Mario Ghizzardi - Poesie

 

In aperta campagna
Sento il rintocco delle campane
Come un tempo
E i ricordi corrono
Verso un’infanzia felice
Non esisteva il male
Solo gioia di vivere
Spensieratezza
Il mio animo generoso
Tutti amava
Anche chi, forse, non meritava
Il piacere di avere Il cuore libero


Avere un sogno
Stringerlo a sé, forte
Coccolarlo a lungo
Accantonarlo pure
Poi improvvisamente
Lasciarlo esplodere
Con tutta la sua intensità
Non importa se abbia un senso
Lo scopo è nel progetto
Voglio prendere in mano la mia vita
Ed essere partecipe del cammino


Quella vita di paese
Che tanto avvolge
Con braccia che sono catene
Quei sorrisi dolci
Che sono ruffiani e falsi
Quell’accoglienza formale e ipocrita
Che concretamente non è nulla
Quella curiosità discretamente morbosa

È stata un’esperienza di vita
Scappare da tutti questi legami
Stringenti
E poco affettivi
Meglio la solitudine, a volte dolorosa
Ma vera e sentita
E poi attimi intensi
Ti ripagano di mille esitazioni

Mentre bevo da queste fonti imprevedibili
Vedo ancora le mie gambe tremanti,
Con dolcezza le ammiro


 

Perdermi mi è facile e dolce
Lasciarmi andare al nulla
La mente libera di vagare
Dove altri non ci sono

Solo io, libero di osare
Con i miei pensieri
Un vulcano
Una forza interiore folle
Sentirmi libero mi esalta
Il tempo non ha più una dimensione
È splendido vivere tra sogno e realtà
Il mondo mi cammina a fianco,
Come un cagnolino docile,
E io tengo il guinzaglio
E lo guido dove voglio
E la mia fantasia è libera e vivace
Nessuno mi limita
Tranne una vita che mi ha zavorrato
E una educazione che non mi ha liberato


 

Notte fonda
Finestre spalancate
Entra l’estate, si annuncia
Il caldo non ancora soffocante
Quiete assoluta
In lontananza il rumore di qualche auto
Silenzio immenso
Non servono i pensieri
Basta lasciarsi cullare dalla natura
Il fascino nascosto della notte


Parlo con le persone
Pur riservato
E sono attratto
Le guardo e mi lascio coinvolgere
Spesso sono dolci
Disarmate, viste da vicino
Amo quelle che non si negano
Che mi danno qualcosa di loro
Entro nella loro anima
E vorrei donare qualcosa di mio
Affetto generoso


Quando impari a guardare una persona negli occhi
Non hai più barriere
Puoi arrivare ovunque
Ti metti in gioco spudoratamente
Ma cogli gli altri fuori dai propri confini
Disarmati
È una sensazione pazzesca osare
Quanto tempo sprecato


Nei rapporti
Inseguo la complessità
Corteggio l’impossibile
Rincorro dolcezza e tenerezza
Mi stimola ciò che non ha senso
Cerco quello che gli altri evitano
Scopro quello che gli altri non vedono
La profondità, l’assoluto
Poi mi tuffo altrove
Lo scopo è nell’esplorare


Le false illusioni
Quelle cose
Che danno un significato alla vita
Poi ti accorgi
Che non avevano forma
E nemmeno un senso
E riprendi il tuo cammino
Allontanando le spine
Rincorrendo la vita
A calci nel sedere


Sono belli certi sguardi complici
Coinvolgono e scuotono emotivamente
Potrebbero travolgerti
Come i sogni però
Svaniscono
E non rimane nulla


 

 

La dolcezza della pioggerella primaverile
Non solo ascoltata al chiuso
Il ticchettio rassicurante
Che sembra una coccola
E che ti penetra nel corpo

La pacatezza dei paesaggi
Che si dondolano sotto il cadere delle gocce
Questi alberi immobili e arbusti
Che non si pavoneggiano
Per i loro bei cespugli rigogliosi
Per le mille sfumature di verde
Ma serenamente stanno li
Fermi, nella loro esplosione di vegetazione
Sicuri anche sotto la pioggerella
E le case completano questi quadri
Le nuvole, non minacciose,
assistono a questo stato di serenità


