Giovanni Silonio - Poesie

GIOVENTU’ E VITA

C’era tutto il nostro mondo
dentro a quel falò,
dopo una giornata
di giochi e d’amicizia.
Le voci all’unisono
salivano al cielo
insieme al crepitìo delle fiamme
con speranze e progetti per l’avvenire.
Cori che si ripetevano
per tutta l’estate,
diseguali solo nell’alternanza dei canti,
mentre ci scrutavamo tra il buio illuminato
e gioivamo per quel nonnulla tanto amato.
Ideali condivisi
che offrivamo alla gente e alla vita,
sicuri di affrontarla
con la verità del cuore
e il sostegno dell’unità.
Gli anni si sono accatastati,
i cori assopiti,
la cenere dei falò dispersa e seminata.
Alcuni di noi si sono persi, altri sono partiti,
ma la fiamma svetta sempre
robusta, giovane e sovrana,
alimento dell’agire.
L’ultimo coro
ci traghetterà tra le stelle,
rischiarate da quei fuochi
di fedi e sogni
inseguiti e partecipati.


 

INCATENANTE E BASTARDA

Mi sei entrata dentro,
come il cuore
nella notte,
quando ti svegli
e ti senti
aggrappato a una nuvola.
Mi sei entrata dentro,
come una rondine
nel bosco,
quando il cielo d’agosto
furoreggia
cercando ospitalità
tra le onde.
Come un nubifragio nel deserto,
come la neve sui campi,
come quella melodia,
che sappiamo noi,
incatenante
e bastarda.


 

L’EMISFERO ASSOLATO

C’è un tempo di passaggio,
di luce intermittente,
di fragori che stagnano,
di certezze balbettanti,
di amicizie sull’orlo di un declivio.
Il vento incerto e sibilante
s’insinua fra rami, canneti e cespugli.
Non dispensa profumi ed attese
ma foglie screziate di colori informi,
di primavera e autunno.
Mi affaccio alla finestra
e sfido i colori del cielo.
Dietro quelle trame
bianco-rossastre e mute,
è ancora in attesa una luce
che sfrangia e incornicia
il visibile universo.
Rivestito di spirito illuminante,
attingo al fuoco interiore
e mi confondo
con l’emisfero assolato
della vita.


 

MUSICALE

Silenzio di grilli
e armonia di favole antiche.

Un sentiero
tra i cespugli di more…
…e la tua mano
ancor timida e fragile,
trasudante
emozioni senza nome.

Poi il sole
trabocca e ci invade
e il bosco
si fa
radura incandescente.

Gli occhi
si moltiplicano
e volano…
…penetrano…
acquietando e rinfocolando
desiderio e passione.

Come
una melodia assoluta,
tra i nostri corpi
e il creato,
in fermento con noi.

Musicale.


 

PARLAMI, CANTAMI, VIVIMI

Amore,
perché non rispondi e mi tormenti?
Mi appari in sogno e svanisci.
Attizzi il fuoco e lo estingui
con una pioggia di lacrime
a me rubate.
Ti ho chiesto una parola, una frase
per ritrovarla tra i miei libri e le mie poesie.
Ti ho chiesto una nota, una strofa
per riascoltarla fra le mie canzoni.
Ti ho chiesto un soffio e una carezza
per aiutarmi a risvegliar le stelle,
quando il buio cala il suo mantello spietato
sulla terra e sui viventi.
Perché non parli e ti nascondi?
Io non sopporto la tua notte senza luna,
non mi oriento tra i percorsi
velati di nebbia e mistero.
Per riemergere fino a te
ho bisogno della tua voce,
della tua musica, delle tue tenerezze.
Per scolorire ed annientare le ombre
dell’assenza e dell’abbandono
ho bisogno dei tuoi occhi di luce,
della dolcezza delle tue labbra,
del calore delle tue braccia,
dell’ardore della tua pelle.
Parlami, cantami, vivimi,
del mio cielo e dei miei giorni
amore!


 

QUESTA SERA

Mi sono lasciato avvolgere
da questa sera,

che odora di frumento e vino,
di erba appena tagliata,
di parole accennate
e mai perse.

Questa sera,
che non ha niente di speciale,
ma s’apre
sincera e distesa
nel passaggio
dal chiaro-scuro alla notte.

Dalla finestra, appena dischiusa,
filtra e si espande
il bagliore di uno zufolo,
in lontananza,
unica sfida
a una normalità incredula ed imperante.

Il mio animo,
confuso
di stanchezza e smarrimento,
riesce a farsi cullare dal sogno…
senza meta e senza tempo…..

Mi lascio trafiggere
dai fraseggi delle note
e dalle trasparenze del cielo…
sfiorando
luci e verità.

Questa sera,
che non ha niente di speciale,
e per questo m’invade,
e mi sospinge ancora
a vivere.


 

RISVEGLIO IMMORTALE

Dopo una notte di gelo
ed un’ alba pietrificata,
a poco a poco
s’affacciano i contorni e i colori
della terraferma e del mare,
accarezzati
da pavidi e tremuli
riflessi di luce.
Mi unisco alla meraviglia
del giorno che rinasce,
sempre nuova, mai uguale,
con l’animo in tumulto festante.

Mi scopro vivo, presente,
partecipe del creato,
generato immortale.


 

SAPORE DI GIOVENTU’

In mezzo a tanto freddo,
spalancando
i giardini del cuore e del tempo
su un ritaglio di luna stellato,
ho annusato
il tepore avvolgente e spinoso
d’una precoce primavera.

Mi sono ritrovato
addosso
la gioventù.


 

SETTE AMICI

Si respira aria di sera.

Animazione di volti,
clamore di spiriti,
concitazione di passi.
Una strada pigra
inondata di auto,
due panchine di pietra
e un gatto giocherellone.

Ci salutiamo
inamidati da un silenzio
increspato solo
dal lontano borbottio
del mare.

Otto giorni di follia
fatta di niente
come vorremmo sempre,
e un cesto di fragranze
sbocciate e colte
in punta di sorriso
sulla spiaggia, sulla collina
e sotto la tenda della fraternità.

Ci guardiamo negli occhi,
abilmente camuffati,
come sette bambini
che hanno scoperto
improvvisamente
il perché di una zattera
sulle acque in bonaccia
o in agguato.

Si respira aria d’amore.


 

VITA AMATA, VITA CONQUISTATA

C’erano i profumi dell’età giovanile,
con il calore, l’insensatezza,
il riparo e la complicità dell’amicizia.
C’erano i roventi ideali,
personali e condivisi,
insieme con un profilo
ed un’incalzante sapore di femmina,
che tutto penetrava ed avvalorava.
La vita era un’immensa ed invitante partita, da giocare.
Asprezze, inganni, strapiombi e turbamenti
andavano a braccetto sul sentiero che conduce alla verità.
La volevamo svelare e conoscere questa verità.
Forse era il coraggio dei sogni
o l’illusione delle ore
che danzavano sul palcoscenico, alternandosi.
Quante volte ho corso a perdifiato
per non lasciare fuggire il tuo treno.
Quante volte t’ho accarezzata
senza poterti trattenere.
Ma quante altre volte ho assaporato
la pienezza degli istanti e la gioia d’esser nato.
Vita amata, vita conquistata!
Ancor oggi è così,
anche se i colori dell’orizzonte
s’offuscano e sfocano.
Vorrei riempire i minuti
di tutto ciò che ho dentro
per manifestarlo al mondo.
Voglio catturare i giorni ed amarli,
con la coscienza della maturità,
l’orgoglio e l’irruenza della giovinezza,
per dilatare il tempo e rallentarlo.