Luigi Gasparin - Poesie e Racconti

Preghiera di una madre

 

Ora che non sono più accanto a voi non piangete. 

Non sono andata via, io sono sempre lì.

Non potrò più tenervi in braccio come quando eravate piccoli.

Non potrò più stringervi tra le mie braccia e cullarvi come quando avevate paura.

Non potrò più asciugare le vostre lacrime. 

Ma io sarò sempre al vostro fianco, e da lassù vi proteggerò.

Piangerò, riderò con voi perché sono diventata un Angelo… il vostro Angelo.

Asciugatevi le lacrime figli miei, e regalatemi un sorriso.

Perché ogni volta che vi vedevo sorridere, il mio cuore si riempiva di gioia.


 

Buon Natale Miriam

 

Anche se non sei più fisicamente tra di noi perché il cielo ha voluto un Angelo.

Voglio lo stesso dirti Buon Natale.

Ora che sei un Angelo proteggi le persone che hai amato.

Guida i loro passi, aiutali se sono in difficoltà.

E se i loro cuori sono tristi scaldali col tuo grande Amore.

Buon Natale Miriam.


Dedicato a una ragazza diventata Donna

 

Ora che sei donna, è hai scoperto un nuovo gioco, molto bello

Col quale passare dei piacevoli momenti, con un uomo: (Il sesso)

Ma ricordati, di non confondere mai: (Il sesso con l’amore)

Incontrerai uomini, che ti prometteranno amore, ma vorano solo sesso.

Anche tu, prometterai amore, ma vorai solo sesso.

Ma un giorno, incontrerai un uomo che non ti prometterà nulla.

Ti prenderà per mano, e ti porterà con lui.

In un mondo

D’Amore e Felicità 


La vita

 

La vita è sempre una corsa contro il tempo.

E ci fa dimenticare quei bei momenti che abbiamo vissuto accanto alla persona amata.

La dolcezza di sfiorare le sue labbra con le tue.

Darsi una carezza guardandosi negli occhi.

Camminare mano nella mano.

Dormire abbracciati.

Tutte cose che col tempo le dimentichiamo, o… pensiamo che siano cose da ragazzini.

Ricordati che l’amore non ha età… Fermati!

Prendi la persona amata tra le tue braccia.

Sfiora le sue labbra con le tue.

Accarezza il suo dolce viso guardando dolcemente i suoi occhi.

Tienila stretta tra le tue braccia.

E amala come se fossi un ragazzino al suo primo amore.

Perché un giorno potresti perderla.

E… rimpiangerai di non averlo fatto.


L’amore e bello

 

Ma può essere anche crudele.

Però amare una persona è indubbiamente la cosa più bella che ti possa accadere.

Baciarsi, darsi una carezza e guardarsi negli occhi, se si ama ti fa provare sensazioni che nessun’altra cosa può farti provare.

Non smettere mai di amare.

Un giorno ti innamorerai di una persona che ti porterà a toccare il cielo con un dito, e, se anche quella storia non finirà con…Vissero felici

Sarà valsa la pena di averla vissuta.

Perché l’amore è questo.

Essere felici ma anche tristi.

L’importante e continuare ad AMARE.


Dono il mio cuore a te dolce amore mio

 

Perché con te al mio fianco sto vivendo una bellissima storia d’Amore.

Che mai il mio cuore avrebbe pensato di poter vivere

E se anche la mia mente ogni tanto vola da un’altra parte.

Ma è con te che il mio cuore sogna di poter vivere all’infinito questa bellissima storia d’Amore che io e te stiamo scrivendo con la passione del nostro Amore dentro i nostri cuori.

Giorno dopo giorno, tenendoci per mano.

Perché tu sei il mio Amore, l’unico mio Amore.


Riflessioni sulla guerra

 

Perché l’uomo deve essere così crudele verso i propri simili.

E proprio così difficile amarsi. 

Perché… ma perché farsi la guerra.

Per della terra.

Per il colore della pelle o di una bandiera.

