Giacomo Quaglia - Poesie e Racconti

PRIMAVERA

 

Lo sguardo lontano,un bove,un aratro

al lavoro,mani sapienti dell’uomo alla guida

Zolle fumanti,riverse al sole,sapore di Madre terra,

ovunque diffondi il tuo richiamo,preghiera antica

che ti rinnovi in concerto e a tutti annunci primavera!

Laggiù,destati da sonno profondo,

mandorli in fiore,profumo dolce,intenso,

come il desiderio di farti rapire da questo tiepido

vento,che in libertà ora ti solleva e ti culla,

poi ti porta lontano nel mondo fra sogni e

speranze.Tu,stupito,incredulo ne chiedi ragione

mentre una voce imperiosa ammonisce: stolto

non fare domande,assapora profonda la gioia

che dà primavera!

Tutto rinasce, primule e mammole adornano

i prati,gemme nuove rivestono gli alberi,in cielo

regine,le rondini intrecciano voli,profumo di muschio

che invade il paese ,risveglio di folletti e fatine nei boschi.

Cuore di mamma che porge il seno al bambino.

Lode al creato,sete mai sazia di pace e giustizia,

ma ovunque lo sguardo si posi ,gioiscine appieno:

è primavera!

 

Giacomo quaglia 21 marzo 2018


 LE SOLITUDINI

 

Come serpe velenosa,ovunque

strisciante procedi in cerca di fragili vittime,

sempre pronta a colpire e celare nell’oblio

del tuo veleno,sentimenti e passioni sogni,speranze.

Impietosa,tendi trappole ed esche,insinuando paure

come agli occhi profondi di un vecchio che incontro,

non è il color delle vesti,ma la luce dello sguardo

a rivelar se c’è solitudine.

O la donna ferita nel cuore,ha perso

il compagno,l’amico,ora è sola avanti al destino.

Saranno sguardo, sorriso,altro ancora a

rivelar se c’è solitudine.

Madre sciagurata,rifiutare il frutto di

un amore,abbandonarlo all’ignoto..

Saranno i suoi occhi domani a

rivelar se c’è solitudine..

 

giacomo quaglia


IMMAGINI

 

Ciottoli di strada.

Ora umidi di pioggia,ora arsi dal sole

ma sempre luccicanti,consunti da umane fatiche,

vibrano sotto le ruote incerte del carro,greve di peso,

che li percorre.

Non un gemito,non un lamento che si innalzi pietoso.

Anche tu umile bove che dividi la vita tra stalla e giogo

avanzi lento e ansimante.Solo il tuo sguardo,

solo i tuoi occhi granndi,dolci,tradiscono un bisogno

di pietà,mentre si riflettono nei miei.

Figure di case,testimoni di un paese antico,ricco di storia,

con una torre di guardia,dipinta su tela di nuvole,per

gloria dei potenti.Più bassa la campanaria,a scandire

tempi e momenti di vita degli umili.Case a specchio

l’un l’altra,lungo la strada con respiri di luce e di spazi.

Qua e launa piccola piazza,dei vicoli,tanti cortili.

Ogni porta,ogni finestra,tutte storie,tutte vite,tutti sogni

e passioni.Si,vissute.D’incanto finite nell’oblio vorace

del tempo,che tutto avvolge e nasconde nell’eternità.

 

Giacomo quaglia


 COSI, PER SEMPRE

 

Bimbo, che ti affacci alla vita,

con anima pura,cristallina

come acqua di fonte,

coltiva con forza i tuoi sogni,

scevri da incertezze e paure.

Madre che hai donato la vita,

col dolore, raccogli ora briciole

di felicità, coltivando

speranze, solo quelle,

salendole, imploranti

per la tua creatura.

Uomo,impavido,tenace, eroe

delle illusioni,fermati ,

rifletti sui mostri che stai disegnando.

Non ha futuro quello che appoggia

su nuvole,alimenta incertezze.

Tempo, giudice senza appello,

di sogni,speranze,illusioni,

ruota implacabile,

tutto triti,lasciando al destino

le decisioni,avvolgendo la ragione

in un canto di sirene,mentre l’oblio

della notte,prepara il posto al nuovo

giorno che verrà.E così…….per sempre.!


