Luigi Armentano - Poesie

CORO SARDO

Un coro sardo nell’animo sale
con crescenti suoni ascensionali,
ritma il battito, incalza,
poi urla dolore, dilania, strazia.
Nostalgico esplode,
si leva in radenti voli,
tra costa e mare.
Una torre antica racconta
memorie, storie, di amore
e tradimento al sole,
al chiaro di luna, in plenilunio.
Sapori, odori, umori diffonde
l’aura lieve pregna di sole,
salsedine, spezie e miele.
Giovani amanti tra gli anfratti
nascosti, all’ombra dell’ alloro,
tra agri odori di pruni e mirto
bruciano, fervidi baci, carezze,
consumano ardenti amplessi,
rinnovano il sacro, ritmico rito della vita.
E ancora il coro sale intenso, vibrante
con le sue acute note sonore:
consonanti e vocali dell’amore.


 

” VIA DEL LUPANARE, POMPEI “

Lievi, candide, sinuose,
di ondeggianti, variopinti
veli adorne, fascinose,
scalze, danzano falene
flessuose, intorno ad un falò.

Melliflue, giovani sirene,
Eteree, fluttuanti etere
ammalianti, evanescenti,
invitano rapiti passanti
con gesti, canti, amenità.

Così nelle anguste alcove,
sensuali donandosi,
al suono della lira, lascive
orgiastiche baccanti,
ardono al fuoco dell’oscenità.


 

VERSI LIBERI NELLA MENTE

I miei versi più belli
son quelli mai scritti
che, piano cullati,
navigavano,
legni alla deriva,
nel mare della mente.
Io li coglievo mentre
liberi scorrevano,
col favore del vento,
tra i pensieri,
a portare sereno
all’animo deluso.
Non volevo rompere
quella magia,
quell’ incanto libero
in poesia,
li osservavo estatico,
tra i fiumi fluidi,
evanescenti passare.


 

A L I T O D’ A M O R E

CULLARE IL RESPIRO
DEL NOSTRO AMORE,
TENERLO PURO
SU LE MANI,
SU LE LABBRA
PALPITANTE,
COGLIERLO CALDO
SU L’UMIDE CIGLIA,
TRA I CAPELLI LIEVE,
SU I NOSTRI VISI
TRASPARENTI VERITA’.
FONDERE LA STRETTA
DELLE NOSTRE BRACCIA,
PERDERMI IN MILLE
CAPOGIRI E MILLE,
ANNULLARMI NEL RISO
LUMINOSO D’UN TUO BACIO,
MORIRMI NEI SENSI
CHE IL PENSIERO INVENTA,
MORIRMI ALL’ALBA,
NEL TUO GREMBO ASCOSO.


FELICITA’

Su un foglietto li avevo segnati,
dall’alito lieve del vento
primaverile cullati,
i miei versi,
erano lieti, perfetti,
letizia che mi cantavano
con sussurri ruffiani,
lento il segreto,
piano bisbigliato,
della felicità.

La coglievo sulle tue labbra,
Amore dolce,
nel fondersi delle nostre anime,
ma nemico, geloso
un vento imperioso s’è levato
ed in volo il foglietto ha innalzato.
Io correvo… correvo…trafelato.
Ho corso fin in cielo a perdifiato…
…l’ho inseguito
e con lui effimera la felicità.


BIANCHI CAVALLI

Bianchi cavalli algidi
nella brumosa radura brulla
fiutano fragrante il fieno
nel bucolico scenario murgiano.
Improvvisi corrono scalcianti,
mobili le criniere sciolte,
rombanti su rocce riecheggianti
nitriscono, sbuffano vapori.
Con ardui salti oltrepassano
dirupi, balze e asperità.
L’aria salubre fieri fendono,
le code alte tendono,
eleganti in plastica postura
poi s’ inerpicano per l’altura
dove piano appare di pietra
bruna una masseria
e il vento lieve carezzandola
spinge e raduna acri odori
di muschi e pruni, di stalle,
dolci profumi delicati e puri
di mandorli, lichene e miele.


I L F A L O ‘

Fresche fascine bruciano nel falò,
fascinoso fumo grigio si leva
odoroso nei campi intorno a me
mentre il tramonto, tra flebili speranze
e ingannevoli promesse, inarrestabile
incede a stendere il suo scuro velo.

D’improvviso foglie d’ulivo
in assordante, sfavillante crepitio,
fulminee incendiano il rogo,
l’avviluppano inesorabile
d’ogni parte, tingendo
di rosso anche il cielo.

E così vado con la mente
al mio tempo, al presente,
a pensieri, a desideri, a sogni
che attendono l ‘innesco
per avvilupparmi in un rogo
che appassioni, consumi e divori.


LASCIATEMI

Lasciatemi solo
in questo paesaggio murgiano
a sognare i segni del tempo,
i suoni suadenti degli elementi,
il soffio del vento in estasi
o in lamento, il tintinnio musicale
dell’acqua, l’eco di voci
amiche, perdute nel cammino.


 

SOTTO LA CENERE

Solo ieri ardeva fulgido il falò
nella desolata, cupa campagna,
di tanto incendio
cenere impalpabile rimane,
e mentre rovisto mesto
nel suo grigio tumulo
scorgo intorno incombusti fusti
che fumano come li rimesto.
Sotto il cinereo manto è fuoco solo sopito
come i ricordi e le schiere dei pensieri
nella quiete apparente della notte.
Come sotto la cenere cova
e riprende vigore
appena alita e soffia il vento,
così ora si desta e arde
l’incendio del mio turbamento.