Per un ideale politico, o solo per il modo con cui preghi il tuo Dio. 

No!… Non nevale la pena.

Il dolore per una perdita e uguale sia che tu sia vincitore o sconfitto.

Il pianato di un genitore che ha perso i propri figli.

O di una moglie che ha perso il marito.

O di un marito che ha perso la propria moglie.

O il pianto dei figli che hanno perso i loro genitori.

È uguale.

Perciò smettiamo di odiarsi e farci la guerra per queste futili cose.

E pensiamo solo ad amarci.

Così il mondo sarebbe un posto migliore. 

E non bisognerebbe morire per andare in paradiso.

Perché la terra diventerebbe un paradiso. 


Il terzo tempo

 

Il terzo tempo, o il terzo atto della commedia della tua vita.

Una vita vissuta alla grande? O solamente vissuta?

Il momento in cui rifletti su cosa hai fatto nella tua vita, e se lo rifaresti… oppure no

E anche il momento dei ricordi:

La prima volta che il tuo cuore batte forte per quella ragazzina.

La prima volta che le tue labbra toccarono le sue.

La prima volta che hai fatto l’amore… quanta paura di non esserne capace.

Quel giorno davanti all’altare, dove una donna in un bellissimo vestito bianco ti raggiunse, e si legò a te per la vita.

E quanti altri bei ricordi hai avuto nella tua vita. 

Ma… quanti no:

Il tuo primo amore, che non sei riuscito a tenere al tuo fianco.

Quella scazzottata che non avresti dovuto fare.

Quella volta… 

Ma soprattutto è il tempo di riaprire quel cassetto dove avevi posato quel sogno e realizzarlo. 

Perché, se hai la forza e il coraggio di credere in loro, i sogni talvolta diventano realtà


12 ottobre 1979/12 ottobre 2018

 

Seduti su quei gradini ti baciai.

Quel bacio ci ha portato fino a oggi.

E mano nella mano abbiamo affrontato il bello e il brutto della vita.

Anche se un giorno ci siamo allontanati, e le nostre mani non si sono più trovate.

I nostri cuori però sono sempre rimasti vicini.

E quando il nostro amore ebbe la meglio sulla nostra stupidità, le nostre mani si ritrovarono.

Credo che la vita quel giorno mi fece un regalo, e quel regalo eri TU.

Che sei la mia donna, la mia sposa, la mia amante e soprattutto sei la cosa più bella che la vita potesse darmi.

Ti amo.


Nel buio della mia vita

 

Allungo la mia mano e trovo la tua.

Mi giro verso di te, e vedo i tuoi bellissimi occhi che ridanno luce alla mia vita.

Ogni tuo baciò guarisce tutte le ferite che la vita mi ha inflitto.

Le tue dolci carezza mi ridanno forza.

Nel silenzio che circonda la mia vita, il dolce suono del battito del tuo cuore mi sembra una dolce melodia, che manda in frantumi ogni mia malinconia.

Tra le tue braccia, ogni mia paura svanisce, e ritrovo il coraggio di tornare a combattere perché con te al mio fianco anche la notte più buia, diventa splendente, perché il tuo Amore rischiara la mia vita.


Dedicato a una medaglietta

 

Ora che non ci sei più.

Mi sento come se mi avessero portato via una parte di me.

Il giorno che nacqui ti misero al mio collo, e da quel giorno tu sei stata sempre con me.

Quando incomincia a camminare, a parlare.

Il primo giorno di scuola.

I lunghi periodi che da bambino stavo male ed entravo e uscivo dall’ospedale.

La prima volta che il mio cuore ha incominciato a battere forte per quella ragazzina.

Quando lei si sedeva in braccio a me, e a volte ti prendeva tra le sue labbra, come ti invidiavo.  

Quando riuscii a baciarla. 

Quando, con tanta emozione, riuscii a spogliarla, e lei spogliò me.

Quella sera nel fienile, quando io e lei per la prima volta facemmo l’amore.