 CREPUSCOLI

 

Quando il sole si declina sull’orizzonte

delle cime,spegnendo la luce ai tuoi occhi e

il calore alle tue membra ,per un attimo cuore e ragione

si fermano,stritolati da paure ancestrali

ed il tuo desiderio,legittimo di capire

sapere cosa ti sta capitando rimane nel vuoto.

Che sia un crepuscolo?

Quando le paure,le ansie lentamente

prendono il posto delle tue certezze,

insinuandoti il tarlo dell’insicurezza

e giù giù, dalle viscere profonde

della terra senti il prorompente salire

di un tuono a squassare l’effimera torre

d’avorio su cu ingiustamente sei seduto.

E’ l’inizio del crepuscolo

Quando ti accorgi che gli affetti più cari

da sempre a te più vicini,pronti a

rispondere ad ogni bisogna,si sono

avviati verso un loro cammino,lo sai,

lo capisci,ma lo stesso ti rode.Una

lacrima solca il volto di un vecchio egoista.

E’ il crepuscolo.

 

Giacomo Quaglia


ANCORA TU

 

A te che hai imbrigliato anzitempo

il mio cuore,e con i tuoi occhi ed il

tuo sorriso hai acceso l’amore,

a te che che hai guidato discreta i miei passi,

a te che hai dato senso alla mia vita,

dedico queste fragili parole.

La nostra strada,un tempo facile ,invitante,

sta facendo posto ad un ripido sentiero,

presagio di traguardo prima o poi vicino.

Tante sono le cose che ti vorrei dire,

ancor più i ricordi che con me vorrei portare.

Ma alla fine so,che per spiccar l’ultimo mio volo,

il miglior viatico sei tu,accanto a me,

mano nella mano,ancora tu.


 

AMO IL RUMORE DELL’ACQUA

 

Amo il rumore sottile

invitante dell’acqua sorgiva,

che a fiotti saltella fra i sassi,ora

in danza gentile,poi più decisa

E sorride alla luce del sole,

mentre forma lucenti rigagnoli,

che iniziano a entrare in discesa,,

fra rocce sconnesse e prati fioriti..

Amo il rumore dell’acqua nella corsa

a valle,quando l’incontro di tanti

rigagnoli la trasformano in torrente

impetuoso.Nulla teme,fa la sua strada,

formando anse,laghetti e cascate.,sollevando

alti spruzzi,che il sole attraversa in

tenero abbraccio di arcobaleni

iridescenti

Amo il rumore dell’acqua,

mentre va incontro al suo destino.,

percorrendo gole sinuose,prati

pianeggianti,tortuosi pendii.Sempre,

ovunque è un’occasione per intonare

i suoi canti,mentre i monti vicini,

rinforzano il coro.

. Amo il rumore dell’acqua anche quando

scende di tono,la tua cavalcata è

finita in un lago ,con acque chete,.

Imbrigliate dall’uomo.

 

Giacomo Quaglia


Un piccolo angolo di paese raccontato in dialetto

A PIASSETTA : SAN ROCCU

 

Tantu t’è pininn-a , raccolta,tantu t’è bella.

Da na porte a stro,dall’otra casette antighe it fan da curun-a

propriu cun tutti i riguordi chis deva a na stella.

Forse in stisin schiva, ma ti serca id fo a faccia bunn-a.

In fundu,non tutte i pean vantò

in passò nobile,antigu e riccu de storia

i sun pù grosse?T’in te la devi piò

cuntinua ad esse umile.Tegni luntan-a a boria.

T ‘id ricordi,feste ,parote e quanti curtei

geinte cun e bandee,cavali,cavalieri e principesse

i passovan da chi cun caruvane pinn-e id trufei

e-i purtovan au signurottu per aumentoghe e so ricchesse.

Pianin e purtun du burgu u vegniva avertu

pesante, id feru,u duveiva fo da guordia,cuntra i nemisi,

u curteu u introva in de dreintu in te in cuncertu

id fanfore ,trumbe,fiue dai barcun-i e canti amisi.

Intantu e populu id Carea,u stova a miò cun a bucca averta

un l’è ancu ceu se per ammirasiun o meraviglia,

o speransa id ciapò quarcosa e metilu in berta,

a-a faccia di ricchi chi beveivan e mangiavan a gossuviglia.

Anni e seculi i sun passè quante ti n’è viste avanti e indrè

lanzichenecchi,lungubordi.franseisi,americann-i e tedeschi

(bunn-i isssi per a pianna)e tanti otri,giustu per no stò inderè.

