Laura Cappanera - Poesie

LA VITA

 

La vita non ti dà le persone che vuoi, ti dà quelle di cui hai bisogno:

per amarti, per odiarti, per formarti, per distruggerti

e per renderti la persona che eri destinato essere.

Non compiangerti e non sentirti diversa, tu non sei diversa.
Tu sei unica,

nel bene e nel male.

Coccola il tuo bene sopporta il tuo male,

e ringrazia sempre di essere come sei,

persino quando esserlo significherà soffrire con un intensità

superiore a quella di qualcun’ altro.

Ci vuole coraggio a restare, ad andarsene sono bravi tutti.

Soltanto i più forti fanno i conti con la solitudine,

gli altri la riempono con chiunque.

La direzione del proprio cammino la si trova quando si agisce.

Nulla ha potere su di te se non sei tua darglielo.

Se è nella tua realtà, ha avuto il tuo permesso.

Alcune persone entrano nella tua vita per una ragione,

altre per una stagione, altre per sempre.

Ognuno di loro prende qualcosa da noi e qualcosa ci lascia.

E così insieme condividiamo, cresciamo, soffriamo, ridiamo,

ci odiamo e ci amiamo.

Ma soprattutto impariamo.

Impariamo che ogni emozione che ne scaturisce

è unica,

ogni ricordo

è un ricordo nell’anima.


A MIA FIGLIA.

Non cambiare mai,
conserva l’ingenuità, le insicurezze, la timidezza

e la fiducia nei tuoi sogni sono le parti migliori di te.
Non smettere di rincorrere la felicità,

nemmeno quando tutto ti sembrerà inutile,
nemmeno se dovessero passare mesi, anni

senza che tu l’abbia trovata da nessuna parte.
Credi nell’amore anche se ti avranno delusa,

calpestata, usata, tradita.
Ama la pioggia, le nuvole e il sole sempre allo stesso modo

e non smettere di commuoverti.
Imbarazzati, arrossisci,
continua a cantare a squarciagola le canzoni che ami,
continua a sottolineare le frasi più significative nei tuoi libri.
Mi piace pensare che quando i capelli bianchi avranno

ormai sostituito il colore tu sarai ancora così
così dolce, vera, sensibile, immensa in ogni cosa che fai e dici.
Mi piace pensare che il mondo non ti rovinerà,

che il dolore non ti rovinerà.
Mi piace pensarti un po’ più saggia,

ma sempre sconsiderata.
Non cambiare mai,

nemmeno quando ti diranno che ti troverai

male per come sei, che ti divoreranno,
non ascoltarli.
Fai la differenza.
Resta così come sei.
Resta così tutto cuore.

 


 

 

A MIA MADRE

 

A mia madre, che c’era quando ero solo un sogno.

A mia madre, che c’era quando appena nata

strillavo a più non posso.

A mia madre, che c’era mentre imparavo a conoscere il mondo.

A mia madre, che era al mio fianco quando

quello stesso mondo iniziai a sfidarlo.

A mia madre, che c’era e si metteva in mezzo

per prendere qualche colpo al posto mio.

A mia madre, che c’era anche quando la allontanavo,

quando gli davo la colpa di tutto,

quando le urlavo contro dicendole

“E’ la mia vita” e lei,

semplicemente chinava il capo tenendosi tutto dentro.

A mia madre, che c’era quando ero in balia del vento,

ed ogni mio pensiero provocava un tramonto.

A mia madre, che c’era nel momento in cui

ero diventata solo l’ombra di me stessa, continuando

con lo sguardo a seguire i miei sbagli

e aspettando pazientemente il mio ritorno.

A mia madre, a tutte le sue lacrime solitarie che non ho mai visto.

A mia madre, a tutti i suoi silenzi che ciecamente scambiavo per menefreghismo.

A mia madre, che c’era anche se iniziai a capirlo solo dopo, molto dopo.

A mia madre devo dire grazie per non avermi mai mollato,

anche quando io stessa l’avevo fatto.

A mia madre, che c’era e c’è..

 


 

 

COME LUCCIOLE IN GIARDINO.

 

Notte buia di pensieri accesi.

Tra i capelli i nodi al pettine degli anni spesi.

Immagini di vita sfogliate in un momento,

Ora tutto appare come un aquilone rimasto senza vento.

