Maria Grazia Monopoli

Poesie in mostra


UN VIAGGIO SENZA TEMPO

 

Fu un attimo, amato momento
dentro quel tempo
al di fuori del tempo.
Non mi accorsi.
Non fu uno sforzo.
La mia anima si allontanò,
un indefinibile momento.
Lasciò quelle persone
a svolgere il loro compito.
Comunicare, lì in cerchio.
Mi fece dono di una visione
e, piena di commozione,
di amore e di stupore,
vidi la bellezza feconda
di tutta la mia vita.
Un bucaneve che brilla
in mezzo a un manto bianco.
Una stella alpina
splendente fra le rocce.
Un gattuccio, grato,
raccolto fra i rifiuti.
Un pettirosso che canta
sul mio balcone.
Sono amata sì,
sono tornata
e dell’amore incondizionato,
donato e dato,
è lastricata la mia strada.

 


 

PARIGI LIBERATA?

 

Umanità?
Ancora a rischio.
La pietà, una tensione da seminare.
Scendeva le scale nella piazzetta,
ignara.
Il bimbo nel passeggino.
Quel gruppetto l’aspettava.
Era la Resistenza!
Il bimbo urlante
figlio di un amore,
glielo strapparono.
Anche la ragazza piangeva.
Iniziava a capire.
Legata ad un palo
spogliata, un cappio al collo.
La folla assisteva.
Un negoziante le tagliò
tutti quei bei capelli
color dell’oro.
La percossero.
Ma la lasciarono viva.
E la giovane cronista
fotografava quella realtà.

 


 

I GRADINI DI PIETRA

 

Dentro, una famiglia riunita
numerosa, allargata, la mia.
Fuori, un cortile di campagna
casolari nel silenzio lì intorno.
Dentro, il pranzo procedeva.
Due bimbe
perturbavano il clima
con le loro richieste.
Mi sono permessa due parole.
Subito un dardo
lanciato da mio fratello maggiore
mi ha colto alla sprovvista,
e subitaneamente zittito.
Volevo saperne
senza aver avuto figli.
E’ raro che pianga
ma sono corsa fuori
su quei freddi gradini di pietra.
Per un momento ho vacillato.
Il cuore è scoppiato,
ha pianto tutte le sue lacrime
sentendo dentro quelle parole.
Tutto poi si è ricomposto
in un moto di amore incondizionato.

 


 

L’ATTESA

 

Emozione ingannatrice?
Un momento di silenzio…
A volte vestita di dolore
aspettando una fine,
oppure ornata di gioia
e guarigione, l’attesa.
Sei utile alla fecondità
dello scorrere dei miei giorni?
No, spesso mi spezza
ed entrano fantasmi.
Ma tu bussando sei entrata
suggerendo la parola accoglienza
in un dolce e calmo fluire
dei doni, tutti amati, della vita.
Allora grazie,
non attendo più,
amo ciò che arriva,
non importa dargli un nome.
Basta spalancare il cuore all’Avvento.

 


 

ALCHIMIE

 

Giunge il momento, giunge,
quel dolore
importante allora sì,
lo rispetto ancora,
lo ricordo sempre nel petto,
non si tace no.
Si spoglia solo
dei suoi oscuri drammi.
Ne rimane una nicchia di pura luce.
Anche quel dolore
illumina l’andare,
la faccia più splendente
di un diamante perfetto
che noi viaggiatori portiamo
spesso inconsapevoli
di tale bellezza.