A tutti ,cumpreise e bestie,l’egua de-e Barchì per tegnili freschi.

E u ghea n’avvisu bein grossu in se na ca,aua un gh’è più

propriu in sima a butega dell’Erminia,a ricordu di n ‘eveintu,

bruttu,id settant’ani fa ,ma cosa a vrei c’a digga,e mundu u va su e zù.

Perdun si, a deinti strecci,memoria all’erta perchè semu me cu va e veintu.

Coa piassetta ti che te facciu cumpagnia a -a ture e a tanti arquateisi

ti che t’è vistu passò intreghe generasiun-i ,e vegiu e u neuvu

i t’an ciamò San Roccu,prutettu di povri e d’indifeisi

grossu impegnu,va za bein che nu t’è sula.in can ti gl’è seimpre a preuvu.

 

giacomo quaglia 6 ottobre 2017

 

 

TRADUZIONE

 

Tanto sei piccola,raccolta,tanto sei bella.

Da una parte la strada,dall’altra antiche casette ti fanno corona

proprio con tutti i riguardi che si devono ad una stella.

Forse un po timida,ma tu cerca di fare la disinvolta.

In fondo,non tutti possono vantare

trascorsi nobili e ricchi di storia

sono piu grandi?Non te la devi prendere

continua ad essere umile,tieni lontana l’arroganza.

Ti ricordi,feste ,parate e quanti cortei

gente con bandiere,cavalli,cavalieri e principesse

passavano di qua con carovane colme di trofei

e li portavano al signorotto per aumentarne la ricchezza.

Lentamente, il portone del borgo veniva aperto,

pesante,di ferro,doveva fare la guardi a ai nemici,

il corteo entrava nella via interiore in un concerto

di fanfare,trombe,fiori giù dai balconi,e canti amichevoli.

Intanto la gente di via carrara,stava a guardare a bocca aperta,

non è sicuro se per ammirazione o per stupore,

o speranza di prendere qualcosa da portare via,

alla faccia dei ricchi che gozzovigliavano.

Anni secoli sono trascorsi,quante ne hai viste passare,

lanzichenecchi,longobardi,americani e tedeschi

(te li raccomando questi) e molti altri, per non farsi mancare niente.

A tutti bestie comprese ,l’acqua del Barchì per tenerli freschi

C’era un monito scritto su una casa,ora non cè più,

proprio sopra il negozio dell’Erminia,a ricordo di un evento

brutto,di settant’anni fa,ma cosa volete,il mondo va su e giù.

Perdono a denti stretti,memoria vigile,

perchè sappiamo come cambia il vento.

Cara piazzetta che hai fatto compagnia alla torre e agli arquatesi,

tu che hai visto passare intere generazioni,il vecchio e il nuovo

ti hanno dato il nome di san Rocco,protettore di poveri e indifesi,

grande impegno, ma non sei sola,un cane ce ‘hai sempre dietro.

 

Giacomo Quaglia


 N o n n i

 

Gioia ed orgoglio si leggono in viso 
è arrivato un bimbo ad annunciare nuova vita,
la felicità,vi apre un paradiso,
di speranze, fino a toccare il cielo con le dita.

Finalmente a casa,e già vi prodigate
in mille cure ed attenzioni,
state in guardia,non esagerate
anche il bimbo sembra dica:fate i buoni.

Arriva il giorno del nome,quante proposte
il papà sbotta:”ma cos cl’è,na fea,
discussioni a non finire,e anche toste ,
mamma e papà,lo chiameremo Andrea.

Ecco la scuola ,quante emozioni
con tanti nonni che fanno da scorta,
qualche lacrima bagna gli occhioni,
di bimbo e nonni,giunti alla porta.

Il tempo vola,passano gli anni,
il bimbo è diventato un giovanotto,
l’amore dei nonni pur fra tanti affanni
e cresciuto a dismisura,un terno al lotto.

Andrea ,sei uomo,la vita si ripete ancora
sempre dal cielo ti sapranno accompagnare
i tuoi nonni,giorno notte qualsivoglia ora
con te sono invecchiati,si,ma sanno bene cosa fare

giacomo quaglia 5 aprile 2018


 

 CONTROCORRENTE

                    

 

                                  FILASTROCCA

Questa filastrocca,scritta in tono ironico,scherzoso  con aggiunta di alcune briciole di satira,non vuole essere in alcun modo irrispettosa verso  l’ultimo degli appuntamenti a cui tutti quanti gli esseri viventi,prima o poi,sono inesorabilmente chiamati.