Quando quella storia fini.

Quando partii per il servizio militare.

Quando, dopo diversi anni, la rividi, e passai una sera con lei, a parlare della nostra storia, per vedere se si poteva farla rinascere.

Quando ritrovai l’amore, e il mio cuore ribatté di nuovo forte per una donna.

Quando ero davanti ad un altare, e quella donna in un stupendo abito da sposa mi raggiunse.

Quando litigammo e ci allontanammo.

Quando l’amore ci prese per mano e ci fece riunire.

In tutto quello che mi è successo nella mia vita, Tu eri sempre lì, appesa al mio collo.

 A te confidavo le mie paure e le mie gioie.

Tenendoti stretta nella mia mano ho pianto e riso, conoscevi tutto di me.

Perché tu facevi parte di me.

So che tutte questi momenti che la vita mi ha fatto passare sono nel mio cuore e non li ho persi.

Ma ho perso te. Piccola medaglietta.  


LA STANZA

 

Quando un uomo resta troppo tempo solo in una stanza dove ha passato parte della sua giovinezza i fantasmi del passato riaffiorano ed alcuni sono piacevoli, altri meno.

Nel buio di quella stanza cerca una mano per avere una carezza, o il suono di una voce che riscaldi il suo cuore che cerca ancora amore, o due labbra da baciare.

Ma quella stanza è fredda è buia, dove l’unico suono che si sente è solamente il suo respiro, affannato e stanco.

Ha una donna, ma lo lascia troppe volte solo, e non vuole né vedere, né sentire, la sua richiesta d’aiuto perché preferisce salvare il mondo piuttosto che stringere tra le sue braccia quell’uomo, e scaldarlo col suo amore.

E in quel momento che La rabbia prende il sopravvento, l’odio verso il mondo lo fa infuriare, i suoi pensieri sono solo pensieri di morte.

Ma, quasi per incanto, nella sua mente riaffiora il ricordo di una fanciulla.

Rivede quegli occhi in cui si perdeva, quelle labbra che non smetteva di baciare e gli pare di sentire di nuovo il calore del suo abbraccio.

La sua mente ritorna lentamente a ricordare quella storia d’amore, nata per volere delle famiglie, ma scoppiata nei loro cuori e mai finita.

Con questo bel ricordo lentamente si addormenta e Sogna…

Di averla di nuovo acanto a sé.


La vecchiaia

 

Ora che i nostri corpi sono diventati vecchi.

Pieni di rughe… e la passione e l’ardore sono solo un bel ricordo.

E quei giorni sembrano lontani… lontani

Basterà chiudere gli occhi, prendersi le mani, e guardarsi con gli occhi del cuore.

E dentro le nostre menti rivedremo di nuovo il volto di quei due ragazzini.

Che con tanta timidezza, ma con i cuori pieni d’amore, per la prima volta avvicinarono le loro labbra. 

È quel bacio ci ha portato sino a oggi.

Riavviciniamo di nuovo le nostre labbra, per perderci in un bacio che stavolta ci porterà in un posto dove il tempo non esiste.

E i nostri volti, i nostri corpi, non invecchieranno mai.

E ci ameremo Oltre la vita e il tempo.

Come il primo giorno che i nostri occhi si incrociarono. 

E le nostre labbra si sfiorarono.


L’amore oltre la vita

 

Quando perdi la tua compagna, o il tuo compagno, col quale hai trascorso i più bei anni della tua vita.

Perché è diventato un angelo… il tuo ANGELO. 

Non disperarti perché il suo corpo non è più lì al tuo fianco. 

Certo non sarà più al tuo fianco che ti terrà la mano. 

Non potrai più sfiorare le sue labbra con le tue, e sentire il dolce sapore dell’amore che vi ha uniti. 

Non accarezzerai più il suo bel viso guardando i suoi bei occhi.  

Ma… il suo amore, anzi, il vostro amore, starà sempre al tuo fianco.

E cercherà di scaldare il tuo cuore.

