Ilenia Maria Mancarella - Poesie

“A Porto Cesareo”

 

Svetta la Torre

di luce svestita a tramontana tra le palme a mani tese,

tra i sapori antichi e gaudiosi,

tra le dimore marine accoccolate. Migrano velieri,

distesi e spiegati, dondolano barche assopite,

fremono scogliere infrante e brillanti in un mare d’inesauribile blu,

senza più nuvole,

sconfinato d’onde cremose. Spumeggianti i ricordi e i pensieri, consumati nel tempo che fu.

L’orizzonte

di cristallino futuro

regala sogni realizzabili e accesi.

Di un bene infinito si colora l’azzurro nel rosso Amore di Paradiso.


“S. Cesarea”

 

Il mare è sempre uguale eppure sempre diverso:

cambia continuamente umore senza avere uno stato d’animo. Eppure risente della corrente, riflette l’odore del cielo,

tra le maglie intricate delle alghe. Ospita fluttuanti pesci di passaggio, conchiglie statiche e fossili a monile coralli sparsi e lussureggianti

nel fragore di onde intermittenti.

Una cupola sovrasta a picco la scogliera, protegge case dormienti dall’alto,

s’affaccia a strapiombo su morbida insenatura. Archi impetuosi risuonano nel verdeggiante blu, rigoglìo di cobalto,

come trionfante Colosseo,

a specchio riflesso di cemento naturale. Grotte magnetiche riparano estasi selvatiche, tra risalite immaginarie in attesa di quiete, dipinte in mezzo fra luce ed ombra.

Maestosi regni d’Apocalisse, cosparsi e intrisi d’arte intrecciata ormeggiano l’anima dell’umanità.

Il vento olezza profumato e sferzante

e innalza spumoso persino il temporale.


“S. Caterina”

 

Discendo il labirinto della mente tra rientranze magiche a spiraglio stupite di spazio celeste.

Ripercorro il viaggio salutare e rianimato desideroso di mete ambite e naviganti.

Scendo per nicchie conficcate nel cuore, a tenaglia di passi silenziosi e lucenti, come presepe di sentimenti.

Intravedo amichevole S. Maria. Risalgo la china.

Gioisce la sera delle meraviglie,

quando si staglia una folgore imperante, la torre antica delle fiabe giocose, riavvolta tra preziosissimo bosco: avvistamenti di remote battaglie

nel manto futuristico di smeraldo.

Riposano gozzi nel porticciolo del retrosguardo pronti a levare l’ancora ancòra.

Accoratamente.


“Gallipoli”

 

Carillon di sonagli neonati. Castello di nascita marina solare,

notturno paesaggio di antichi e nuovi splendori, flotta imponente esistenziale,

spiagge smisurate di dedizione. Amore materno cresciuto con me.

Afrodite e Diana

nel fragore di onde sommerse.

Apollo incantato del canto sinuoso

tra vivide gocce di cristallo.


“S. Maria di Leuca”

 

Naviga Odisseo…

Il faro accende la santità.

Mistero inconscio rivolto all’altro mondo. Apertura simbiotica della mente,

unione corale dei frammenti del cuore. Spicchio dei sensi volatili.

Picco maestoso di austerità. Luccichìo di grotte ancestrali.

Scalinate di una vita

che tende all’Eterno Bene.

La fede infinita senza tramonto a levante e a ponente,

come zaffiro fanciullo,

sempre identica, dignitosa e obiettiva. Cattedrale dell’essenza di virtù e pietà. Rinasce Enea…


“Desideri”

 

Si apre il ponte con occhi nuovi,

tra una riga e un pianto nasce il sereno.

Tripudio di antologie mistiche sollevano l’umore

a picco estatico di gioventù.

Capocciona nostra” La manina piccolina sferra agile il pugnale, per difendere giocando, sempre atavica e vicina

il senso della vita primordiale. Roma cartomante, che racconti? Un bagliore nel silenzio?

Un fievole suono

nello spazio d’arte immane? Di religiosa cupola a spirale densamente si ricamò.

Tempestiva e sorridente fu palestra militare d’intensa virtù cerebrale in grandezza

a dolce nicchia caporale

a fari spenti nella notte si lustrò.

Desta brame nel mite incenso a macchia d’olio sull’asfalto,

a ragnatela intriga trame lungo il Tevere percorso, che per tutti sospirò.

Tempio nel tempo. Liete le stelle candide, Italia rifiorita,

in croce latina che tumultuò. L’anima è tenue e tentenna ma a bandiera conficcò

le stanche radici gloriose.

Inno all’Impero,

gola profonda,

che dalle onde splendenti mi sollevò.

La santità spezzò le catene per trascinare

quell’Uni Verso di amore apicale. Briciola di pane.

God for my sure pleasure, di cuore impeccabile, come in un nido,

nel perdono cristiano che bruciò.

Sole nell’autunno, sfogliato tra le pagine di bianco inchiostro.

Doglia di popoli in Risurrezione dum Urbs pacis gignit honorem. Bevuto pregiatissimo e corporale.


“Piove”

 

Piove dal cielo striato sui sassi abbracciati, su terre aride,

su mari distesi,

nell’aria profumata e fresca che avvolge l’energia; piove tra gli alberi castani che contemplano l’azzurro, sull’erba rigogliosa,

sui fiori sbocciati,

sui campi di grano a venire; piove dalle nuvole soffici in montagna e in pianura; piove sulla fiamma viva;

piove sulla cenere spenta, soffiata e svanita; piove a vento sulle fatiche delle genti,

sul sudore di un pianto strozzato, sulla lama del cuore sopito,

sul sorriso ammaliato di natura, sulla carezza bambina del mattino.

Ritmo sul silenzio che vibra nel canto di un cinguettìo.

Lava il grigiore torbido

dei tetti stanchi a piramide, delle strade piatte e ricurve,

dei muri alti e scoscesi.

La pioggia batte e ribatte continua sulle luci della notte,

dimentica di variabile affanno. Eppure volano farfalle,

e ancora buongiorno, buona vita, buon sereno.


“L’attesa dell’orizzonte”

 

E se il domani fosse già oggi

e se il presente fosse ormai passato, esisterei

nel rincorrere fissa un’altra vita,

una nuova anima, un nuovo sogno,

per l’emozione fugace di un’ombra che diventa luce sconfinata d’amore. Un aquilone!


“Favolosa Primavera”

 

L’aria turchina si specchia nella fantasia

magnifica e carezzevole dell’estasi lucente, selvaggia e libera:

intensa e divina ci ascolta

radiosa e degna di meraviglia, intimidita dal tepore del sole, eppur coraggiosa di avvenire. Una nuova vita canta,

una fiaba sorridente e bambina, una nuova età,

una nuova brezza fiorita.

Gode l’Amore

della sua più colorita rinascita. L’abbraccia, la stringe, la bacia suadente. Lei,

la regina della grazia seducente, ancor più sensuale e assoluta, variopinta di alba e di stelle.