Marilina Parziale - Poesie

Tenerezza

 

Luce inebriante, quanta tenerezza nel tuo sorriso!

Come un raggio di sole illumina un altro giorno

tu scaldi la mia vita, offrendole una nuova alba.

Sei sempre stata nel mio cuore e nei miei sogni

ed ogni volta che provavo ad immaginarti

non coglievo l’immensità della parola Amore.

 

Amore, sì, l’unica cosa di cui tu hai bisogno

e l’unica cosa che io non posso fare a meno di darti.

Un dolce profumo colora l’aria,

è un profumo fresco…

profumo di bimbo.

Sei la mia vita adesso.

Ed ora che ti stringo tra le braccia

mi ritrovo polvere d’oro cosparsa dalle tue ali di angelo.


 

 In punta di piedi

 

Resto ancora qui, ferma

in punta di piedi

immobile, sola

a scrutare le dolci colline molisane

che tanto amavo guardare

quando ero bambina.

 

Sono tornata ancora qui, oggi

dopo tanti anni, a guardare

in punta di piedi

(Tristezza nel cuore!)

la bianche case ormai chiuse,

dove non s’ odono più

le chiacchiere spensierate

che allietavano

le chiare sere d’estate.

 

Tristezza nel cuore:

sono sempre più lontane

le verdi colline che, un tempo,

in punta di piedi

mi facevano sognare il mondo.

 

Mi fermo ancora un attimo qui,

in punta di piedi

a cercarti tra le mura

ormai vuote, spoglie:

è tutto inutile,

non sei più qui.

(Tristezza nel cuore!)

 

Ancora un attimo:

silenzio!

 

Un brivido di canto

scuote il mio cuore

e risveglia d’un tratto

nella mia verde memoria

il ricordo, vivo, di te:

ecco, ti vedo,

sento la tua voce!

 

Resto ancora qui, ferma

in punta di piedi:

ora è tutto più chiaro

e scorgo di nuovo in vicinanza

le verdi, dolci, colline.

 

E riprendo a sognare.

(Nessun velo di tristezza nel cuore!)


 

Magari

 

Fratello.

Dove sei?

Chiamo forte il tuo nome, invano.

Tu non rispondi.

 

Fratello.

Ti cerco ma non ti trovo.

Sei andato via.

Via, per sempre.

 

Fratello.

Parola sussurrata tra le foglie d’autunno

che il vento ha spazzato,

lontano da me.

 

Fratello.

Ricordo perduto all’improvviso

infranto da un mare crudele,

implacabili onde: nessuna pietà.

 

Fratello.

I miei occhi traboccano di lacrime,

il mio cuore grida di dolore

ma, ecco, arriva la speranza e mi conforta:

potrò stringerti ancora la mano,

un giorno,

magari.

 

Fratello.

Rivedrò il tuo sorriso,

fra cent’anni,

magari.

 

In una nuova dimensione,

magari.

Il calore di un abbraccio,

magari.

Candide colombe volando,

magari.


 

 Fino ad allora

 

Pensi di aver fatto del nostro amore

solo un ricordo di cristallo?

Ma dimmi, allora, cos’è per te l’amore?

Non è, forse, avere il cuore in pace

e l’anima appagata quando sei giunto a me?

 

Amore è, per me, la tua felicità,

un brivido dolce dato dal tuo sorriso,

è mordere ancora la vita, assieme.

 

Finché ci sarà ancora uno sprazzo di luce

ad illuminare il buio delle mie notti,

una gioia improvvisa che il cuore ricolma;

finché continuerò a chiamare il nome tuo

con voce trepidante d’amore

ed ancora morirò dalla voglia

d’essere tua;

 

fino ad allora,

ne sono sicura,

il nostro amore non potrà essere

solo un ricordo di cristallo.


 

Sorriso di donna

 

Donna, odore di sangue e terra,

donna, profumo di miele,

ambra divina,

donna, via d’amore sei tu.

 

A te, donna, che continui a sorridere,

malgrado tutto,

e ti tieni stretta la vita

perché sai che ogni nuovo giorno

è un dono divino

e vale sempre la pena.

 

A te, donna, con il sorriso spento

da un dolore che ti ha rubato l’anima

e da rughe di una vita costata sacrifici.

 

A te, donna, che hai partorito la tua gioia più grande

e le hai donato la luce del tuo sorriso.