Piccole commissioni
Gente che va e gente che viene
Qualcuno, gentile mi sorride
Qualcuno scambia una parola
Qualcuno abbozza un discorso
Qualcuno mi affida una parte di sé
Tutto nasce casualmente
Spesso tutto finisce subito
Già, perché gli embrioni sono un miracolo
Ma coltivare un seme, farlo crescere
È davvero raro e quasi impossibile
Nel caos del vivere
Questo è


 

 

Ripercorro luoghi
Piccole strade
Dopo anni, decenni
Mi scombussola rivederli
Mi crea emozione e gioia
Spesso tutto è rimasto uguale
Pochi cambiamenti
Immediatamente si notano
Fanno capolino, insignificanti particolari
A sottolineare la maestosità dei ricordi
Quelli si, vivi e forti
È una gioia immensa
Vedere case, viottoli, alberi familiari
Per poi andarsene e lasciarli
Li dove li ho trovati
Una continuità
Che è stata e sarà
Non immobilità, presenza


 

 

È stato bello
Non dirti ti voglio, ho bisogno di te

Quei giorni trascorsi a parlarci
Io che ti aprivo il mio cuore
Le mie conoscenze, le mie debolezze
A monitorare ogni fruscio
Io che abbassavo la guardia
che mi raccontavo senza veli
E tu che mi ascoltavi
Anche nelle cose inutili
Anche nelle manifestazioni non impeccabili
Ma con dolcezza mi confortavi
Con intelligenza mi consigliavi
Con la tua profondità mi attraevi
E tu mi accarezzavi con le tue parole
Con tenerezza mi seguivi

Ci rincorrevamo
Senza una meta, forse impossibile
Ci coccolavamo
Ci scaldavamo
Ci donavamo reciprocamente
È stato magnifico non sprecare tutto
Il nostro affetto per sempre


 

 

Ho sempre amato il calore intimistico degli interni
Il dialogo ristretto che esalta le affinità
Questo parlarsi in ambienti ristretti, raccolti

Ma le emozioni vere
Sono libere da vincoli
Sono spontanee
non ruffiane alla ricerca di consenso

All’aperto, le mie sensazioni sono vive
Stupende
Rare
Infinite
Accoglienti

Quando sono a cielo aperto
Anche i miei pensieri sono ampi
Tutto ha una colorazione diversa
E la mia generosità, accogliente
Esplode


 

 

Corro
E mi sento vivo
La velocità, il movimento
Sono energia
Dai guizzi di luce
Traggo spunti
Voglia di vivere
Altrimenti sarei perso
La staticità mi deprime
Toglie forza


 

 

Spesso mi perdo
E nel mentre, sto bene
Sono me stesso
Poi la depressione
Il tempo perso
La rabbia per le cose non fatte
Lo sconforto
l’impotenza
E ancor più giù
La voglia di fregarsene di tutto
Anche di me stesso
Della mia vita che non serve

Poi un mattino mi alzo, devo
Ho forza
Vedo la luce del giorno
Luminosissima
E sono grato alla vita
Per la gioia
che ancora riesco a provare


 

 

Ma cos’è
Questo cielo che incornicia
Il tramonto
Una forza esplosiva di colori

Grandi spatolate di blu scuro
Minaccioso
Fanno da coperchio
All’orizzonte spunta la luce
Il rosso del sole cadente si mescola al blu
Lampi di giallo e sfumature di rosa

E ti senti parte di questa natura
Minacciosa e piena di squarci
Questa vita tanto cruda quanto dolce
Piena di forza
Ma caduca


 

 

Splende il sole del silenzio
Nella quiete vagano i miei pensieri

Lontano dai rumori
Lontano dagli sguardi
Nessuno che interferisce
le mie percezioni sono spontanee

Ecco, questi sono gli attimi
Da immortalare

Sono libero di sentire
C’è armonia
intorno a me
C’è serenità e gioia


 

 

Muoversi
Vedere paesaggi, persone
E sentirsi vivi

Quando ammiro il mondo
Sento stimoli, emozioni
Mi sembra di poter contribuire
Poterne essere parte
E il mio sentirmi estraneo
Svanisce

Un tempo era sempre cosi
La mia voglia di esistere
Era grande e generosa

Poi ti accorgi
Che tutto esclude
E non ti senti accolto
E non ne fai parte