Il grande TOTO,  con la sua LIVELLA,lo aveva definito come unico atto di giustizia egualitario, proprio   perche riguarda tutti,indipendentemente dallo stato sociale,,dalla ricchezza accumulata,da tutto quello che puo significare differenza.

La filastrocca non fa altro che mettere a confronto due atteggiamenti diversi,nel momento fatidico,dove nonostante tutto  persiste ancora un estremo tentativo di fare la differenza.

Un lavoro un po diverso,totalmente al di  fuori dal mio stile tradizionale.Un tentativo di versi in rima alternata, molto scorrevoli.Se non va………la  spacca.

                          

                CONTROCORRENTE

 

  Voglio il vestito buono dopo morto,

  non già per dar luogo a frivolezze

  presentarsi  al Padre,malvestito,sarebbe un torto

  alla decenza,credetemi,di quel che dico ne ho certezze.

 

  Signori miei,anche la camicia,sia stirata per benino,

  nel viaggio,non si può sapere chi si può incontrare,

  poniamo il  caso che ti incontri un soggetto col nasino,

  ecco  prestato il fianco per farsi criticare.

 

  Per il colore,blu,non concedo discussione.

  Dai non fate faccia di chi  cade dalla LUNA,

  ne ho visto una,per caso,in fondo al cassettone,

  se non ha buchi,per me va bene,a tutti buona fortuna!

 

  Scusate,quasi dimenticavo,ma e importante,

  non  allacciate il bottone sottogola,potrebbero sorger guai,

  intanto,la cravatta coprirà il difetto in un istante

  e per me……..un po  di aria in più,non si sa mai.

  

  Anche per le calze ho una ambizione,niente  male

  nere  no!Sembra un lutto esposto alla bandiera,

  sarei per un rosso vivo,intenso,quasi cardinale,

  a chiusura di un dipinto che sa di primavera.

 

  Pure i calzoni,non vi meravigliate,

  dovranno avere stile ed eleganza,

  pieghe dritte,a piombo,ben allineate,

  come se si dovesse prendere parte ad una paranza.

 

  Un tocco di classe per finire,

  calzar le scarpe per decenza,

  non lo  fa nessuno?Ma che vuol dire,

  prima o poi qualcuno dovrà ben invertire la tendenza.

 

  Tutto finito?Ecco puntuale arrivare la smentita

  come in Parlamento dai banchi dell’opposizione

  ma bravo,in questa guisa vuoi vincere la partita,?

  Non è proprio cosi,dovrai cambiar copione.

 

  E’ cosa nota e risaputa,a grande diffusione,

  che da questa  parte siamo tutti uguali

  ricchi,poveri,nobili,plebei,e colori della pelle di ogni condizione,

  proteste,e grida nel posto delle cose inutili e banali.

 

  Dunque amico caro,fattene una ragione,

  tutte le cose prima o poi debbono finire,

  vedi di trovarti un posto per la notte in buona posizione,

  per chi è rimasto,buona fortuna,cosa d’altro potrei  dire?

 

           Giacomo Quaglia  20 giugno 2018

  


 CANTI      DI SIRENE

                                  

                                     FILASTROCCA

 

 

   Capita sovente   di sentirmi pizzicare,

   da fatti ,eventi,storie e altro  ancora,

   di solito mi taccio,ma stavolta, alla  buon’ora

   anche se   il silenzio   è d’oro,la devo raccontare.!  

 

   Tutti sanno di Ulisse,le  sirene e i loro canti di nostalgia

   dei suoi viaggi e del suo  peregrinare,

   che prima di toccare terra   volle provare

   l’effetto ammaliatore di cotanta sinfonia.

 

   Ma il prode,che, oltre ad esser greco era anche volpone,

   ai marinai tappò le orecchie con  la cera,

   poi alla nave si fece incatenare,è storia vera,

   quindi transitò per quell’Eden,inebriato e colmo d’emozione.