 

A te, piccola donna, che ti affacci alla vita

e le regali la tenerezza dei tuoi primi sorrisi.

Ricorda: sorridi sempre!

 

Donna, benedetta sei, dovunque tu sia.

Sorridi sempre!

Ricordati che Dio ti ha voluta donna:

raggio di sole, sale della terra,

colore della vita.


 

 Eppure ho amato

 

Ho amato il nostro amore,

fuoco ardente, fiamma di vita.

 

Ho amato le nostre notti,

di passione,

tra le fresche lenzuola

sgualcite dalla tua soffice tenerezza.

 

Ho amato la profondità dei tuoi occhi neri,

e gli orizzonti luminosi che essi mi hanno aperto.

 

Ho amato i tuoi vaghi pensieri,

lasciandomi trasportare,

perdutamente,

tra le braccia del silenzio della notte…

…. svegliandomi, poi, all’alba

baciata da gocce umide di rugiada,

che si fondono al sole come i nostri respiri.

 

Ho amato l’odore delle vergini viole

rifiorite, rigogliose,

ad ogni nuova primavera.

 

Ho amato i tuoi baci di miele,

che ho assaporato

dieci, cento, mille volte…

ed ancora…

 

Ho amato l’immensità dell’Amore.

Almeno,

ho creduto.


 

Onde: poetando…

 

…E mi lascio trasportare

verso nuovi mondi,

con il sole in fronte…

dolcemente cullare

dalle onde del mare,

con il tuo odore

nel cuore,

nell’anima

il sapore della libertà…


 

 Lo scialle viola

 

Era viola, lo custodisco, caro, in mente:

lo scialle dov’è rimasto il tuo tenero abbraccio.

Era viola, con ricami che tu facevi pazientemente

mentre, attorno allo scoppiettare del fuoco, mi raccontavi….

Dolci ricordi….

calde serate d’inverno a guardare la neve…

giornate fresche d’estate, all’ombra del fico nell’orto…

 

Il soffice profumo dei tuoi biscotti al miele,

diffusa armonia, pervade il mio cuore

intriso di melanconica nostalgia,

e la memoria torna al tuo giallo fiore

davanti alla tua vecchia casa, lì sulla collina

dove, bambina, guardavo il mondo

piena di speranza, cara nonnina.


 

 Io non Ti conoscevo

 

Io non Ti conoscevo,

o Dio mio,

non sapevo neppure dov’eri.

 

Ti ho cercato nei posti sbagliati,

nel lusso, nelle ricchezze,

negli agi e con superbia.

Per questo non Ti trovavo.

 

Quante volte ho chiamato

il nome Tuo, urlando

o imprecando, mai con umiltà!

Per questo non Ti sentivo.

 

Io non Ti conoscevo,

o Dio mio.

D’un tratto, Ti chiedo, Ti imploro:

fai che la mia vita abbia un senso,

aiutami a darle uno scopo.

Che io possa essere umile e buono,

donare amore e felicità,

essere in pace con la mia anima

e credere nella solidarietà.

 

Io non Ti conoscevo,

o Dio mio,

ma ora so dove sei:

sei negli occhi del fratello che piange

e cerca conforto;

sei ad ogni angolo sperduto di questo mondo

cui sempre tendi la Tua eterna mano.

 

Finalmente Ti vedo,

o Dio mio,

Ti trovo,

in questa mia continua,

assetata, ricerca di Te.

 

Ti cerco, Ti trovo..

Ti perdo e Ti aspetto,

sicura che un giorno

cammineremo insieme

verso la Tua dimora.


 

 Nonsense

 

E di nuovo arrivi,

impagabilmente cara,

bella, implacabile.

Strappi via l’essenza verde della vita,

rubi l’amore ancora  acerbo,

approfittando del buio della notte.

Attorno, solo un mare di silenzi,

impenetrabili vuoti

colmi di voci confuse: come onde

si sovrappongono nella mente,

nel falso gioco degli specchi.

 

È  il nonsense di questi giorni grigi,

è  il vuoto dell’anima povera

che soffoca nella solitudine,

schiacciata dall’indifferenza comune.

È il peso della maschera

che vestiamo, sapientemente,

crudelmente, ogni giorno.

È il macigno della giostra

che gira vorticosamente

senza chiederci dove siamo diretti:

direzione obbligatoria.