E se penserai a lei ti sembrerà di averla ancora vicino.

E ti sembrerà di sentire la sua voce che ti incoraggia ad andare avanti. 

E un giorno quell’Angelo verrà.

Ti prenderà la mano, e ti porterà con sé.

Su una stella… dove il vostro amore non avrà più FINE


Il bacio

 

Non è solo un apostrofo rosa nella parola T’AMO.

È molto di più.

È la scintilla che può far nascere un grande amore.

È il modo più dolce per dirsi ti amo.

È la più bella promessa d’amore che tu possa dire.

È gustare il dolce sapore dell’amore sulle labbra della persona amata.

È la chiave che apre la porta del suo cuore. 

Il bacio è tutto questo e molto di più.

Perciò, quando baci la persona amata, fallo con tanto amore e dolcezza perché è in quel momento che i vostri cuori si toccano.


La strada

 

La strada che porta il mio cuore verso il tuo.

È lunga e tortuosa, piena di paure e incertezze.

Ma… io la percorrerò contando solo sull’aiuto dell’amore che io ho per te.

Affronterò le tue paure, dissolverò le tue incertezze.

Quando il tuo dolce viso si illuminerà di una luce che oscurerà anche quella del sole.

Allungherò la mia mano e lo accarezzerò.

Molto lentamente avvicinerò le mie labbra alle tue, e ci perderemo in un bacio che farà svanire tutto quello che ci circonda.

E andremo a fare l’amore su una stella. 


IL Sogno

 

Sono solo in questa stanza… nessuno è qui sdraiato al mio fianco.

Lentamente mi addormento, e… sogno che sto cammino piano piano per le strade della mia vita.

Allungo la mia mano e non trovo nessuna mano che la prenda. 

E la mia mente incomincia a cercare nel buio che mi circonda, un grande amore che l’aiuti a percorrere queste strade.

Il mio cuore cerca senza tregua un cuore che col suo amore lo scaldi.

Cerco due braccia dove potermi riposare.

Due occhi dove potermi perdere, e sognare di…

E due labbra dove possa di nuovo assaporare il dolce sapore dell’amore.

Ma cado, e avanzo a carponi, e quando sembra tutto perso.

Una luce mi avvolge, mi aiuta a rialzarmi.

E quando le chiedo chi è, mi dice… sono l’amore.

Se tu crederai in me… ti porterò in un mondo dove tu non sarai più solo.

E ti farò incontrare una persona che ti amerà.

E ti aiuterà a percorrere le strade che la vita a creato per te.

Mi risveglio e vedo te dolce amore mio, qui al mio fianco.

Tutte le mie paure e incertezze svaniscono.

E sento il dolce calore del tuo amore che riscalda il mio cuore…

Se tu credi nell’amore tutto e possibile… anche un sogno può diventare realtà. 


UOMO

 

Essere UOMINI vuol dire:

Difendere sempre una donna senza volere nessuna ricompensa da lei.

Amarla e rispettarla.

Rispettare tutte le decisioni che lei prende, anche se non ti fanno piacere.

Farla ridere quando è triste.

Tenerla stretta tra le tue braccia quando ha freddo o paura.

Rischiare la tua vita per proteggere la sua.

Se riuscirai a fare tutte queste cose all’ora potrai fregiarti della parola UOMO.

Perché un uomo vero… non farà mai del male a una donna, o a dei bambini, bambine.

Perché li proteggerà sempre.

Anche se questo vuol dire MORIRE per loro.  


Indossare una divisa

 

Non è una cosa semplice.

E non tutti sono in grado di farlo.

Perché vuol dire rinunciare e rinunciare a tutte quelle cose che per tutti noi sono normali: 

NATALI, CAPODANNI, COMPLEANNI, RECITE DEI PROPRI FIGLI, FESTE.

E tutto queste rinunce le fanno per proteggerci.
Perciò prima di insultarli o disprezzare il lavoro che loro fanno, chiediti se sei degno di stare seduto al tavolo della vita.

