Maria Teresa Di Salle
Poesie
Un mare senza mente
Smagrita di vento
s’adagia la sera
in un mare senza mente.
Stinte come una vecchia boa galleggiante
si torcono le ore
strette d’agonia
nell’occhio breve d’una lampara.
Sgomitola l’onda i suoi fili
entrando e uscendo di cruna in cruna
come parole senz fretta
sospese nella fisionomia d’una barca
che le doglie han colto di sorpresa.
Lo specchio
Ai confini della solitudine
più nulla è sogno.
Dove sarà la vita che non vissi…
nel dolore schiacciato tra le dita
o nel sole
che raccoglie i vecchi e le farfalle
perduti in labirinti?
O forse
nell’ombra antica rimasta sul muro
che stanca d’essere sua
siede con me
ogni giorno allo specchio.
Ai cancelli del mare
Gabbiani ai cancelli del mare
schegge di spuma sul viso, tra le mani.
Accoglimi, accendimi mare
come fossi una fiamma
un secolo di stelle
il lampo nel temporale
l’attimo prima dell’amore
come luna nel deserto.
Ai malchiusi cancelli vengo
con le mie ore mature
come non fosse lontano
il tempo finito
Così
Infilare stretta
tra le pieghe della tua mano
la mia mano
e restare in silenzio
così…
Il nostro breve tempo
scorre e s’affretta,
l’onda a riva rotola
e consuma i sassi lucidi di sale,
le belle mani subito invecchiano.
Più tardi una coppa di neve
si scioglierà tra le dita,
fremerà il rosso del papavero
la fragilità del silenzio
parlerà all’acqua che scorre.
Inquietudine
La mia inquietudine,
squame d’acqua
appoggiate nel silenzio degli occhi
come fruscio d’agave,
scuote la notte.
Passa per cruna d’ago i’ieri
sollevando angoli di memoria
che vanno dal padre al figlio
per ritornare al padre,
in una spiritualità arcaica
sindone
da cui trspaiono
i tuoi silenzi
e le mie paure.