Luca Bonetto

Poesie


Una casa

Cosa significa costruire una casa se non vivere momento per momento, attimo dopo attimo in modo tale che due persone si possano accompagnare in una dinamica mutualistica carica di rispetto reciproco.
Due individui, due entità che nella volontà reale espressa nel “qui e ora” realizzano e costruiscono ciò che è espressione dei loro pensieri, delle loro emozioni che spesso a causa di pensieri tossici, tipici e classici della nostra società, ne impediscono la realizzazione.
Impariamo ad ascoltare le nostre emozioni e a renderle reali nell’azione quotidiana, certo con l’ausilio di un supporto reciproco, ma forti di un’emozione e di una spinta propulsiva che nasce dal cuore. Come disse Cristo, che la sapeva lunga, Guai!!! a chi separa ciò che Dio ha unito.

(…a Betty…fermati o mamma spara)

 


 

Stanco…

Sono stanco? Si, stanco nel cuore, stanco nell’anima. Stanco di insulti, stanco di calunnie e pregiudizi. Stanco di essere uno scarto, stanco di essere un peso. Stanco di non essere compreso e stanco di non essere amato . Stanco di dover rientrare negli schemi, io faccio quello che posso ma niente mi viene condonato…. Sempre e solo doveri e mai nessuno che mi chieda di cosa ho bisogno….NESSUNO. In fondo…non sono nessuno.

 


 

Sfumature d’amore

I sopracitati con la presente, rinunciano ad ogni sorta di rivalsa in virtù di passati fenomeni nefasti.
Entrambe le parti si impegnano di fatto ad amarsi e rispettarsi, nella gioia nel dolore, nella sofferenza e nella malattia e supportarsi nel caso in cui un freghino arrivi ad addolcire la loro vita.
Amen

 


 

Fabio

Ciao fratello Mio,
Passano i giorni e la tua mancanza si fa sempre più pesante….
So già cosa diresti….”miiiiiinkia fra’ io ci sono”
e in fondo ci sei come ci sei sempre stato….fratello palermitano.
Ricordo il primo giorno che ci vedemmo “dal verde”…ci guardavamo in cagnesco ed entrambi con lo stesso pensiero (che ci confidammo anni dopo)”che faccia di merda”…( risata).
Già fratellone…ci abbiamo riso per una settimana….quando dopo anni ci ritrovammo per puro caso.
L’unico con cui ho veramente ho poggiato tutta la mia fiducia su 700 individui (a parte Claudio che cambia contesto)…ma li fosti l’unico con la tua fragorosa risata e i bestemmioni che facevano tremare la vetreria (risata).
Ci siamo confidati i nostri segreti più intimi per poi chiuderli nella cassaforte dei nostri cuori in una fratellanza di sangue unica .
Molte similitudini e molte sofferenze ci hanno accomunato e ci siamo sorretti e compresi, ascoltati e supportati…solo tu hai compreso tutto il mio inferno perché anche tu sei passato attraverso il tuo inferno….
Siamo stati l’uno per l’altro una spalla su cui piangere e nella solitudine dei nostri cinque metri cubi abbiamo curato le nostre ferite con l’ascolto e con la poesia…
Già, anche lei nostro denominatore comune .
Amavo le tue foto pubblicate, espressione della voglia di infinito, della voglia di essere amato in tutta la sua essenza fino a che, un giorno, l’ultima con una sfumatura cromatica diversa, filtrata, satinata la cui rappresentazione ho trovato emblematica. Una strada, il cielo terso e qualche nube….intorno il nulla sinonimo di pace e della voglia di essere oltre….
Mi venne in brivido…
fosti profetico….
eri già OLTRE fratello mio….
Ora riecheggia nella mia mente il fragore della tua risata, la forza del tuo essere terrone e la vicinanza di chi mi ha fatto conoscere il vero senso della Famiglia.
Con quella foto hai lasciato un segno indelebile della tua essenza…ora sei libero….
Occhio vigile…sulle strade dei cieli .

 


 

Festa del Papà

Chissà dove sarà,
viaggia da mesi e mesi con ricordo i figlioletti
che giocano felici con i giochetti.
Una si chiama Benedetta
che sta sola nella stanzetta,
l’altro si chiama Francesco
che vicino al suo laghetto, dice:”Io pesco, io pesco”.
Poi c’è la mamma che l’aiutiamo…
che mangia l’insalata:”ciao pecorella”, noi le diciamo.

(versione originale by Benedetta)