Katia Laura Bontempi
Poesie
Sui miei tacchi
Sono io
mi guardo
sul mio viso tracce del tempo vissuto,
tu le chiami rughe
Io le chiamo vita.
Vi scorgo sorrisi
angosce.
Nella profondità dello sguardo
riemergono le battaglie dell’essere
ogni sconfitta
ogni vittoria
con i tributi a cornice.
Sulle ginocchia ho ancora il fango,
è la terra che mi è rimasta addosso
ad ogni equilibrio mancato.
Mi guardo
e vedo un quadro
i tratti di un sapiente artista
che sulla mia pelle ha disegnato
ogni attimo di me..
Talvolta il tramonto è un oblio
ma l’alba è sempre vigile
e l’alba mi ha trovata…
mi ha trovata sui miei tacchi a schiena ritta,
ogni mattina
levo il capo e l’azzurro mi inonda le iridi,
il viso si adorna di pregiati ricami
e…
sui miei tacchi corro
corro la vita.
Come radici avvinghiate
I nostri occhi..
sguardi persi
nell’altra metà del cielo
Le nostre labbra…
dolce miele di zagara
Le nostre mani…
unite e complici annullano
ogni intima distanza
Il nostro abbraccio…
dimora dell’eterno vivere,
Il tuo corpo origine di ogni brivido
scorre sulla mia pelle
sino a pervadermi l’anima…
In tutto ciò che tu sei io mi smarrisco
per ritrovarmi avvinghiata a te
come le radici al tronco
di quell’albero d’arancio
baciato dalla luna.
Madre mia
Scorrono i giorni come intere stagioni,
confinato è il respiro delle genti
prigioniero di ogni alba rinata al tramonto.
La forza avversa è recinta,
è prigione all’essenza degli istinti.
Da questo luogo lontano
il tuo viso è un cameo nel mio cuore,
traccio i contorni del tuo sorriso celato
nelle mie iridi così simili alle tue…
Il profumo di talco mi sollecita le narici,
è una dolcezza che mi avvolge
sovvenendomi quanto amorevole
fosse il tuo abbraccio,
un calore di forza
e tenerezza che tu, madre mia,
anche da lontano mi infondi,
mi rinnovi con il tuo sconfinato amore…
È l’alba
È l’alba…
il sole
nel suo primo bagliore
timidamente si annuncia al cielo,
tracciando purpuree sfumature
incalza il suo avanzare
con dolci carezze
agli assonnati fiori umidi di rugiada,
avido si disseta di ogni lacrima
dimenticata dalla notte
sui vellutati petali,
e … solo sazio
dell’amplesso amoroso
di profumi e di linfe
sorge
fulgido del suo calore
inebriando
l’anima del nuovo giorno.
Non scrivo poesie
Non scrivo poesie…
Le mie non sono
che parole sciolte
in una danza scomposta
di pensieri,
sono impronte di passi
che volteggiando
nella mia anima
han seminato
ora lacrime ora sorrisi,
sono voce
dei miei silenzi
assordanti,
sono alito di vita
di fulgide emozioni
che nel mare del mio
essere navigano
nell’incessante esistere,
resistenti al naufragare
in spiagge abbandonate
come relitti
di un tempo vissuto…
SEME D’AMORE
Ai primi caldi baci
si desta la terra
nuovi germogli e novelle speranze
annunciano la nuova stagione.
Tale giunge il seme dell’amore
nell’acerbo cuore.
Un amore
travolgente
come l’irrompere degli argini
di una piena a lungo trattenuta,
assordante
come la furia del tuono
che possiede la mente,
luminoso
come il brillare delle stelle
nella tenebra notte
un amore famelico di emozioni
che sfuma il mio cielo
di tinte cangianti
dall’alba al tramonto.
Un amore che nutre di sé
la mia anima affinché nulla
di mortale o immortale
alieni tale miracolo
e possa sì vivere libero
nell’immenso e ancor più.
PURO ARGENTO
Febbrile è l’attesa,
all’imbrunire scruto
il pallido occhieggiare della luna
fra le pieghe stellate.
Sogni sospirati confido a lei
testimone di muti pensieri,
tacite parole nate dall’oscurità
sul palmo porgo in offerta.
Inebriata la notte
da fiori gemmati
nell’opale smarrimento
attendo
celata da puro argento.
IO SONO L’AFRICA
Quel canto senza parole
che fu carezza sulla pelle
come granelli d’oro
giace ora nel mio scrigno.
Lontana dai ruggiti delle fiere,
il battito incessante del cuore nero
pulsa nelle mie vene chiamandomi
figlia alla sua terra.
Negli occhi il rubino tramonto,
immagini ferme di spazi infiniti,
verdi savane ristori d’infuocate dune
la mia Africa
terra lontana
madre adottiva
a sé mi chiama dalle viscere del mio essere.
Io sono il fiero felino,
io sono il secolare baobab,
io sono l’innamorato orizzonte
di un cielo stellato
carezza di notti tenebrose.
Io sono bianca indigena
io sono l’Africa
la mia vita al pallido Paese
la mia anima all’amata Libis.
SOLSTIZIO D’AUTUNNO
Nel nostro solstizio d’autunno
colori non più verdeggianti son sfondo
al dipinto della nostra tela.
I prati dove giovani cuori
scoprirono i primi pulsi amorosi
son ora cheta alcova
di foglie scarlatte.
La carezza della luna
mi trova coricata al tuo fianco,
vigile del tuo respiro,
colmo gli spazi fra le dita
come sempre è il nostro camminare.
A ogni nuova alba
i miei occhi si schiudono su te
e in te rinasco al nuovo giorno.
Ti guardo, il cuore implode nel petto
ancora una volta come ogni giorno
m’innamoro di te
in questo nostro solstizio d’autunno.
CUORE ERRANTE
Al diradarsi delle ombre notturne
fra nubi e sfumature serene
incede la nuova alba.
Lentamente
si apre il sipario
al rinnovato giorno,
reconditi sogni son affidati
all’oblio dell’oscurità
mentre il crepuscolo
irradia vita
a questo mio cuore errante
dell’immenso …