Giovanni Mallia
Poesie
Mamma
Ti avrei voluta ancora con me,
avrei voluto respirare ancora la tua pelle,
abbracciare la tua dolcezza,
ascoltare le dolci note della tua voce,
ammirare la tua umiltà,
apprezzare la tua saggezza,
ripercorrere insieme i nostri ricordi…
Ma te ne sei andata.
Un brutto giorno un mostro feroce
ingiustamente ti ha portato via;
dopo essere arrivato
senza farsi annunciare,
lo hai combattuto.
Ed il Signore,
stanco della tua sofferenza,
ha deciso di accoglierti
nella Sua eterna luce.
Tuttavia l’imman dolore,
sia pur diluito nel tempo, mi ha piegato.
Sante preghiere furono a salvarmi!
E mi rialzo ogni giorno
grazie ai colori di quell’arcobaleno,
in cui si scioglie la luce bianca
della tua nuova esistenza,
ancora in piedi e più forte di prima,
ma con le gambe ancora tremanti
per la tua assenza.
Così continuo a pregare
perché tu possa
eternamente goder della perpetua pace,
perché io possa presto rigoder di te,
nell’attesa un giorno
di fare auspicabilmente parte
della grande anima dell’Universo.
Randagio
Volevo evadere.
Passeggio per le strade del centro
e ti incontro;
scorgo il battito, l’affanno;
la fame e la sete ti attanagliano
mentre, speranzoso, mi vieni incontro.
I cadenti occhi implorano un mio intervento,
una carezza…
Mi immedesimo nel tuo dolore,
ti manca il bugiardo affetto
di quell’uomo ingrato,
quello stesso piccolo uomo
che ti ha abbandonato;
mentre io,
con le terminanti lacrime che cadono,
mi rincuoro,
perché destino volle metterti sulla mia strada.
Ormai, randagio, avrò cura del tuo respiro.
Solo
Con la tua bici sempre a pedalar,
assorto nella tua anima,
mentre ,tra i pericoli della strada,
lavoravi percorrendo miriametri
con la fatica nelle gambe e nel cuore…
Quanto asfalto hai tagliato,
tra le intemperie di un tempo ingrato;
lottavi nei giorni ,
interminabili e maldestri,
pur di guadagnare viveri
per i lontan parenti,
mentre qualcuno
meditava già di terminarti,
solo per aver minacciato
di denunciar il tuo nero lavoro…
Finché arrivò quel terribile giorno
in cui, solo, da investito ,
morte conoscesti,
mentre il fatal destino
fermò l’armonia dei tuoi battiti,
ed il mondo fece tristemente a meno
della tua umiltà.
Spiragli
E luce fu.
L’alba di un nuovo giorno.
Quella luce che pulsa,
illuminando la vita,
dando la vita;
quella stessa luce
che copre di dignità
le vittime a terra giacenti
di una delle tante assurde guerre;
corpi che non hanno più nulla da chiedere,
vite interrotte,
bambole macchiate di sangue
alimentano l’arsa terra,
mentre ferro e fuoco
continuano a vivere
mentre la notte arriva inesorabile,
sperando di placare quegli animi malvagi,
che presto dovranno pur fare i conti
con gli spiragli di un nuovo giorno.
Uomo ingrato
Tu che senza scampo
metabolizzi i tuoi delitti,
i tuoi crimini, le tue malefatte;
tu che continui a seminare
il panico tra la gente,
a fare ruotare il mondo
attorno ai tuoi effimeri interessi;
tu, colpevolmente ignorante ed egoista;
tu che pretendi rispetto dagli altri,
ma non rispetti neanche te stesso;
tu che compreresti tutto,
vendendo anche la tua anima…
Fermati tra una guerra e un’altra,
anche solo un minuto,
pesando la tua inconsistenza,
riflettendo sulla tua stupidità…
La Natura, nel suo rumoroso silenzio,
ti ha messo in piedi.
Ma tu non meriti l’alchimia
della tua esistenza;
ed hai pure l’orgoglio
di calpestare la vita
e la stessa polvere di stelle
da cui sei nato.
Inesorabilmente, Uomo ingrato.