BORDI
Ai confini delle mura
Noi…
Che siamo nati qua.
Come i nostri
Che siamo cresciuti qua.
Come i nostri.
Che moriamo qua.
Ogni giorno…
Come i nostri
Che ci vedi ridere.
Perché questo abbiamo
Che ci guardan male.
Perché ridiamo
Che ci emozioniamo.
Con queste parole
Che siamo impassibili.
Davanti a certe cose.
Leggimi ora lettore.
Ascoltami tu che sai ascoltare.
Non essere mai come noi siamo.
Senza scelta.
Agli angoli coi pugni chiusi…
Come i nostri.
ZOAHIR
Stringi i pugni all’ angolo
Non può che vincere…
Se non hai neanche lacrime per piangere
Per questo guarda l’orizzonte certe cose non le vedi
Ma puoi sentirle.
E’ là lontano il posto
Dove ricominciare a vivere,
Non è mai facile per Zoe
Una barca vuota
In una barca piena.
Alla deriva,
Il padre di Zoe è il vento
Sua madre un’onda.
E certe notti ancora ricorda
L’ ultima alba sulle spiagge marocchine.
Lasciare ciò che sei.
Per ciò che sarai.
Zoe non sa l’italiano ma è l’unico che può capire.
CENERE
Brucia il sale,
Sai sulle ferite metticelo
Che menti lo so
Strozza il dolore,
Col cuscino però
Poi dormici su, si
Dormici su
Che a bruciarsi lo sai
Si è più leggero,
Come cenere e poi.
Leggerò tremila versi
Farò altrettanti passi
Per spargere le ceneri
Dei nostri cuori pazzi
Piansi, adesso rido
Possa avere parsimonia
Perchè ad amarsi,
Non ho voglia,
Preferisco amarmi.
Ingoia la mia storia
Piangi se ti taglia la bocca.
Capisci, assapora.
Perchè nonostante tutto,
Io sto qua.
ALBA
La polvere sul parquet
Il sole tra le serrande,
Hanno fatto pace,
Danzano un lento.
E riparte
Il mio cuore lento
O forse si è spento
Scusa, non bado mai
Ai particolari
Le parole sul foglio,
Fanno l’ amore
Sopra letti di strofe
Ma sono mentite spoglie.
Ho scelto un mio ricordo,
Stamattina mi scordo
Di quello, si
Proprio di quello.
E scusa se non parlo,
Ma tu aspetti il decollo.
Io mi aspetto di meglio,
Precipito o atterro.
SALINE
Da bambino mi fermavo
Ad ammirare, le onde
Del mare, tra le montagne
E le nuvole nere.
Sembravano gridare,
Pungere il cielo,
e farsi male, come
I miei piedi si, sopra
Le pietre.
Adesso che non so più,
Se amare non lo so più,
Ci infrangiamo sul litorale,
Lettere per suturare
Le nostre bocche, pronte per gridare.
Ritorno sulla stessa
Spiaggia.
Le onde lottano ancora noi
Non più.
CELEBRAZIONE
Ho più vesti di una serpe,
Sono più vero di una guerra.
Voglio fare l’artista,
Anche se non lo sono resti
Qui a bocca aperta.
Che mi basterebbe un pò
Di impegno
Per essere nella lista,
Di quelli che ce l hanno fatta
Ma a me piace cambiare forma,
Io sono di un altra sponda.
Un pò genio,
Un pò lavoratore
Un pò servo,
Un pò datore
Un pò serio,
Un pò pagliaccio.
Sostanza e forma,
Ho vissuto tre vite,
Per avere la mia età.
Ho vissuto tre vite,
Per averne un altra qua.
BASTARSI
Ho spaccato tutte le vetrine
Della mia città,
Non cercherai di certo
Una motivazione logica?
E a cosa serve la tristezza
Che io adesso provo?
Chi mi ha donato questo
Sapeva che avevo solo
Una penna e un foglio vuoto
Tu sei andata via
E con te anche il mio scopo,
Ciò che ho tra le labbra
Adesso è il mio unico sfogo.
Forse non volevi
O non lo volevan gli altri,
Ma infondo ho fatto bene
A smettere di amarti.
Adesso basto io anche se sono solo.
E no non torno indietro,
Perchè ormai ho preso il volo.
E non voglio fermarmi.
RESA
Abbiamo distrutto,
Scavato la roccia,
Con le unghie e i calcagni,
Per trovare l’acqua che scorre più giù.
Distrutto le sedie,
I letti e serrande,
Fino a non amarci più.
Spaccato il mondo,
Pestato i diamanti.
Bevuto il mare,
Mangiato il fuoco,
Guardato il sole per giornate intere.
E ignorando il male ci siamo amati…
Adesso al mattino un raggio ti sveglia
Dalla serranda che ho rotto per te.
E io ti guardo dall’ altro lato del letto.
Ci siamo odiati tanto,
Per amarci per l’ eternita.
DIO C’è.
Dio anche se,
Non sono stato il migliore
Ne ho mai avuto timore
Di te o dell’ aldilà.
Ascolta le mie parole
Almeno stanotte,
Perchè la forza di alzarmi domani
Non so chi me la darà.
Io non voglio il perdono,
Non chiedo pietà
È mia la responsabilità.
Mi avessi voluto diverso,
Mi avessi voluto perfetto…
Non mi avresti dato questa vita quà.
Ma ti prego almeno tu stanotte
Non mi abbandonare,
Non mi è mai importato di stare solo,
Solo ci sò stare.
Mi hai dato gli amici,
La famiglia,
La testa per pensare.
Ma adesso se sto male
Tu fammi da papà.
Perchè sto perdendo tutto,
Ma non ho scelto nulla,
Che sbaglio ho fatto? Dimmelo tu,
Tuo figlio Gesù io non l’ ho messo in croce.
Se questa è la tua punizione
Qui ti sbagli tu.
Padre aggiustami la vita,
Padre mostrami la via.
Padre sei quello che mi resta,
Io ti darei il cuore,
Ma dimmi come fare
Perchè lo sento meno.
Tu provalo ad aggiustare,
Ti ricompenserò.
ANNA
Lei era l’ acqua del mare,
Che ti lascia il sale sui capelli.
Anna era la neve che cade forte,
Nelle tormente della Taiga.
Era il coltello che ti taglia,
Il limone che disinfetta.
Il ramo di una quercia vecchia,
Il frutto di un albero di aprile.
Era il deserto,
Era l’Eufrate.
Anna ti faceva girare come le stelle di Van Gogh,
Ti faceva fuori come il suo orecchio.
Ti scolpiva come Polidoro,
E ti scoppiava dentro come una guerra.
Anna era tutto ma per lei era l’ opposto.
Anna non si sentiva mai al suo posto…
Per lei era Anna.