AL LORO FIANCO

Perché loro non ti chiederanno se li ami o li odi.

Ma… se sei in pericolo loro correranno in tuo aiuto, anche a costo della loro vita 

Perciò.

ONORA E RISPETTA SEMPRE CHI INDOSSA UNA DIVISA.


Un angelo in terra

 

La mia vita era vuota e buia.

Andavo alla ricerca di cose che non avevano valore.

Inseguivo donne che davano di tutto tranne che amore.

Ma… un giorno, piano piano, tu sei entrata nella mia vita.

Il tuo volto era così luminoso.

Il tuo cuore era pieno d’amore.

Nei tuoi occhi mi sono perso.

E quando le mie labbra hanno toccato le tue per la prima volta. 

Ho… gustato il vero sapore dell’amore.

Ai miei occhi sei un Angelo… il mio Angelo.

Mi prendi la mano, e io ti seguo senza dire nulla perché con te al mio fianco ho conosciuto l’amore… quello vero. 


Una storia di bullismo e AMORE

 

Suona la campanella è ora di entrare, un altro giorno di scuola ha inizio.

Alcune mamme salutano i propri bambini, altre stanno sgridando il proprio, altre stanno facendo delle domande sulla interrogazione che il figlio deve avere quella mattina, alcuni ragazzi più grandi arrivano da soli correndo perché sono in ritardo.

Poi suona l’ultima campanella, il bidello chiude il portone e i ragazzi entrano tutti nelle loro classi e le lezioni hanno inizio.

A metà mattinata suona la campanella della ricreazione, tutti tirano fuori dai propri zaini le loro merendine, chi un frutto, un panino, una briosce o un pezzo di pizza, alcuni se la scambiano, altri se la dividono, si stanno così un po’ rilassando prima di riprendere le lezioni.

Ma nella 4A non è così, in quella classe quest’anno hanno aggiunto un Ragazzone un po’ più grande che si diverte a fare il prepotente, porta via le merendine agli altri ragazzi, li umilia, gli svuota gli zaini per terra e prende a calci la loro roba, e, se si lamentano, li picchia, alle ragazze va un po’ meglio, con loro si limita solo a prendergli la merenda se per caso hanno qualcosa che piace a lui.

La Maestra il più delle volte lo riprende, lo mette in castigo, o lo manda dal preside, ma il Ragazzone si arrabbia ancora di più, e, quando esce, se la prende con i ragazzini che vanno a casa da soli, perciò delle volte lasciava perdere.

In quella classe c’era un ragazzo di nome Marco, che non era poi così piccolo, anzi avrebbe potuto tranquillamente tenergli testa, ma era buono, anche un po’ timido e impacciato, per non dire che era anche imbranato, e quel Ragazzone ne approfittava per umiliarlo e fargliene di tutti i colori.

Un giorno disse tutto alla Madre, e gli chiese se poteva avere due merendine, così una l’avrebbe nascosta e mangiata più in là, quando quel Ragazzone non lo vedeva.

Ma il padre sentì quel discorso, si avvicinò, lo guardò negli occhi: «Sei una femmina o un maschio?»

Marco che non si era accorto della presenza del Padre lo guardò e con un filo di voce: «Un maschio»

Il Padre: «Certo che sei un maschio, e anche grande e grosso…perché allora non ti fai rispettare?»

Marco: «Anche lui è grosso, e per di più anche molto violento…io non ho mai picchiato nessuno, e…non saprei come fare»

Il Padre lo guardò fisso negli occhi: «Il primo pugno che prendi fa male, gli altri non li senti più, e…da adesso in avanti se vorrai fare merenda dovrai prendergli la sua!»

La Madre: «Ma ha solo nove anni, è ancora un bambino»

Il Padre: «Deve solo affrontare un suo coetaneo, e…se non sa farsi rispettare adesso, nella vita sarà sempre un perdente, poi…qualche pugno non ha fatto male a nessuno»

Marco capì che fino che quel Ragazzone sarebbe stato in classe con loro, lui non avrebbe più fatto merenda, perché di fare a pugni proprio non gli andava, anche perché quel Ragazzone era grosso e cattivo, lui non sapeva se sarebbe riuscito a picchiarlo, o le avrebbe solo prese.

