Danzante illusione
Il mio stomaco si contorce Come un serpente avvelenato Dal suo stesso veleno
Al solo ricordo delle tue dolci parole Che tanto amore promettevano
Ma solo di dolore sapevano
Intreccio
Bianco e rosso
Due colori semplici che racchiudono una grande storia Bianco, il colore della purezza e felicità
Rosso, il colore della distruzione e disperazione Due colori così diversi che si intrecciano Dando vita a qualcosa di meraviglioso
Il bianco che colora il viso delle Geisha Dando l’illusione di una luna animata
Nella quale si intravede un piccolo accenno di rosso Piccolo ma potente
Come la fiammella che dà inizio a un grande incendio affamato Capace di lasciare una scia di morte e distruzione color rosso Come il sangue versato dai samurai
Durante le loro battaglie
Distorto pensiero
Occhi come specchi
Riflettono l’immagine distorta Di un infranto pupazzo Felicità poi tristezza
Poi la rabbia si manifesta Abbattendo senza rimorso
Tutto ciò che sull’instabile cammino trova Come una tempesta portatrice di silenzio Impadronendosi dell’ultimo respiro
Dell’esanime pupazzo
Quieta agonia
Foglio bianco e puro
Come un campo di battaglia Prima dell’inizio della guerra
Che dentro me silenziosa avviene Libri usati come incantesimi protettivi
Penne che come spade imbrattano quel foglio Ormai non più puro
E sopra di me Stelle come luci
Che nelle tenebre della mia anima Mi guidano
Gabbia dorata
Può una persona viva
Dire di essere viva davvero? Forse potrà esserlo esteriormente Ma dentro di sé
Un odore di disperazione aleggia Impadronendosi di ogni singola cellula morente Come un fiore appassito
Nel mezzo di uno splendido giardino
Acerba certezza
Oh uomo
Che sciocco sei stato
Alla promettente bellezza del cactus L’ammaliante seduzione della rosa hai cercato Ora struggiti disperato
Sopra il freddo stelo
Del tuo finto fiore amato Mentre gioiosi boccioli Strada si fanno
Su quel cactus tanto disprezzato
Anima impura
Nell’oscuro labirinto della vita Come posso trovare la mia strada?
Come guida confusione, incertezza, inadeguatezza Lentamente in un lago di dolore affondo Cercando appigli
Che mai riuscirò ad afferrare Ma come un fiore di loto Che dal fango nasce
La mia anima aspetto
Evasione
Senso di appartenenza ormai nullo O forse mai esistito
Il bisogno di muoversi Cresce sempre più
Lontano da questo palco di bugie Che hanno incasinato la mia mente Piedi come incudini
Impauriti da questo sentiero Ma mente impavida Volenterosa di adagiarsi
Tra le braccia della libertà
Ghiacciante crudeltà
Tanto calde son le coperte Durante una gelida nottata
Quanto freddo il cuore delle persone Che con disinteresse crescente Frantumano sogni
Sogni a loro tanto cari
Quando son loro a crogiolarcisi nel letto adagiati Inconsapevoli che basta un battito d’ali
Per trasformarli in incubi spietati
Falsità ed ipocrisia
Diavoli travestiti da angeli
Fiamme sostituite da inebrianti parole Abbracci al posto di punizioni
Non sotto terra
Ma sotto un cielo stellato Ed ecco che il presente
In inferno si è trasformato