E viaggio, lontano fra le strette e rugose vie della mano.

A quando il sole sorgeva, tra le dune del cuore.

L’età incosciente, nel pretendere ciò che si vuole!

Poi, quel piccolo pianto  che cambia ogni cosa,

che fa capire perché ha le spine una rosa.

Quella voglia felice di dipingere casa, e sulle spalle

ogni macigno non pesa.

Ricordi a labbra strette, cucite da un sorriso,

mentre la goccia di un sentimento strappa il viso.

La testa sul cuscino aspettando di veder filtrare da

sotto la finestra le prime luci del mattino.

Tra pensieri notturni ma accesi,

come lucciole in giardino.

 


 

 

DINDON

 

Dindon, qualcuno ha bussato al mio cuore,

alla fermata del bus c’eri tu.

Tra il freddo inverno, mi accorgo di un fiore.

Tra un cielo grigio gli occhi tuoi blu.

Dindon, tu raggio di sole, tra questa pioggia sento

il campanello che suona,

suona quando si trova l’amore, anche sotto un ombrello.

Dindon, succede così all’improvviso che già

mi innamoro di te, che accendi un sorriso,

mentre tra un fuggevole sguardo, ti accorgi di me.

Dindon, con il vento tra i capelli e tu ti nascondi,

dietro i cappotti della gente, sono mille gli echi

dei campanelli che adesso il mio cuore sente.

Dindon, che bello che sei, anche se gli occhi hai voltato altrove.

Felice con te io sarei, in me c’è qualcosa che non ho mai provato.

Dindon,  tra le auto che vanno, e la pioggia che cade non smette.

Che dolce che è questo affanno e la lama di un sentimento

che l’anima mi taglia a fette.

Dindon, come vorrei le tue labbra baciare,

parole d’amore poterti dire,

lontano con te volare,

la tua voce sentire.

Dindon, mentre penso a questa magia

Dindon, arriva il bus che devi prendere tu, chiudi l’ombrello

e sali su ciò

che ti porterà via,

e già sapevo che non ti avrei rivisto mai più.

Dindon, ogni volta che passo con l’auto davanti a quella fermata.

Ogni volta che piove guardo sotto un ombrello,

sperando che con quel bus tu sia tornata,

perché da quel giorno, non ho più sentito

il dindon di quel campanello.

 


 

 

UN FOGLIO, UNA PENNA E UNA POESIA

 

Scrivere una poesia e una scossa provocata dal cuore.

Una musica che nessuno strumento riesce ha suonare.

Dolci note di mille parole, l’alba di un sentimento

che non potrà mai tramontare.

Scrivere una poesia è come leggersi dentro,

sensazioni dettate che riesci a sentire.

E’ vivere al centro di un amore

e per esso anche morire.

Scrivere una poesia è una carezza sul viso,

un brivido che sale l’onda di un emozione

che scende giù, il dono di un fiore,

ciò che rimane per chi non c’è più

dell’arcobaleno l’ottavo colore.

Scrivere una poesia guardando lontano

gli alberi scossi dal vento mentre la notte

dipinge il cielo di blu, rime di belle parole,

su un foglio di carta proprio in quel momento,

quando si soffre di più.

Ma fa parte di me scrivere una poesia

che racconta ciò che durante la vita ho provato.

Una penna che scivola via per fotografare

un pensiero che tra i cespugli spinosi

del cuore ho provato.

Scrivere una poesia è il pane per chi ama davvero.

Briciole di fantasia, un gesto sincero.

Polvere di stelle e dal cilindro dell’anima una magia.

Scrivere una poesia un breve incanto da dedicare.

Foglie di autunno che volano via.

Piccole cose da ricordare, anche se per me

nessuno a mai scritto una poesia.

 


 

 

SOTTO LA PIOGGIA DEL PRIMO AMORE.

 

Pioggia d’amore,

che nelle vene del cuore cammina, raggio di sole,

nel buio dei miei confini.

Aria di te, respirata, profumo di dolcissima essenza,

magia con gli occhi toccata.

Voce che nell’orecchio sussurra la tua presenza.

Brivido sulla pelle si appoggia, che i pensieri confonde,

tra i capelli bagnati di pioggia.

E’ una lacrima che ad un sorriso risponde, lieve carezza che fa’ rifiorire l’età.

Trasparente è la tenerezza, che prende più di quello che dà.