 

   Sono passati anni e anni a non finire,

   di canti e di sirene il mondo è pieno,

   di ogni specie e guisa, senza alcun freno

   di maghi e incantatori ne abbiamo a iosa,niente da dire.

 

   Prima,solo gente da fiere e da mercati

   “”comprate,non c’è trucco non c’è inganno””

   per chi ci cadeva,pazienza ,solo un po’ di affanno

   finiva li con buona pace dei fregati.

 

   Oggi il fenomeno è dilagato

   pure i politici promettono  mari e cmonti

   e che dobbiamo proprio noi fare da tonti,

   Eh,la gente ha memoria corta,in un  baleno ha dimenticato.

   

   Scalda e riscalda la minestra,

   cambia pure  strumenti e suonatori,

   maestri,spartiti e direttori,

   la musica non cambia,o senti quella,o…..salti la finestra.

 

                     Giacomo Quaglia 29 luglio  2018

   


 

 Riccioli d’oro

 

  riccioli doro accarezzati

  dal vento, riccioli d’oro

  baciati dal sole,riccioli d’oro

  lucenti d’amore.

  Occhi  splendenti in cerca

  del nuovo,      

  sorriso,proteso alla  

  cattura del mondo.

  Mentre il sole si          

  prepara al serale

  declino,luna e stelle

  ti fanno l’occhiolino.

  Gentile  e un po

  malizioso .Sale

  intenso il  profumo del  

  mare,si mesce  alla brezza

  ponentina,portando a pace

  ogni cuore, e,sbarazzina

  stavolta,creando scompiglio

  fra i tuoi  riccioli d’oro.

 

 

 Giacomo Quaglia  23 agosto 2018


                   

QUANDO SARA’

 

 

   Quando  sarà,

   vorrei fosse con  te accanto

   la tua mano stretta nella mia,

   i tuoi occhi posati su di me    

   Poter gioire appieno ancora  di te,

   saziare la mia sete  fino

   all”ultima  tua goccia d’acqua,

   poter entrare nei tuoi pensieri  ,

   tu nei miei ,ancora amarci.

   In silenzio,finchè dei nostri due cuori

   ne pulserà uno  soltanto.

 

            Giacomo Quaglia  16 settembre 2018                                                                                        


 

IL VUOTO PIU’ GRANDE

 

                          Una stanza vuota  ,poca luce per

                       guidare i miei passi.Il letto

                       al suo posto come allora

                         I pochi mobili,tanta polvere,si ,ma

                        tutto come allora.

                         Un quadro dal sapore antico,

                          fatto di semplicità,come semplici

                         sono gli oggetti che vi hanno

                          accompagnto per una vita intera.

                           Sale l’emozione nel vedervi

                          insieme,in quella vecchia foto,

                           sento le guance inumidirsi

                          ,mi siedo sul bordo del letto,

                           come facevo allora voi siete

                          li,pronti ad scoltare i miei

                           crucci e le mie pene..

                          L a stanza ora non mi sembra più

                           cosi buia,il mio cuore si  scalda

                            e si apre ai ricordi,cari mamma

                            e papà. E fra le tante stelle  

                          che vedo brillare a soffitto

                            c’è anche la mia,segno di amore,

                            anche se a volte penso che                                                                                                                                                        

..                          nell’inceder lento del nostro cammino            

                        passo dopo passo,lungo i sentieri

                        della vita, in cerca di  sogni,

                        progetti ed illusioni,solo ora

                        mi accorgo del vuoto che avete        

                        lasciato,dell’amore che avete donato, ………………..ora che è tardi

                         per potervelo dire!!!            

                      Questo è il vuoto più grande…………………!!!!

                        

                        Giacomo Quaglia 31 ottobre 2018


 

LA NOTTE

 

  Lieve il camminare nel buio profondo

   della notte,insonne,sia pur con il peso di pensieri e paure.

   Le tue,  le mie,non  ha importanza.Fardelli dell’animo,

   attenti custodi  d’infelicità.

 

   Rivedere le stesse  ombre,gli stessi fantasmi giovanili,

   trascinati per una vita intera,vinto  dalla paura,ogni volta

   nel doverli affrontare,ancor più stremato per la mancanza di coraggio.

   

   Mi accompagnano  in questo mio girovagare per strade  deserte,

   fra mura di case,vecchie quanto i miei pensieri,con

   porte  e finestre  sbarrate,quanto il mio cuore in questo istante,.

