La chiamata
Nostalgia infinita
di sconosciuto bene
di amore che non sceglie
di sapienza e bellezza…
Nostalgia pungente
Che alla comprensione sfugge
Di qualcosa che non so
Che pure mi appartiene…
Inquietudine pungola
A cercare la via
Nel confuso sentire
Che mi conduce dentro…
Flebile sussurro…
È l’anima che parla?
Imperativo drastico
Che placa fame di amore…
il Dio invisibile chiama
a destarmi dal sonno
a cercare conoscenza
a ricordare un mandato…
l’anima anela alla sorgente
e dice sì, son pronta…
chiamata del Dio nascosto
guerriero di luce rispondo.
Ascolta…
Fermati…
nulla da dimostrare
nè da fare in attesa
dell’eco che plaude
Niente da raggiungere
nell’affanno della vita
Assapora l’attimo che è…
Come onda che solca la riva
La Musica attende di raggiungerti
Dove sei e come sei
Con l’anima nuda
Ad accogliere note che scorrono
Verso il tuo vuoto vibrante
Ascolta…
La tua musica per te
Sinfonia che ti avvolge
Come vento che accarezza
Le fronde fruscianti
E te tra esse… dolcemente.
Ti sento…
Nel fruscio delle foglie d’autunno
Nello sgorgare d’acqua sorgiva
Quando al tramonto il cielo scolora
E all’alba la notte partorisce il giorno…
Ti avverto…
Nella pausa del mio respiro
Nell’istante tra passato e futuro
Nel fugace frullare di un’ala intravista
quando la Presenza avvolge…
Ti conosco…
Tra i battiti del mio cuore
Quando alla mezzanotte di Natale
Il tempo si ferma per accogliere l’eterno
E su nel cielo occhieggiano le stelle…
Mi appari…
Nel lampo di un’intuizione sacra
Nel silenzio della mente
Quale nota senza suono irrompi
Ammicchi nello spazio dell’ultimo respiro…
La mia anima partecipa
Al tuo silente canto
Incantata ascolta
Il suono che non s’ode.
Io so chi tu sei…
Sei il Vuoto che danza
Nel santuario.
Varco la soglia
Del santuario antico
con passo leggero
Per non turbare
il silenzio austero
che mi accoglie sacro…
Avanzo lentamente
Per non rompere l’incanto
Nella penombra che
Offusca la vista
E porta lo sguardo dentro
A scandagliare l’anima
A lasciare andare…
Invita a meditare
L’avvolgente spazio
Vibrante di un suono
Che l’orecchio non ode.
Mi avverto in un grembo
Impregnato di preghiere
Di antico salmodiare
Sacra sinfonia emette
L’armonico strumento
Di pietre ed energie
Che il cuore della terra
Generoso esala…
Risuona in ogni cellula
La musica delle sfere
Ed assaporo paga
Armonia infinita…
Sono nel santuario
Sono nel mio cuore
Dove esplode grata
Una preghiera d’amore
Nulla chiedo al Mistero
Sussurra “grazie” la bocca
La mente è fuori lì
Lasciata sul sagrato
L’anima è qui a gioire
Mentre Dio accade.
Pasqua 2017
Ramo rosa di mandorlo
Della mia terra antica
Annuncia la rinascita
E la natura si ammanta…
Si rinnova ogni vita
Nel Dio che risorge…
Ascolta nel risveglio
il fruscio delle foglie
II ronzio dell’ape
Il battito della terra
E quello del tuo cuore
Risuonare all’unisono
Sinfonia che racconta…
Una storia d’Amore.
Buona Pasqua 2017
Vorrei e…non vorrei
Vorrei destarmi
E pian piano respirare
a non occultare il suono della vita
Vorrei uscire dal sogno in cui agisco
E assaporare quel che si palesa…
Ma quando a sera l’ombra si fa lunga
E l’aria si ferma nello spazio del respiro
Quando la luna scorre tra le nubi
E le stelle si accendono soavi…
Lasciatemi sognare se tutto è sogno
Che di quel sogno mi voglio cibare
Lasciatemi annegar di beatitudine
Non vedete che ammiccano gli astri
A narrare del tempo che mai fu?
Una voce salmodiante nella notte
Ed io son qui per ascoltarne il canto.
Destarmi…dormire…
Dove inizia e finisce il sogno…
Non so… ma la mia anima
risponde al canto.
Parlo di te…
L’Aquila città mia
Nobile baluardo
Di tenacia e onore
Dignità sovrana la tua
Che con distacco osservi
Le vicende della vita
Che il vento spazza via.
