Luigi Iotti - Poesie

Scarabeo

 

Accarezzarti ancora

come fosse l’ultima

come fosse la prima,

la prima volta di sempre

perché sei unica,

l’unica dei miei pensieri

come unica è l’emozione

che mi dai:

solo tu sei

solo tu puoi

solo tu vuoi,

solo per una come te

me ne andrei,

ma poi tornerei

per non restare solo,

perché non vivrei

nel volo di un sogno:

evanescente e fragile

con gli occhi chiusi labile

per un’altra che non c’è,

perché non vivrei

negli altri giorni miei

senza una come te,

senza il tuo sorriso

che entra dentro me,

che poi si spande

che poi riaccende

la mia voglia di te.

Accarezzami ancora

rivoglio le tue mani,

accarezzami ora

prima che sia domani,

prima che sia tardi

riempimi di sguardi,

anche solo col pensiero

perché così sarà vero.

 


 

Cantine

 

Cantine buie

come il mio cuore

senza energie,

senza calore.

Muffe ed odori

trasformati dal tempo,

ricordi e sapori

di un giovane corpo.

Quel vino racchiuso

zittito dal vetro,

uscirà poi spumoso

per l’amore che ha dentro.

Rosse conserve

frutti bolliti,

ombre ricurve

degli appesi insaccati.

Ovunque battiti

fra tele sbavate;

echi smorzati

di viti, ora assopite.

 


 

Passa (il tempo)

 

Viene da lontano, dal buio della notte

nasce, senza prenderlo per mano

passa in volo, come fosse un aeroplano

attraverso crune come un filo sottile,

e vaga su dune con le sue vele

in mari e deserti, passa

sui cieli aperti fra nubi e tempeste

dei nostri ricordi, passa

sui nostri amori

senza altre fermate

lasciando ferite nei cuori,

ma poi passa ancora

con l’alba e l’aurora,

nei silenzi o nelle voci gridate

delle storie volute, passa

con le stelle cadute

negli assordanti rumori

di desideri mai avverati:

passa il tempo con te

o senza di te, ancora una volta.

Viene qui vicino, anche oggi

nella luce del mattino

passa, cavalcando aquiloni

guardando fuori l’aprirsi dei fiori,

passa dentro campane di vetro

fra parole ovattate di frasi ripetute,

passa fra colori diversi di stagioni

oppure in quelli uguali di prigioni,

passa sulle pelli lasciando rughe

di tremolanti carezze

sempre più dimenticate,

come quelle certezze

ormai sparse e sbriciolate;

passa nei sogni o nei bisogni

nel buio della notte,

passa fino a domani

o forse oltre le tue mani

lasciate prima delle mie cadute:

passa il tempo per te

o per me, ancora una volta.

 


 

Ho liberato un angelo

 

Ho liberato un angelo:

Duky voleva andare, ma non tirava

il guinzaglio;

voleva ancora soffrire

con noi,

ma io la tenevo più forte

per la paura

di avere dolore lasciandola,

e facevo finta di niente

per quelle ossa troppo visibili,

ma che si muovevano

sotto quegli occhi spenti,

ma che brillavano

ogni volta che la guardavo;

di quel cibo cercato

fra mille sapori,

ma che mangiava

solo per farmi felice;

con quel respiro affannoso

più grande di ogni rumore

fra quei viaggi di illusione,

fino al mio solo ritorno…

Sai Bimba,

ma quanto amore ci hai dato!

Guardiana dei nostri sogni,

micio color biscottino

vai a fare ninnì

lontana dai nostri occhi,

ma non dai nostri

più dolci ricordi.

Vai Bimba!

Non ti posso più tenere,

ti faccio troppo male,

vai!

Ora puoi andare,

di nuovo a giocare

con gli altri angeli

nel grande cielo

del nostro cuore.

 


 

Sei rimasta in un sogno

 

Chissà se ci sarà

in un’altra vita, forse

una nuova gioia verrà,

fra quelle perse.

Sei rimasta in un sogno

per quello che sei:

una figlia nel disegno

per tutti gli anni miei.

Desiderio mai avverato

di vederti ogni giorno crescere,

dopo averti con amore cullato

e insegnato, per farti volare.

Ti guardo negli occhi,

mentre nascono emozioni

uguali come fossero specchi,

ascoltando le tue canzoni.

 


 

Le lucciole

 

Il sole si è nascosto

dietro il monte al tramonto,

lasciando posto alla luna,

che ora splende

nella notte stellata.

Il profumo del tiglio

mi inebria

come quello di rose,

ora richiuse

nei loro boccioli

a dormire.

Ti penso,

seduto sui miei anni

senza affanni,

guardandomi intorno,

e ora vedo nel buio

quelle piccole luci

spostarsi e spegnersi

con ali invisibili.

Non so,

quando sono nate,

da dove siano venute,

di quali energie

si siano riempite,

ma so

che Chiunque le abbia create

ci può dare una speranza.

 


 

Ricordi di scuola

 

Echi di campanelle

smorzati da vento.

Grembiuli neri

dai colli candidi,

come i nostri visi

di timidezze accennati.

Seduti ad ascoltare,

incuriositi o annoiati.

In piedi interrogati,

a guardare occhi di aiuto

per risposte sillabate.

E i pomeriggi a giocare,

sempre prima dei compiti

e dello studiare.

E i nuovi compagni di banco,

per dividere tutto.

E le vacanze d’estate

con nuove amicizie…

Tanto è rimasto

dentro il cuore,

fuori da quel cancello

ormai chiuso dal tempo!

 


 

Oltre la montagna

 

Oltre la fatica, il sorriso.

Oltre la forza, l’abilità.

Oltre la solitudine, un’altra mano.

Oltre gli occhi, il cielo.

Oltre l’aria pura, il vento.

Oltre sé stessi, la natura.

Sempre oltre,

ma con rispetto e umiltà!

 


 

Oltre il ponte

 

Nascosto da querce

attraversare da un mondo nell’altro,

poi come nuovo sipario

andare oltre l’inimmaginabile scena.

Trascorsi gli anni, con meno ombre

per i rinsecchiti senza più frutti,

giacciono fra i ricordi di credenze

mentre ora saranno arsi a riscaldare.

Oltre il ponte, percorrendo sentiero

che divide erbe e frumenti,

fino alla casa ove partono vigne

mentre dietro riposano equini.

E poi i silenzi e i profumi:

quiete di anime e primavere di tigli,

fra animali tranquilli, e noi riconoscenti

per aver già vissuto almeno questo paradiso.

 


 

E scorre il fiume

 

Umori di terra

fecondata da piogge,

racchiusi e sgorgati

fino ad esser sorgente.

Acque limpide dal cuore pulsante

che saranno altra vita,

perché nate e nutrite

dal ventre riparato di roccia.

Rio fino ad esser torrente

per gli anni passati,

trascorsi fra vertigini e certezza

ora di un letto sicuro.

E scorre il fiume,

portandosi qualcosa da lasciare

e affluenti non considerati,

sfociando mite nel nostro mare.