 

   Solo un lampione,con la sua  luce fioca,ed il suo

   dondolio, provocato dal vento,sembra dettare i ritmi

   del tempo che pare non finire  mai.Questa notte!!

 

   Quante volte mi sono detto forse  è solo un brutto sogno,

   ma cocente la risposta puntuale,sei in cerca di un segno di verità.

   Lo sconforto che mi assale è pari almeno alla speranza che pur non lascio mai.

 

   Laggiù dai vicoli, il latrato dei cani,è un saluto al nuovo giorno,

   la notte  non fa più   paura,anche l’aria è più mite. Un senso di dolcezza

   mi assale,affretto il cammino,mentre il rumore dei miei passi si

   confonde con il rombo dei miei pensieri.  

 

                    Giacomo Quaglia 14   luglio 2018                                                    


 M A I R  A (il fiume)

 

  Rieccoti! Dunque che dire,stupirsi,

  liberare infine quella lacrima appesa,

  che  non scende spontanea,sol perchè

  un falso  pudore la trattiene.

  Si,meglio un volto intriso da ricordi

  sinceri,un cuore ,scrigno di volti amati,

  di tempo passato,giochi gioiosi ,

  accanto alla tua frescura.

 

  Son tornato,e in quest’oasi dove

  libero  sgorghi,i miei pensieri  si

  mettono in volo,sfiorando ora nuvole

  bianche,poi cime di abeti,mentre sornione

  marmotte,distratte,danno il via a fischi di all’erta.

  Poi tornano!Sono sempre gli stessi,ma hanno

  respirato  la purezza dell’aria,hanno riconosciuto

  la tua voce,son più leggeri,possono  aprirsi.

 

  Una finestra,un bimbo che gioca con te,

  con le sue piccole dita cerca di imbrigliare

  il tuo fiotto zampillante che esce da terra,

  a tratti più  dolce,a tratti più poderoso,

  rendendo vani i tentativi del bimbo.Non

 domo,si alza  e si cimenta con ogni zampillo

  che vede,,con stupore dapprima,con rabbia poi.

  E corre,corre si come corre,per trovare un fiotto

   amico,che si lasci domare.Ma i tuoi zampilli,

  la purezza dell’acqua,il  gelo pungente al contatto

  son prove troppo grandi per un piccolo bimbo,

  costretto alla resa dalle dita ghiacciate.

 

  Tempo inclemente e vorace,ti sei preso

  ormai,quasi tutto di me,Sfida  perenne fra l’uomo

  e il suo destino,hai vinto sul colore dei miei

  capelli,non sui miei ricordi.Quel bimbo sono io.

  Sono cresciuto un po ,ogni estate fra questi

  monti, ascoltando..

  Qui ho anche un po di radici.

  Qui ho imparato il giusto rapporto  con il fiume

  Ti ammalia,ti incanta e ti seduce,da  zampillo

   a rivolo,poi a timido  ruscello,finchè

  natura e altro  lo trasformano in torrente,impetuoso.

  Tutto travolgi,tutto quello che incontri porti via.

  Ma sai essere anche buono,se oggi da nonno,riesco

  a essere felice,nell’osservare  i miei nipoti giocare,

  dopo tanti anni con i tuoi  zampilli,e nello stesso istante   gioire

  del  superbo tramonto sull’alta valle  MAIRA.

 

 

                    Giacomo quaglia 30 agosto  2018



I DISEGNI DELE NUVOLE

  

 

  Occhi rivolti al cielo,cuore pregno

  di emozioni,ad osservare nuvole

  dipinte in una magica tela di

  azzurro,muoversi sospinte dal

  vento

  Formare figure a me ca re e

  familiari   :

 ecco un gatto che dorme sornione  

  diventare un cane che si rincorre                                                                                                                                                                                                            

  la coda.Ma guarda lassù  quella

  nuvola,sembra un cavallo dalla

  folta criniera.

  Dolci figure fugaci che durano

  quanto il tempo che  passa tra il

  tuono ed il bagliore del lampo..

  Cosi   nella vita,sogni e progetti

  si rincorron ll’un dopo l’altro,er

  infrangersi come mare su scogli    

  e dissolversi come i disegni delle

  nuvole!                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             . Giacomo Quaglia 1 novembre 2018                                                                                                       


 

 IL TUO VISO

 

  Incontrare il tuo sguardo

  il tuo sorriso,il tuo viso;farti capire

  in silenzio di parole,quanto ti ho amata

  e quanto  ti amo ancora   a dispetto del

  tempo impietoso.