In quella classe c’era anche una ragazzina che si chiamava Stefania, era un po’ bruttina, con grandi occhiali, delle volte si vestiva con indumenti da ragazzo, le sue compagne la prendevano sempre in giro, le facevano dei dispetti, e facevano di tutto per umiliarla, però in una cosa era fortunata che era cosi insignificante che neanche quel Ragazzone la considerava, anche perché la sua merenda consisteva in un pezzo di pane che a volte era anche un po’ vecchio e duro, con un filo di burro spalmato sopra, lei era di famiglia povera ed era tutto quello che la Madre poteva prepararle.

Ma un giorno sua Madre riuscì a comprargli una brioscia, che solo a guardarla…due pezzi di pandispagna con in mezzo tanta buona crema alla vaniglia, il tutto ricoperto di cioccolato, Stefania l’aveva avvolta in un tovagliolo, e riposta nello zaino con tanta cura in modo da non schiacciarla tra i libri.

Per tutta la lezione sognava il momento che l’avrebbe mangiata.

Quando suonò la campanella per la ricreazione, la tirò fuori dallo zaino e con molta cura la posizionò sul banco sopra il tovagliolo, e prima di toglierla dalla confezione incominciò a mangiarla con gli occhi.

Nel frattempo quel Ragazzone se la prese con Marco e, visto che non aveva niente da mangiare, gli rovesciò lo zaino e prese a calci la sua roba.

Ma mentre faceva tutto questo si accorse che Stefania non aveva il solito pezzo di pane, ma qualcosa di molto buono, lasciò stare Marco andò verso di lei per prendergliela, lei se ne accorse e la strinse a sé, il Ragazzone le urlò: «Dalla a me! Non è roba per te!»

Stefania: «No!! È mia, non te la do!!»

Marco a vedere quella scena, anche se aveva tanta paura, decise di intervenire, prese quel Ragazzone per un braccio e lo trascinò distante da lei, poi lo guardò fisso negli occhi: «Quella merenda è sua, lasciala in pace! Se vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con me!!»

Il Ragazzone fece un mezzo ghigno, poi rivolgendosi verso gli altri: «Guardatelo, vuole fare il cavaliere che difende una donzella»

E all’improvviso gli mollò un pugno in faccia, e subito un altro, poi uno in pancia, Marco ha la faccia piena di sangue, gli esce dal naso, dalla bocca, fa due passi indietro poi barcolla e cade, quel Ragazzone si avvicina per mollargliene un altro, ma Stefania interviene dandogli uno spintone, poi gli tirò quella briosce: «Tieni, mangiala! Che ti vada per traverso!!»

Nel frattempo la Maestra è corsa fuori a chiamare un bidello.

Stefania si avvicina a Marco, e con quel tovagliolo che aveva 

avvolto quella buonissima briosce, gli pulì la faccia dal sangue, e cercò di tamponare alla meno peggio il sangue che usciva dal naso.

Mentre quel Ragazzone scartò la brioscia, le diede un morso, poi rivolgendosi a loro due: «Questa roba non è per voi…persone inutili, ma per persone come me»

Marco notò che dagli occhi di Stefania stavano scendendo delle lacrime, la guardò, le diede una carezza, poi a muso duro: «Non l’hai mangiata tu! ma non la mangerà neanche lui!»

Dolcemente la spostò, si alzò, si avvicinò a lui il quale lo guardò con aria strafottente: «Non ti…»

Non riuscì a finire la frase perché Marco fece partire un violentissimo pugno diretto in faccia, seguito subito da un altro, poi lo scaraventò a terra e continuò a prenderlo a pugni, fin che i due bidelli che erano giunti non lo staccarono.

Il volto di quel Ragazzone era una maschera di sangue.

