietro l’entusiasmo della sorpresa, la gioia di una scoperta….. 

Sono belli possono illuminarti sono quelli che vedo sul volto di mia figlia….. 

Mi mettono addosso la voglia di abbracciarli per proteggere la loro genuina tenerezza.

 

Altri nascondono la forza di una donna, sono come il sole che sorge dietro le montagne che la vita ci fa scalare….. 

Davanti a questi provo il desiderio di scambiarlo quell’abbraccio, di urlare al mondo che ho trovato con chi voglio affrontare quelle montagne enormi.

 

Esistono differenti occhi, alcuni si sgranano per cogliere il più possibile della vita che stanno imparando e si stringono per cogliere frenetici i dettagli di ogni novità, sono fantastici, sinceri, non possono nascondere i sentimenti perché ancora non li temono….

Sono quelli che, da genitori premurosi, non vorremmo mai veder piangere e che proviamo, per quanto possibile, a difendere.

 

Altri sono intensi, penetranti ti raccontano più di ogni parola….. 

Ogni loro sguardo è figlio di una storia, di rabbia, di delusione, di amore….. 

Se si abbassano o se sfuggono non è per timore ma spesso per paura di essere violati o di essere costretti a dire parole che la gola vorrebbe strozzare…. 

In questi occhi voglio  perdermi per capire se mi vorrebbero parlare….

 

Ci sono tanti tipi di silenzio…. 

A volte il silenzio è frutto della paura di non poter più trattenere la verità, a volte è la risposta ad un altro silenzio….

talvolta vorrebbe essere una assordante richiesta di aiuto o una ostinata attesa di attenzione e non può essere rotto da parole casuali… 

Il silenzio resta tale anche in mezzo ad un caos di voci.

 

Il silenzio, la sua forza, è una cosa che si impara con l’esperienza, con il tempo lo usiamo quando vogliamo conoscere o quando vogliamo far sapere…

il silenzio tuttavia è faticoso e mai vorremmo fosse scambiato per indifferenza….. 

….il silenzio è l’attesa di colei che decide di volerlo spezzare


La firma del re

 

C’è una radura alla fine del bosco, un posto incantato, al confine delle terre selvagge. Ne conserva il mistero e ne doma la forza.

 

Egli arriva, fiero, indossando abiti nobili e protezioni scintillanti, domando con sapiente maestria il proprio destriero. 

E’ solo ma non conosce la paura perché egli appartiene a quel posto ne è custode e padrone e nessuno oserebbe varcare le mura magiche del suo regno.

 

Si ferma, il posto e’ perfetto, osserva gli spazi verdi, misura a memoria le distanze. 

 

Si quello è il punto esatto.

 

Scende lentamente da cavallo, apre la grande borsa di cuoio e ne estrae un legno tondo, si sposta di cento passi, non uno di più non uno di meno. 

 

Ora si trova davanti al primo albero del bosco, egli lo chiama “il guardiano”. E’ forte, il tronco avvolto in una pesante corteccia, memore di molte battaglie.

 

Il cavaliere fissa il bersaglio alla corteccia e poi torna calmo al punto di tiro. 

 

Cammina lentamente, respira a fondo l’energia di quel luogo, i suoi sensi sono concentrati sull’obbiettivo.

Si ferma, impugna il proprio arco, ne saggia la tensione, passa le dita sulle incisioni accurate eseguite dopo ogni battaglia da maestri artigiani. 

 

Estrae una freccia dalla faretra che porta in spalla e  bilanciando ogni movimento, carica la propria arma.

 

La corda si tende, le braccia si allineano alle spalle, ora e’ pronto, si volta ed osserva il bersaglio, solo un istante.

Lascia partire la freccia e ne osserva la traiettoria, la guida mentalmente nel suo viaggio. 

 

Un attimo prima che la freccia colpisca, non ha bisogno di guardare, ripone l’arco, risale a cavallo e si allontana verso il sole.

 

Altri vedranno il suo segno, sapranno di chi sono quelle terre e passeranno oltre.


Lettera ad un’amica

 

Carissima amica,

    come avrai capito la mia mente e il mio cuore sono colmi di ansie, è difficile conciliare le aspettative, i progetti, i sogni con il mondo che mi circonda.

 

Anche io sbatto contro le mie porte chiuse probabilmente per la paura che si aprano sul vuoto.

Questo non significa che non abbia il bisogno anzi la necessità di ottenere uno sguardo, un sorriso, un abbraccio, qualche piccolo sole che mi permetta di affrontare questo inverno.

 

A volte le scelte più difficili, quelle che sono fondamentalmente contrarie alla propria natura, ai propri progetti, sono quelle che rendono dignitosa l’esistenza ma sono anche le più ardue da metabolizzare.

 

Ci vuole pazienza….

 

Devo trovare il coraggio di aspettare che arrivi il momento, devo trovare il modo di ricostruire la mia dimensione del sogno.

Non è semplice condividere tutto questo, è una via senza ritorno, se giusta può essere la forza che scorre nelle vene e genera un nuovo mondo, se sbagliata provoca devastazione e nuovi inizi, nuovi riferimenti, nuovi sogni o incubi paurosi.

 

E’ vero che mi chiudo in me stesso ma, credimi, se potrei sopportare una mia personale sconfitta da cui trarre nuove energie e stimoli per iniziare nuove battaglie, non potrei sopportare di far male alle persone a cui tengo per le quali sono pronto a sacrificare qualsiasi mia personale ambizione.

Penso di poter convivere con i miei insuccessi ma temo di non sopportare che questi comportino sofferenze nelle persone a cui tengo.

 

Questo per me è amicizia.

Andare oltre le proprie ambizioni senza annullarsi nell’altro, condividere le ansie  senza chiedersi dove può arrivare la propria sopportazione, ben sapendo che questo potrebbe comportare anche personali rinunce.

 

L’amicizia non è una cosa che si trova, si offre, si accetta, è l’elettricità che tiene equidistanti due anime, non troppo vicine da annullarsi, non abbastanza lontane per perdersi.