VIAGGI
Ho scritto sulla pelle
i viaggi della notte,
dei suoi deliri
davanti all’anima errante.
Ho scritto tutto
sulle mappe segrete
di questi movimenti evasi.
Nessuno sapeva.
Tu eri lì ad aspettare
l’arrivo delle maree.
Sei rimasto
senza comprendere il vento,
la tempesta e tutto ciò che ero.
I SOGNI SCADUTI
Il tempo dei sogni scaduti,
delle notti rimaste in vendita.
Il tempo senza orgogli
dei piccoli gesti,
il caos dell’identità
rimasta fuori casa.
Il tempo di questo abisso
porta il nostro nome
e lascia una manciata di attimi
sulla pelle rovente.
QUALCUNO CERCA
Abbiamo battezzato
ogni pensiero
ed i giorni non rispondono a nessun nome.
Abbiamo cambiato l’indirizzo
dei nostri inverni e continuiamo
a vivere abusivamente
nella stessa estate.
Qualcuno cerca il suo cane, qualcun altro la sua ombra
e nella successione delle idee rimaniamo forme nude.
L’INGANNO
Abito nei tuoi risvegli
senza comprenderli.
Gli attimi si sgretolano
come le paure rimaste nel gelo.
La mia pelle copre la tua
e non sappiamo
di chi sono le ferite.
La casa non ha più memoria,
la sua materia cade sulla nostra.
Nei meccanismi fini
la menzogna del tempo
diventa legge.
Continuiamo ad abitare
uno nelle rinunce dell’altra.
I nostri gesti si confondono.
I MORTI ABITANO SOPRA
Mio padre annaffia l’erba
nelle ossa.
Comprende la natura
della solitudine
e appende nelle crepe del cielo
una luna piena.
Di notte esce dalla sua terra,
canta con i grilli,
attacca i nomi dei figli alle foglie
e pensa ancora di ritrovarli.
Gira mio padre nel suo orto.
I cespugli del rosmarino
lo riconoscono e fioriscono.
E’ già alba e lui sa
che deve ritornare nella rugiada.
IL BUCATO
La signora del primo piano stendeva i panni e la solitudine.
C’era tanto vento nel suo tacere.
Lei badava all’ombra appesa ai fili.
La signora del primo piano raccoglieva i suoi panni asciutti insieme ai sogni.
Chiudeva la porta sui pensieri
e si metteva a rifare il bucato.
LA SECONDA PELLE
Il mio tempo
non comprendeva se stesso.
Le lancette giravano
intorno ai sogni, ai silenzi.
Spiava un gesto appena svegliato,
le guerre, i trattati di pace
di un corpo e di quell’anima.
Aveva le ferite e sapeva usarle
come seconda pelle.
LE PARETI
Le pareti dormono in piedi
e quando lo fanno
smettono di respirare.
Le cornici cadono,
i ritratti prendono forma
del silenzio.
Il tempo si squaglia
come i serpenti immaginari
sulla stessa linea
della nostra gravità.
Lì, nella casa diventata giardino.
SENZA FERITE
Lo spazio cambia pelle
e me rimasta nelle sue pieghe.
Ho ancora sulle palpebre
i ritratti remoti dell’ultima parola, del silenzio messo all’asta.
Senza ferite
il movimento delle molecole,
senza nome il corpo di paglia.
Lo spazio ingoia se stesso e me
fuggita dall’ultima utopia.
I FANTASMI DEI PENSIERI
Non trovo più i pensieri al risveglio.
Giro il cuscino.
Esso perde i sensi.
Forse i miei pensieri
sono dei fantasmi che dormono nelle piume.
Di notte vanno su e giù
nella mia testa.
Si mettono di traverso, urlano, danzano.
Battono i tamburi sulle tempie.
Forse loro lasciano la rugiada
sulle palpebre.
PESCI ROSSI SULLA LUNA
Ho lasciato l’anima ambrata nella soffitta
e me ne sono andata a guardare senza gravità,
la luna.
I suoi pesci rossi cercavano le torbide acque
della mia carne.
La guardavo come lei guardava me nel sonno.
Mi sono svegliata prima di comprenderla.
L’anima si staccava dalla soffitta
e cercava un posto dove stare.
Ero ancora lì, nell’alta marea.
SENZA FERITE
Lo spazio cambia pelle
e me rimasta nelle sue pieghe.
Ho ancora sulle palpebre i ritratti remoti
dell’ultima parola, del silenzio messo all’asta.
Senza ferite il movimento delle molecole,
senza nome il corpo di paglia.
Lo spazio ingoia se stesso e me
fuggita dall’ultima utopia.
QUEL GIORNO
Quel giorno le anime erano appese al cielo.
Forse qualche Dio ha fatto il bucato.
Le sue lunghe camicie, i calzoni,
coprivano le nostre facce girate insù,
le nostre bocche rimaste aperte nello stupore dell’accaduto.
