Liviana Poletti - Poesie

Per caso

Una pausa, un caffè, disperazione, lacrime che pungono, iniziano a scorrere lente sulle mie guance.
Una mano si allunga verso di me, mi porge un fazzolettino di carta, ora le lacrime sono inarrestabili, incrocio gli occhi più dolci che mai avessi visto.
Imbarazzo totale, mai mi era successo una cosa simile, seduti a un tavolino, l’ennesimo caffè, le parole escono fluide, due perfetti sconosciuti.
È tardi, devo andare, un numero furtivo scivola nella mia vita in punta di piedi.
Paura dell’ignoto, mi lascio trasportare da una girandola di emozioni.


Turbamento

Messaggio improvviso /non lo aspetti
Ti turba /ti disturba
Non vuoi /lo cancelli /non smette
Si insinua nella tua mente
Lo senti palpitare nelle viscere
È solo un’ombra /condivisioni segrete
Non vuoi/non puoi /pensi /perché proprio a me.


In silenzio

Vorrei urlare al mondo che colpe non ho
In silenzio vivo un’amore
Ascolto il mio cuore stanco /deriso da chi non capisce La mente vaga I pensieri si attorcigliano al cuore Solo scrivendo posso urlare Nella vita solo ascoltare.


Il faro

In balia del mare la corrente ti porta via Ritornerai ne sono certa Si ritorna sempre da chi si ama Segui la luce fioca del faro Illuminerà il tuo cuore E ti riporterà da me.


Difficile

Più facile dirlo che farlo
Allontanarmi da te quasi impossibile
Divisi non respiriamo
Siamo uniti/senza firme/senza legami
Ci scegliamo giorno per giorno
Ci siamo sempre cercati e mai trovati /mi dicesti tu Ora si.


Tristezza

Avvolta da una sottile tristezza autunnale Ti prende I ‘anima /I pensieri vagano lenti È un volo la vita /volteggia una foglia color dell’oro Eterea /unica Si posa lievemente sulla mia mano È una carezza al cuore Chissa `forse un’ Angelo.


Un senso

Ti cercavo non so dove
Forse un senso alla mia vita
Tutto il mio essere ti invocava
Non avevi volto /solo mani che mi sfioravano Nei miei sogni eri reale /ti sentivo La tua pelle che odorava di bosco e di legna tagliata.


Castello

Ho cercato di costruire un castello
Ma era di sabbia /il mare la preso con se Sono rimaste due principesse e tre principini Il re e la regina sono morti I bambini non demordono Ricostruiro `un’altro castello /sulla terra ferma Nessun mare lo porterà via.


Felicità

La cercherò fra gli anfratti dell’universo In fondo a un’abisso di un’oceano cristallino Su monti innevati /fra stambecchi e stelle alpine Fra valli e pianure/fra nebbia e calore Nel cielo terso di nuvole bianche In un campo di grano fra mille papaveri La cercherò /la troverò Racchiuso nel mio cuore Uno scrigno dorato colmo di felicità /e te la donero`.


Non serve

Non serve la pioggia per piangere
Non serve il cielo plumbeo per la malinconia Non serve morire per non vivere Porgi le tue mani perché io possa stringerle.