Giovanni Conti Zanocco - Poesie

E COMPORRE MI DILETTA

Non chiedetemi il perché scrivo certe poesie,
ché le cause sono tante ma rimangon solo mie.

Fu per caso che un mattino mi frullò per il cervello
di descrivere alla gente il pensiero e solo quello.

La ricerca della forma non mi trova suo assertore,
preferisco intrattenere con parole dal mio cuore.

Come tecnico io nasco, ma di anomala fattura
e per questo interessato, con piacere, alla scrittura.

Concludendo posso dire, senza enfasi perfetta
che a me aggrada cio’ che faccio e comporre mi diletta.


 

ELEGIA DELL’ORALE SINFONIA

Femminea Arte, dall’antico s’è diffusa e i maschietti
assecondati porta sempre a far le fusa.
Se messali ben discinte governassero ‘sto mondo,
elargendo i lor favori con programmi a tutto tondo,
guerre, stragi e nefandezze sparirebbero d’incanto
permettendo al godimento di regnare per intanto.
Pompeiana è la genesi che dá il nome a tale prassi
come quasi a confermare che essa é antica piú dei sassi.
Tante e ipocrite condanne l’hanno spesso denigrata ma
vi posso garantire, e non temo la smentita, che la cosa va
provata qualche volta nella vita.


 

EVACUATIO MUNDI

La raccolta posizione, democratica da sempre,
rende uguali sulla Terra il riccone e l’indigente.
L’intestino un po’ birbante, mai lo sciopero sciorina
e lo scooter di ceramica, ogni dì, lui ti propina.
Se di specchio sei dotato nel local da me celato,
facce strane, assai arrossate puoi ammirar nelle espletate.
Di notevole importanza, per l’azion riparatoria, è il papiro
arrotolato che alle dita dá baldoria.
Se la gente non procede con le pratiche trattate,
si fan strada malumore , ira, ansia e litigate.
L’argomento assai scottante vien trattato con vergogna
ma alla stipsi, preferisco, irrorar capiente fogna.


FILASTROCCA FELICIOSA

E se un giorno giù arrivasse, dagli Alieni pilotata
l’astronave che trasporta tutta gente rinnovata,
si potrebbe anche tentare di cambiare questo Mondo
riprendendolo per mano con gaiezza a tutto tondo.
Via prigioni, tribunali, Ministeri e palazzotti, tutti quanti
conteremmo come ricchi Signorotti e potremmo
esercitare la più bella professione che permette ad ogni
Uomo di sentirsi un pigmalione.
Sará un sogno, un’illusione, forse mai si avvererà
ma di notte osserva il cielo ……..e qualcosa apparirà.


IL RETRO DEL MONDO

Giá gli Antichi, é risaputo, da saggezza illuminati
da millenni van dicendo di osservar su ambo i lati.
Questa regola di vita, da piú parti decantata
trova ottimo riscontro nella Femmina ammirata.
Gli occhi certo, com’é noto, son dell’anima lo specchio e il sorriso quando
acceso puó condurre in Paradiso;
se la vista poi si azzarda verso i seni prorompenti, è innegabil che
d’incanto vengon scossi i sentimenti.
Ma è la parte meno in vista a tradir lo poveretto
tutto intento nel celar dove mira con l’occhietto.
Non mi resta che acclamare a cotale bel vedere
ed ammettere, arrossendo, che parlavo del sedere.


MAH

I pensieri della sera si rincorrono affannati
generandone degli altri negli umani già stressati.
Il lavoro, la moneta,…..le bollette da pagar
sono sempre qui presenti, i testicoli a tritar.
E le nostre aspettative, come sogni un po’ fumosi,
si prospettano ogni tanto per proteggere gli ansiosi.
Ogni dí è una battaglia per poter remare contro
anche se, così vivendo, prima o poi sarà lo scontro.
Tutto questo vó pensando con matura volontà
e cercando un ‘espressione mi verrebbe solo “mah!”.


 

SANTO CULINARIO

Dei dietologi terrore, dei vegani giustiziere,
dei golosi sei l’eroe ed il prode cavaliere.
La cucina è il tuo castello dove regni incontrastato
e lì sfoggi tutta l’arte che ci pettina il palato.
Con i primi ci catturi, coi secondi ci trattieni
ed infine, con i dolci, ci conduci in luoghi ameni.
Non son Papa nè prelato, peccatore sono nato,
ma per quanto mi riguarda tu sei già beatificato.
Il tuo nome non ricordo, il cognome è immaginario,
non mi resta che appellarti nostro Santo culinario.


 

SONO NATO CANCERINO

In un giorno di calura, di domenica mi han detto, un vagito assai incazzoso ho
lanciato con il petto.
Ben tre giorni sono occorsi per aprirmi quella porta che, la Vita ti presenta, come
scala dritta o storta.
Sempre pronto al nutrimento, un po’ meno al movimento, son cresciuto forse troppo
ed obeso sotto il mento.
Le scarpine correttive, che torturano con classe, mi infilarono un bel di’ per le gambe
storte e grasse.
Il carattere lo ammetto, certe volte é un mio difetto ma per contro la lealtà é
indiscussa qualità.
Questo ero da bambino, questo sono un po’anche adesso, ma del nascer cancerino
sono fiero e…lo confesso.


VIZI E PENE

Sei del maschio eterno amico fin dal primordial vagito
e appellato come ortaggio chissà mai da qual retaggio.
Lungo i muri di paese ed in quelli di città viene
espressa, con graffiti , la tua vera identà.
Il centimetro malnato, che ti prende le misure
spesso è causa di vergogna e volgari congetture.
Anche l’Arte ti ha omaggiato in città come Firenze,
dove Davide ti espone senza tante riverenze.
Signorine emancipate ti assecondan per diletto
con solerti evoluzioni sui divani o sopra il letto.
Rileggendo quanto scritto la questione mi sovviene
l’assai noto ambasciator avrà mai portato pene?


 

VOI CHIAMATELA FOLLIA

Non mi é mai garbato molto conformarmi a strane mode che cancellano le menti e
ritraggono robot.
Il pensiero, se presente, ti conduce nell’immenso e permette, a chi lo osa, indiscusse
velleità.
Sia le regole che i dogmi, quotidiani inquisitori, ci distruggono speranze con
vessanti ambiguità.
Ma sorridere é gratuito, senza prezzi o tariffari, e permette ai visi veri di addolcire
realtà.
E felici non si nasce e neppure si diventa, basta aprirsi alle emozioni per carpire ogni
momento.
Allegria che a volte indigna altre causa ostilità……voi chiamatela follia e lei forse vi
aprirà.