Marcello Fuccilo - Poesie

A ciascuno una poesia, per un attimo di magia

Mi manca

Mi manca,
Silvia viene a scuola un giorno e poi si stanca,
io voleo parlarle proprio l’altro ieri,
ella c’era, m’avea altri pensieri

Penso a lei, che non pare eccezionale,
e in effetti in molti aspetti all’altre è uguale.
E chissà dov’è il suo cuore, penso a lui,
ma non troppo, non va giù questo sciroppo

Oh perché mi deve andare tutto storto,
io sicuro provai a dirglielo da duro
ma il discorso uscì stentato, uscì contorto

No, non posso, devo dirlo, pensai io,
glielo dissi, ormai tanto conveniva,
io tremai, mi avvicinai e pregai Dio,
ella no mi disse, ma chi ne soffriva?

Era lei di cui quel no era motivato,
più spontaneo debbo dir che elaborato,
ella infatti non faceva la preziosa
e quel no era più puro di una rosa.

Silvia amava un altro, già, quello sciroppo,
non potea far nulla s’io ero innamorato.
Mi capiva però e questo mi bastava,
era bella Silvia quando mi capiva

Non amava fingere e perciò l’amavo,
ma oltre a questo io che cosa ci trovavo?
Non capivo s’eran gli occhi o la dolcezza,
poi scoprii ch’era profonda tenerezza.

Ma che storia io che mai cercai la gloria
or davanti a lei un esibizionista,
forse sono solamente un egoista

e non penso che per me non c’è più posto
in quel cuore in cui speranze ho riposte
per ricever solo amare risposte

Oh l’amore quante cose mi fa dire,
io che mai prima d’adesso osai ardire.
Silvia ascolta, or io non mi riconosco,
la tua mano mi farebbe andar lontano

Via col vento insieme a te vorrei volare,
sol d’amore ora voglio io parlare
perché a casa mia trovare non ne posso.

Or ti prego Silvia tienimi con te
che la vita è troppo dura qui da me.
Ma all’amore non si può mai comandare.
Se non m’ami certo ti lascerò andare

Ora a voi, parlo a voi che m’ascoltate,
se le recito più di tal modeste strofe
credo che d’ascoltare sarà stanca,
sempre a voi, vi confesso che mi manca.

 

 

 

Dolci parole

Gravi e tristi i miei pensieri,
poca luce nei miei occhi,
tanti amici, pochi veri,
solo regole e doveri

Poi una voce giunse al cuore,
come luce in lontananza
mi ridiedero speranza
dolci e tenere parole

Quei propositi dannosi
contro i genitor noiosi
mi rendevano feroce
finchè giunse quella voce

Tale voce proveniva
da una donna che capiva
la tristezza del mio cuore,
mi donò dolci parole

 

 

 

L’amore

Per una vita bella
devi scavar nel cuore,
è come una sorella
la vita per l’amore

Quando la vita è dura
penso al tuo sorriso,
a una strada sicura,
alla luce del tuo viso
Se m’assale il timore
di non saper più amare,
penso a un mondo senz’amore
e la forza mi so dare

Amo vivere e sperare
in un mondo più leale,
a guarirlo non è il tempo,
ma l’amore, un sentimento.

 

 

 

La musica

Sento un suono di campane
le mie orecchie ahimè che male,
sento il suono di un violino
e seren dormo supino

Tale musica soave
tocca il cuore più piccino,
d’esso sempre n’è la chiave,
è il sorriso di un violino

Ora sento un’allegria
quasi fosse malattia
è la musica che invade
tutto quello che m’accade

Or col cor sereno e gaudio
vado a spegnere la radio,
ecco il suono s’allontana
con il vento di tramontana.

 

 

 

A Silvia

Silenziosa la luna,
incantevole il mare,
ma soltanto i tuoi occhi m’hanno fatto sognare

Molte voci ho sentito,
voci d’odio e di dolore,
mi hanno aperto l’udito
le tue dolci parole

Il tuo volto splendente
desta il cuore e la mente,
le tue labbra bacerei
ma ahimè sola tu non sei

Io che mai di nessuna fui
questa modesta poesia
scrivo a te che non sei mia
ma che amo alla follia.

 

 

 

Tu sei donna lo stesso
( poesia scherzosa )

Oh mia amata donzella
ma perché non sei bella?
Quando un fiore io colgo
penso a te e mi dolgo

Camminavi lontano
in un campo di grano
e parevi felice
ma non eri un’attrice

Tu sei donna lo stesso,
vanità non cercare,
un sorriso più spesso
non può farti del male

Oh mia amata donzella
ma perché non sei bella?
Quando un fiore io colgo
penso a te e la vita mi tolgo

 

 

 

Libertà

L’amore è di tutti i colori, come la vita
ed inventa il nostro futuro
come una miriade d’ali d’angelo,
che, prendendo il largo verso il mare infinito
del celeste amico di nostro Padre,

senza un navigatore, ma avendo come direzione
l’unico appiglio alla logica della fantasia,
si aggrappano al loro essere.

Mi aggrappo, libertà