 

  Sei troppo importante per me.

  Nonostante a volte tu dica:””non è vero,

  non ci casco più  nei tuoi tranelli,il tuo

  comportamento non lo dimostra.Anzi.

  Vorrei allora poter arrivare ai piedi

  del tuo cuore,stringerlo fra le mani,

  sussurrargli tutte quelle cose   

  utili a rassicurarti.

-

  Solo così ,vedrai,quando incontrerò

  di nuovo i tuoi occhi e il tuo sorriso

  potrò capire se il tuo amore  è tornato

  grande quanto  il mio!

 

  Bello sarài trovar rifugio all’ombra dek

  tuo viso.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              

                                  Giacomo Quaglia



N U V O L E

 

  E,tutto avviene  sotto gli occhi

  impettiti di una pianta di zucca, che per essere

  uscita dal coro.si crede diversa,importante,

  con foglie giganti pronte a ricoprire tutto quello

  che al di sotto,è fardello dell’uomo,lasciando scoperto

  solo quel poco che resta,

  forse si crede regina  di un regno che non c’è.

 

  Cosi , anche per voi,nuvole dei cieli,dipinte

  dai grandi,cantate da sommi apparite ai miei occhi

  per quello che siete,testimoni del mio tempo,

  che fugge,lasciandomi solo,smarrito.

  Si,anche se goffo,mi appare ,il gesto di lasciarmi

  cullare,cercando un oblio  fra braccia effimere,

  sapendo che al primo soffio di vento,la porta

  della verità,si aprirà con impeto travolgente.

 

  A quel punto non sarai solo tu, o tempo, ad

  essermi  sfuggito,non  sarà il rimpianto per le cose

  non fatte,non sarà la nostalgia di amori,di sogni svaniti,

  dal mio profondo,un sussulto mai avvertito:

  è la mia  vita che se ne va!!!!!

  Sgomento, atterrito,sento di correre su prati e pendii,

  accarezzando le nuvole,entrandoci con tutto me stesso,

  nella speranza di coglier sollievo,ora scaldato dai

  raggi del sole,ora sferzato da gelido vento.Questo

  dunque è il vostro compito,nuvole?

  Coprire la verità come le  foglie di zucca?

 

  Il buio,la notte mi avvolgono in un breve sonno,poi la

  verità,ti  inseguivo per farti capire,mi sfuggivi per la paura.

  Paura di varcare la soglia,di esser delusi,

  o di non esserli affatto,perche dopo la soglia c’è il nulla,

  sicchè con l’ultimo respiro,vengano cancellati

  di botto,il sorriso dei bimbi,l’amore di mamma,,

  un bacio fra innamorati,le fatiche di un uomo.

 

  Non può esistere!!  Il“”soffio”” che ti ha accompagnato

  per la vita intera,ti ha aiutato,ti ha sorretto nelle difficoltà,

  un solo corpo e anima,possa tradirti,nel momento più

  importante.Spalanco la finestra,trovo una notte amica,

  le stelle gettan luce,diradano le ombre,

  le nuvole si rincorono e giocano

  alla bianca luce della luna.Da  sempre.

  I miei dubbi,le mie angosce sono ancora li.

  Meno voraci,meno  pressanti.

  Non ho fermato il tempo!Non lo misuro più,a cosa mi

  gioverebbe?  Vivrò l’ultimo mio tempo,

   nel segno della speranza,e nei valori per cui mi sono

   speso per una vita intera.

 

  Le prime luci,i primi odori,di forno e di sapori,

  richiamano   la vita di tutti i giorni,voci in lontananza,

  il canto del gallo,il cigolio delle ruote di un  carro

   nella strada  sottostante,l’idioma che intercorre fra l’animale

  ed il conducente,sconosciuto a tutti ma comprensibile

  agli interlocutori.Segnali di vita e di  speranza. Spontanei

  occhi rivolti al cielo,vedono nuvole di ogni forma,

  bianche di neve,nere di pioggia,

  ma in qualunque  caso sempre , solo semplici   nuvole……….!

 

               giacomo quaglia  21 agosto 2018