Li portarono subito in infermeria, poi chiamarono le Madri che li portarono immediatamente all’ospedale, dove riscontrarono niente di grave solo dei lividi che in un po’ di giorni sarebbero guariti.

Il Preside mandò subito una lettera ai rispettivi genitori per convocarli.

Quando arrivo a casa e il Pare lo vide, non disse niente, si limitò solo a guardarlo, la Madre: «Spero tu sia contento, tuo figlio ha fatto finalmente a pugni, e…ha massacrato quel Ragazzone!»

Il Padre lo guardò, fisso negli occhi: «Finalmente ti sei deciso a ribellarti, quale è il motivo che ti ha fatto reagire?»

Marco: «Per prima cosa non è vero quello che mi hai detto, che fa male solo il primo, mi hanno fatto male tutti quelli che ho preso, e…fin che se la prendeva con me o con gli altri ragazzi, beh, pazienza, ma…quando se le presa con quella ragazzina, no, proprio no, non l’ho sopportato, qualcosa dentro di me mi ha fatto reagire»

Il Padre: «Certo…solo una donna…sarebbe riuscita a svegliare l’uomo che c’è in te, e…quella cosa che ti ha fatto reagire, è 

l’istinto di protezione che i maschi hanno verso le loro femmine, che gli fanno fare cose anche pericolose…per proteggerle e tenerle al sicuro» Gli mise una mano sulla spalla, gli sorrise: «Non è che quella ragazzina sia la tua fidanzatina?»

Marco: «No, è solo una bambina molto povera, suo padre è disoccupato, e ogni tanto fa dei lavori per riuscire a portare qualche soldo a casa» Poi la voce di Marco si fa un po’ triste: «Stamattina, la Madre per premiarla per i bei voti che aveva preso nelle interrogazioni che aveva fatto, invece di dargli quel pezzo di pane con solo un po’ di burro spalmato, le aveva comprato una stupenda briosce, e quel bastardo…gliela ha portata via, ed è per questo che alla fine ho reagito…chissà quando potrà averne un’altra»

La Madre rivolgendosi al Padre: «Comunque domani il Preside ci ha convocato, mi sa che arriverà una bella sospensione e addio anno»

Il Padre: «Andrò io a parlare col Preside, per prima cosa dovrà spiegarmi perché non è intervenuto prima, poi nostro figlio si è difeso e ha difeso una ragazzina dalla prepotenza di quel Ragazzone, ed è meglio che abbia delle buone motivazioni per sospenderlo, se no! …»

Per il Preside non fu una bella mattinata, visto che anche il Padre del Ragazzone andò, gli animi si scaldarono subito, e quando il Padre del Ragazzone incominciò a minacciare Marco, suo Padre senza dire niente gli sferrò un violentissimo pugno in faccia che lo fece cadere per terra, gli si avvicinò, gli mise un piede sul petto per tenerlo a terra: «È meglio che non ti alzi!! Se non vuoi che ti riduca peggio di come mio figlio ha ridotto il tuo»

A questo punto il Preside urlò: «Basta!! Fuori di qui, ai due fanciulli toccheranno quattro giorni di sospensione, e la prossima volta che vi convocherò vengano le Madri, sperando che siano più calme e ragionevoli»

Quei quattro giorni passarono, quel mattino, mentre la Madre 

gli preparava lo zaino, il Padre si avvicinò, in mano aveva un pacco di briosce, uguali a quelle che aveva quella ragazzina quel giorno, gli sorrise apri il pacco e ne mise una nello zaino: «Te la sei meritata»

Marco: «Potrei averne due?»

Il Padre lo guardò: «Perché due?»