Ansia fin qui mai provata, voli che lontano portano la mente.

Una vela nel vento spiegata, tra le onde del mare controcorrente.

Nodo che stringe la gola, labbra tremanti.

L’anima che dal sonno si sveglia da sola.

Sguardi incantati tra stelle cadenti,

improvvisa emozione tra le pieghe del viso, tra le note di una canzone.

Fiamme rosse di inferno e nuvole bianche di paradiso.

Pioggia del primo amore che senza ombrello mi hai sorpreso, tu.

Allagato ora è il mio cuore da un sentimento profondo,

il più bello e dolce del mondo.Tu.

 


 

 

DI NOTTE

 

Stanotte non riuscivo a dormire.

Notte buia tra fantasmi di ricordi, quei momenti belli,

che le vele gonfiano e non li fanno naufragare.

Come vorrei fosse facile parlare del rumore che fa’ il silenzio.

Quell’onda anomala del cuore, mentre si viaggia tra i pensieri.

Dovrei urlare e combattere il rumore di quel silenzio

per non farlo entrare più.

Sembra di passare più tempo nel letto, rispetto a quando si dorme.

Così mi sono messa a contare i miei pensieri,

come fossero pecore,ma il gregge era talmente

ammassato e confusionario che ad un certo punto

ho perso il conto e ho lasciato perdere.

A cosa serve in fondo contare le pecore?

Non ho mai contato i miei pensieri,

quindi non posso sapere

quanti me ne mancano.

Allora ho cominciato a contare

i miei respiri, per scoprire quanti

ne faccio in un minuto,

ma anche qui non posso sapere

quanti me ne mancano.

Ma io in matematica me la cavo

bene e così cerco un totale,

perché ci deve pur essere.

E se uno più uno fa’ due allora è vero.

La vita non si misura attraverso

il numero dei respiri che facciamo.

Ma attraverso i momenti che

ci lasciano senza respiro.

 


 

 

TI RICORDI MARIA.

 

Ti ricordi Maria, ti ricordi

quando felici correvamo nel tempo,

senza guardare il domani,

quando sdraiati sulla sabbia

mi parlavi di te,

quando per amore ti diedi il primo bacio

e il tuo volto arrossiva,

quando il tuo sguardo timido si abbassava,

ed io ti prendevo le mani che ti tremavano,

eravamo innamorati,

ed era per noi l’unica gioia di vita.

Adesso ti chiedo con rimpianto,

ti ricordi Maria, ti ricordi

quando quella sera in riva al mare

riuscisti per la prima volta a dirmi t’amo,

in quel momento i tuoi occhi diventarono rossi,

i tuoi capelli ondeggiavano nel vento

ed io ti guardavo senza più dire nulla,

ti ricordi Maria, ti ricordi,

ora non so cosa sia rimasto di quei anni,

il tuo volto è abbassato come allora,

e come allora tu adesso piangi,

guardiamoci le mani Maria,

sono vecchie vero?

Ed è con queste che abbiamo conosciuto la vita,

il dolore, l’amore.

Ma il mio cuore cara ha conosciuto te.

 


 

 

AVANTI TUTTA.

 

Che cosa è un percorso senza ostacoli,

accidenti alle difficoltà,

sembra che la cosa che mi riesce meglio

è quella di complicarmi l’esistenza,

senza nessuno schema o paravento.

La volontà non ha rughe,

ma l’età è un vento che gonfia le vele

nella stessa direzione e trovarsi

sempre in mare aperto,

quando la gioventù è ormai un isola lontana,

si rischia il naufragio.

Avanti tutta comunque padrone del timone.

Raccontarsi una bugia tra incespicate

verità e vincere cieli di tempesta.

Mai arrendersi e andare avanti,

di istinto e di cuore affianco alle persone

che ami e ti sostengono.

Diventare amico delle difficoltà

e non far caso a onde di parole che

dentro a conchiglie arrivano alle orecchie.

Se perle o diamanti non saranno pazienza.

Le battaglie si vincono combattendo,

ed io non mi arrendo davanti alla spada

affilata del destino.

Contrabbandare un sogno reato non è

ed io sogno di rendere dieci volte

quello che ho ricevuto.

Pietra su pietra sempre.

E’ quando si smette di costruire

che la barca si arena.

No il mio vento non smetterà mai di soffiare.