Attesa
Odore di muschio e terra bagnata.
La pioggia che batte sulla finestra.
La tisana calda che mi aspetta.
Ed è subito pace. Silenzio.
Attesa.
Mi scappa un sorriso.
Fuori fa freddo.
Dentro un po’ meno.
Casa
Un desiderio costante alimentato
dall’immaginazione. Un pensiero
che mi tiene viva. Sveglia.
Dopo essere stata sopita per
troppo tempo.
Scivolo dentro questa emozione.
Mi lascio cullare dall’attesa che
è essa stessa piacere e dannazione.
So che quelle mani sapranno
sorreggermi. Anche se non
le ho mai sfiorate.
La luce trapela dalla finestra,
un tepore che prova a riscaldarmi.
Un bagliore che si insinua.
Mi sento a casa.
Sono io. Mischiata a lui.
E mi piaccio di più.
Dolore
Ho chiuso tutto nel bagagliaio.
Pensieri. Ricordi. Incubi. Sete e
fallimenti.
Maledette abitudini che mi trascino
dietro.
Un fardello pesante, ingombrante.
Un enigma che che non risolvo
ma con il quale mi identifico.
Una prigione senza serratura.
Insoddisfatta e irrequieta perché non
sempre il dolore mi fa compagnia.
Fumo e pensieri
Percepisco la mia anima contrarsi,
come un pugno
allo stomaco mi toglie il respiro.
Un groppo in gola che mi costringe
ad un respiro affannoso. Un pensiero
intimo e profondo, che aleggia su una
nuvola di fumo. Odora di tabacco alla
ciliegia. Si confonde. Mi confonde.
Le idee snaturate. Marcio ad un tempo
che non conosco. Scandito da ventate
di tabacco. E’ il tempo dei miei pensieri.
Inverno
E’ inverno ma non sento freddo.
Ho imparato a coprirmi di pensieri, incubi,
ricordi ingialliti, sguardi fugaci.
Lacrime asciutte.
Il sole fa fatica a penetrare.
La luce è troppo debole.
Quasi quanto lo sono io.
Mi basta un solo istante.
Brevissimo. Intenso. Un suono strano
che lascia il segno. Mi scuote.
Rimetto tutto in discussione e ritrovo
quel disordine che detesto ma che mi
appartiene. Un inferno mai abbastanza
rovente. Fiamme sempre troppo basse.
Un silenzio assordante che riecheggia
per tutta la stanza. In tutta la mia vita.
E’ così. Se mai dovessi dimenticare quanto
ho sofferto, mi basterà guardare le mie cicatrici.
Tra corpo e cuore ho perso il conto.
Io in te. Tu in me.
Ho sentito il tuo odore,
lo riconoscerei tra mille.
E se chiudo gli occhi riesco
a sentire le tue mani.
E confondo la tua immagine
con la mia.
Come una persecuzione.
Una dolce tortura.
E respiro. Ma non basta.
Esco fuori. Ma non basta.
E’ una competizione
che perderemo entrambi.
Giochiamo sporco.
Senza limiti. Senza regole.
Una lotta senza esclusione
di colpi in cui tutto è concesso,
tranne barare. E ci siamo avuti.
Senza possederci mai.
Io in te.
Tu in me.
La Sconosciuta
E’ un naufragio continuo.
Un andirivieni nauseante.
Una tempesta con il mare calmo.
Provo a riavvolgere la pellicola
sperando che farà meno male.
Onda dopo onda, senza sosta.
E’ un viaggio che non conosce fine.
Una traiettoria senza senso.
Una bussola senza il nord che punta
ovunque, quasi impazzita.
Nessun porto saprà accogliermi.
Un’anima senza dimora. Un corpo
alla mercé del miglior offerente.
Quella Sconosciuta li in fondo.
Tenta di nascondersi ma sappiamo
entrambe di essere l’una del destino
dell’altra.
A caccia di me stessa
Ridipingo sempre lo stesso
quadro. Le pennellate non
sono fluide come vorrei.
I giorni si sono spenti.
Le catene arrugginite.
Le forze esaurite.
L’alternativa compromessa.
Il pensiero indebolito, rifugiato
in un sonno profondamente
desiderato. Mi rigenero,
quasi rinvigorita, pronta a
darmi la caccia. Non posso sfuggire.
Riavvolgere
Riavvolgo il nastro.
Fino al punto in cui fa
più male. Finché non
sento la gola stringersi.
Finché non soffoco.
Allora allento la presa.
Lentamente.
Alzo gli occhi al cielo quasi
come se non fosse accaduto
nulla. Quasi come se non fossi
io. Quasi come se fossi io.
Riavvolgo il nastro.
Fino a darmi una seconda
possibilità. Quella che mi
sono sempre negata.
Quella chance che non
merito.
Potrò mai perdonarmi?
Sfiorire
Ho visto molti occhi,
stretto molte mani,
baciato molte bocche.
Ho suggellato un patto e
dipanato i dubbi.
Mi sono affacciata a quella
finestra, proprio lì dove avevo
piantato i miei semi.
Proprio lì dove sapevo che
non sarebbe nato nessun fiore.
Ho ammirato il mio fallimento.
E’ scesa una lacrima e mi è
scappato un sorriso. Tutto
nuovamente infranto.
Soffoco.