Parla di te…il mio cuore
Attore sulla scena
A gioire e soffrire
Palpitante d’ Amore…
Mi nutri l’anima
Mia dolce Signora
E grata solco strade antiche
A sentire di storie
Sussurrate dal vento
Di uomini e misteri
Di tenebra e di luce…
E quando la vita trema
Ti avvolgo nel mio amore
A risanarti a risanarmi
Perché con te rinasco…
Parla di te il mio cuore
Mentre il futuro chiama
A tessere nuove storie
Qui dove il suolo è sacro…
La goccia
Una goccia scivola
Sul filo della tela
Che il laborioso ragno
Tese sull’arbusto
Al limitar del bosco
Dove la luce penetra
E fa splendere di oro
L’artistico lavoro…
Che maestria!
Che perfezione!
Esclama la mente
Rapita dal capolavoro…
Il ragno sa come tessere
In sacra geometria
È nel suo progetto
Filare intorno ad un centro
E danzare rapido sullo schema
Che sa perché …è la sua leggenda…
Ma quella goccia sospesa
Mi richiama l’attenzione
Si allunga e poi si rigonfia
Come indecisa se restare
O lasciarsi andare al suolo
Si allunga e rigonfia
Come in un respiro
E un raggio la illumina
Nel suo tentennare…
Si riempie di colori
Iridescenze fatate
Sembra una matrice
Caleidoscopio di colori
La fisso incantata
Sul limitar del bosco
Madre natura gioca
Con quella perla e forse
Si diverte invisibile
Del mio meravigliarmi
O forse ne è felice
Perché ho colto un suo dono…
La goccia si allunga e cade
Sul suolo umido e bruno
Una nuvola copre il sole
Lo spettacolo finisce…
Resta l’allegrezza
Di aver colto l’incanto…
Come una bimba felice
-quella che esiste in me-
Riprendo il mio cammino
Verso la mia leggenda.
Voci dal tratturo…
Le sento se la mente tace
E lo sguardo abbraccia
L’orizzonte reso tremulo
Da una leggera nebbiolina
Mista a fumo di fuochi sparsi…
Voci aleggianti nell’aria
Da millenni risonanti
Pastori, greggi e la natura
Con il suo soave canto
Di uccelli sui rami di mandorli
Che si spogliano al vento
E le foglie si adagiano a terra.
Li vedo i pastori coperti di lana
Con il bastone nodoso a sostegno…
Lasciano case e affetti e rassegnati
Li han chiusi dentro il cuore…
Li vedo procedere con ritmo
Sull’ondeggiante tratturo…
Figure che la mente disegna
Traendoli dal paesaggio.
Una Vergine a Collemaggio
A benedire il viaggio intriso
Di speranza e nostalgia
Un’altra dal volto scuro ligneo
Ad accoglierli dove il clima è mite.
A Lei offrono le fatiche
Di un andare sempre uguale
Con la mente al nativo borgo…
Lei conforta Il loro andare
sul cammino antico e sacro
Chiese tra l’erba a scandire le tappe
Dove sostare guardando le stelle
E appaiono i volti cari …
Storie narrate intorno al fuoco
Canti al suon di cornamuse
E di nuovo in cammino
Le foglie che crepitano
Sotto i passi ritmati
Il belato delle greggi…
Ascolta! Li vedi?
Tutto è registrato
Nella pellicola del tempo
Che narra le sue storie…
La nostra storia di montanari
Che l’aspra natura ha forgiato.
Ascolta l’antico canto
Il vento tra le foglie
Osserva tra le fronde
Movimenti di danza
A scandire il ritmo della vita
Che piano piano langue
Si addormenta nel profondo
E nell’animo suscita ricordi
Un fuoco nel camino grezzo
E il calore di una promessa
A maggio, amore, tornerò.
Natale 2022
Luci e musica
Nella casa adorna
Per familiari e amici
Per la bimba che è in me…
Ecco il passato irrompe
Dolce e malinconico…
Presenze amate
Che animano i ricordi…
Nel rifugio sacro
In fondo al cuore
Mi ritraggo in bilico
Tra allegria e tristezza…
Silenzio! Anima mia…
Ascolta il suono antico
Che dal cuore irrompe
E placa ogni tumulto…
Il tempo è sospeso…
Nell’attimo fuggente
Si nasconde l’Eternità
E un varco si apre…
Nella grotta polverosa
Di emozioni e affanni
Ora è pace e amore
Per il Verbo che nasce…
Buon Natale!