Dio nudo camminava su di noi
come fossimo acque.
Quel giorno le anime rimanevano appese al cielo,
spezzate dalla pioggia.
Dio era lì, lavava i piedi e la parola caduta
insieme a noi.
LILIANA PAISA
SENTI?
La neve
sulle ali del mondo,
sulle ferite.
Stanco,
dormiente sulla polvere
il mondo cambia,
sposta i segreti
nello sgretolare dei giorni.
Guarda appena le ali rimaste nell’aria,
quest’aria ambrata nei voli lontani.
VIAGGI
Ho scritto sulla pelle i viaggi della notte,
dei suoi deliri davanti all’anima errante.
Ho scritto tutto sulle mappe segrete
di questi movimenti evasi.
Nessuno sapeva.
Tu eri lì ad aspettare l’arrivo delle maree..
Sei rimasto senza comprendere il vento,
la tempesta e tutto ciò che ero…
INVITO
Ho invitato la bellezza a prendere il thè.
Lei mi ha guardato e se ne è andata sorridendo.
Alle cinque di pomeriggio qualcuno suona alla porta.
La porta diventa umile, arrossisce
e si mette da una parte del muro.
La bellezza era arrivata per il thè ma,
io avevo dimenticato di mettere sul tavolino
la seconda tazza, il secondo cubetto di zucchero
e la seconda sedia.
Oh, no, adesso come si fa, dissi io guardando la bellezza.
Lei fluttuava nell’aria.
Non ti preoccupare, mi sussurrò,
assaggerò un sorso dalla solitaria tazza.
La fragranza del thè rimase sulla pelle
di tutte queste bastarde ore.
Cinque, sette, ancora cinque ma,
io non bevo mai il thè freddo.
FUORI DAI RECINTI
I padri coltivano l’orto
e anche Paradiso.
L’aria profuma di fresco e di fresco
anche il bucato delle madri.
Fuori dai recinti l’erba copre le ombre.
Lo sanno i padri e le madri.
Loro si addormentano
con l’immagine dei figli cresciuta
sulle palpebre.
LUNATICHE
Il silenzio incontra se stesso
tra prima luna e ultima collina.
Sapeva che nulla era da fare
per le lunatiche ombre che portavano via
le parole.
Tra i sogni aspettavano il ritorno dell’uomo
e della sua arte astratta.
LA FUGA DI CASA
La fuga di casa ci rende invisibili,
la nostra presenza rimane nelle macchie
cancellabile prima di essere viste.
Si impara ad abitare ogni molecola
di quest’aria,
di questa pioggia.
Si diventa poi l’inquilino che non paga l’affitto
alla sua terra, l’inquilino che non cambierà mai
l’ultima serratura.
LA RAGAZZA DEI SOGNI BLU
La ragazza dei sogni blu vive
nei disegni degli amanti,
nell’immemore confine di una carezza.
Conosce l’indelebile storia dei loro gesti
e dei segreti rimasti negli specchi.
I disegni si sciolgono sulla pelle
della ragazza dei sogni blu.
TROPPO VICINI
Siamo la natura oscura dei sogni,
le tempeste tra le particelle d’amore
e quando siamo vicini
rimaniamo senza gravità.
LA TERRA
La terra strappa se stessa
dal fuoco
e rimane sopra le macerie,
nella preghiera
gridata ai figli.
SU UNA SEDIA
Un uomo su una sedia guarda se stesso
tra le imbrigliate albe e lune.
Fiorisce il suo castagno, il suo prato
e qualche ricordo nascosto nella credenza.
Un’ombra su una sedia aspetta l’uomo
e guarda tra le cicatrici di una finestra
la fioritura dei papaveri.
LILIANA PAISA
SU UNA SEDIA
Un uomo su una sedia guarda se stesso
tra le imbrigliate albe e lune.
Fiorisce il suo castagno, il suo prato
e qualche ricordo nascosto nella credenza.
Un’ombra su una sedia aspetta l’uomo
e guarda tra le cicatrici di una finestra
la fioritura dei papaveri.
ILLECITO
La notte fa scambi illeciti di nebbia
e scrive sui diari i segreti della gente.
Si confondono le storie
di chi dimentica la porta aperta
o di chi dorme nel parco.
La notte sorseggia il caffè caldo e jazz
contando i gatti che passeggiano.
La notte appoggia la testa sull’ultima pubblicità:
“la città non dorme mai e fate bene a non dormire
neanche voi”.
FUORI DALLA PORTA
Ho girato gli specchi.
Ero stanca delle loro legende.
Ho pensato che mi bastassero i tuoi occhi
per vedermi, ma tu lasciavi le palpebre cadere.
Io non sapevo disegnare su di loro
la mia anima.
Ho taciuto e fuori dalla porta
ho messo il mio nome.
LILIANA PAISA