Marco: «Volevo darne una a quella ragazzina, sapete lei mi è corsa in aiuto quando quel Ragazzone mi aveva buttato per terra»

Il Padre lo guardò, gli mise una mano sulla spalla, prese il pacco con tutte le briose e lo mise nello zaino: «Sai, sei abbastanza grande, e mangiare un po’ di pane con un filo di burro non ti farà male, ma anzi…queste dalle a lei che se le è meritate, uno perché per aiutarti ha rinunciato alla sua buonissima briosce, e…perché è riuscita a far venire fuori la tua mascolinità»

Marco gli sorrise, prese lo zaino e andò a scuola, ma da solo visto che ormai lui si sentiva grande, e…se lo avessero infastidito sapeva come difendersi.

Quando entrò in classe tutti gli andarono incontro, i ragazzini volevano essere suoi amici, tutte le ragazzine volevano sedersi vicino a lui, che differenza, prima i ragazzini neanche gli rivolgevano la parola, le ragazzine lo ignoravano quasi non esistesse, invece adesso…dentro di sé si senti come uno di quegli eroi invincibili, che tornano a casa dopo aver compiuto una impresa impossibile.

Anche Stefania avrebbe voluto andare lì al suo fianco, ma…lei non era bella come le sue compagne, si limitò a fargli un sorriso e andò a sedersi al suo banco, tirò fuori i libri, ma con le mente…sì immaginò di poter stare seduta vicino a lui, perché a lei Marco piaceva.

Marco alla fine si sedette a fianco della più bella, anche quel Ragazzone entrò in classe, si sedette senza dire niente.

La Maestra fece l’appello, e incominciò la lezione, ma Marco, anche se era seduto vicino alla più bella, continuava a guardare Stefania, a lui Stefania piaceva, certo non era bella come la compagna che aveva al suo fianco, ma…aveva qualcosa che continuava ad attirare la sua attenzione.

E, quando suonò la campanella della ricreazione, tutti tirarono fuori le loro merendine con tutta tranquillità, quel periodo di terrore, grazie a Marco, era ormai finito.

Anche Stefania tirò fuori la sua merenda, un pezzo di pane con un filo di burro, lo mise sul tovagliolo per non fare briciole, ma…Marco si sedette accanto a lei, glielo prese, lei non disse niente, si limitò solo a sorridergli, Marco le diede un morso: «È proprio buono, mi sa che me lo mangio io»

Lei continuò a non dire niente, e a sorridergli, ma…Marco nell’altra mano aveva quel pacco di briosce, gliele mise davanti, e: «Queste invece le mangi tu, te le sei meritate»

Il volto di Stefania si illuminò, gli riprese di nuovo quel pezzo di pane dalla mano, lo spezzò in due, poi prese una brioscia da quel pacco, anche quella la divise in due, posò il tutto sul tovagliolo, così fecero merenda insieme.

A vedere questa scena, la Ragazzina più belle gli disse: «Perché sei lì seduto con lei, e dividi la tua merenda con lei e non con me, e poi perché accontentarsi di una ragazzina cosi insignificante e pure bruttina, quando potresti avere me?»

Marco le sorrise: «Prima che picchiassi quel Ragazzone nessuna di voi mi considerava, quando ero per terra sanguinante, nessuna di voi mi ha soccorso, mentre lei per proteggermi ha rinunciato alla sua briosce, e con quel tovagliolo che avvolgeva quella buonissima briosce ha pulito il mio viso che stava sanguinando, certo non è bella quanto te, ma tu sei come quel bellissimo pacco che racchiude un regalo che non ti piace, mentre lei è quel pacco fatto male e di fretta, ma che racchiude dentro di sé il più bel regalo che tu possa desiderare, un…cuore»

Stefania a sentire quelle parole prese coraggio, gli diede un bacio sulla guancia, Marco la guardò, le sorrise, le carezzò molto dolcemente il viso, e anche lui le diede un bacio sulla guancia.

Il Padre di Marco assunse nella sua fabbrica il Padre di Stefania.

Marco e Stefania finirono le elementari, le medie, le superiori e si laurearono, sempre stando uno vicino all’altro.

Un giorno Marco l’aspettò davanti a un altare dove lei lo raggiunse, e…

Stefania non diventò mai bella come quella sua compagna.

Ma… il suo cuore.