Lidia Apa

Poesie


L’ultimo respiro della madre terra

Il sonno s’è preso le parole
ma la notte ci guarda
silenziosa, solenne.
Apre tracce di sé dentro alla culla del cuore
che si fa orchestra di rumori assordanti.
Riposano un solo giorno le ali della morte
su quel viso di cera e di lacca
ma un tepore costante di palpebre
le rimane addosso: caldo-freddo.
Non è via ciò che ancora pulsa dentro al petto.
È come sangue che si rigenera e circola, la speranza.
È come un fragile fiore che sente la paura della morte
così, nasconde il suo seme.
D’improvviso qualcuno la guarda:
Sarà morta? Sarà viva?
I suoi occhi chiusi a mezz’aria
mentre noi, in quegli occhi
penetriamo il suo pianto
con artigli di guerra
sgretolandole i monti, le vallate, le radici.
Così tu la uccidi
e mentre muore
giri intorno rantolando sul suo fiato
supplicando e mordendo quel corpo
che è, la tua stessa carcassa.

 


 

Anima-Tempo

Il tempo non è
né giovane
né vecchio
ma l’eterno
che aggrappandosi al cuore si rigenera
e rigenerandosi nasce e rinasce
come il giorno dal grembo della notte
risplende.

Così vivere diventa vivere
e basta!

Come per Platone
Il corpo è zavorra della mia anima
e morire non mi spaventa.

Così vivere diventa vivere
e basta!

Così io vi dico
non m’importa sapere fino a quando
ma fino a dove
potrà una particella d’anima
godere dell’immensità del cielo
senza mai distruggersi.

 


 

Le scarpette alla frontiera

Sdraiato
su sterminati campi di grano
un soldato prega
mentre il sole parla un’altra lingua e non lo sa.
E non seppe mai
che il chicco di grano maturo
chiuse in quel campo
i suoi occhi.

Sdraiato
da qualche parte un bambino sogna
sogna la mamma che prepara il caffè.
Sogna la libertà di tornare indietro
come si fa in un videogioco.

Sempre fu detto:
il potere muove il mondo.
Proprio così
e lo fa talmente forte
che alla fine lo distrugge.

Via, via da qui
per andare chissà dove.
E chissà poi perché
le scarpette ci ricordano la guerra
e la poesia.
( Un’altra volta! )

Ferme alla frontiera
in una scatola azzurra
un paio di scarpette nuove
aspettano un bambino.
Lungo il cammino ricorderà
i giochi lasciati nel cortile di casa
i colori sparsi sul tavolo in cucina
lo zaino con dentro ancora la merenda.
E la guerra, la guerra non lo sa.