Mario Renga

Poesie


La danza del ventre..della ballerina: Adara Hassan.

Tu Adara, sei la migliore ballerina di questa magica danza, tra le più antiche al mondo; con il tuo ballo, dimostri di essere una vera professionista ed una grande artista, nella tua armonica movenza.

Il tuo corpo aggraziato e ricoperto da un velo colorato; ti rende raffinata ed elegante; quanto la danza stile ” Hawzi ” che balli appassionatamente; durante la tua fantastica esibizione.

Sei incantevole nella tua femminilità, sensualità e virilità che esprimi attraverso la danza del ventre; un momento sublime del tuo spettacolo.

Agli occhi degli uomini più puritani che ti ammirano con gran stupore, appari eccitante, come un potente afrodisiaco e sei un piacevole svago.

Tu danzatrice in carne, ammaliante e carismatica; assumi le forme della Statua di ” Maillol ” (Venere) che, ti rendono fluida e leggiadra nella sinuosità dei movimenti rotatori; che richiamano gli antichi culti della fertilità, come quello della Dèa madre.

Adorabile Adara Hassan, ti porterò sempre nel mio cuore, con questo tuo bel ricordo indelebile. Ti saluto e ti ringrazio infinitanente, per avermi fatto provare emozioni uniche, nel tuo inimitabile spettacolo, con la tua favolosa ” danza del ventre ” che non scorderò mai.

 


 

Gesù sei a colori per me…

O mio Gesù, quando venisti al mondo e nascesti da Maria Vergine, nella grotta di Betlemne, gli angeli dorati e messaggeri di Dio, vollero che fosti travolto da un turbine di color blu celestiale. Con lo scintillio del tuo colore, mi hai pervaso della tua immensità e profondità; mi hai infuso la pace e l’armonia.

O mio Gesù, crescesti nell’affetto e nell’amore di tua madre Maria e di tuo padre putativo Giuseppe. Ancora intriso di blu celestiale, da giovinetto ti recasti a Gerusalemme, al Tempio dei ” Dottori della legge “. Stupisti loro con la tua fervida intelligenza, dono del tuo colore blu celestiale, in cui s’intravide l’impronta di Dio e che mutò nel bianco della tua purezza, alla Candelora. Con la luce del tuo candore, hai riempito il mio essere.

O mio Gesù, nella tua vita terrena da adulto, nei tuoi anni di predicazione, con discorsi, parabole e miracoli; assumesti in pienezza la tonalità dell’amore, che lasciò trasparire il tuo colore della ” Passione “, nei tempi che stavano per compirsi. Con l’intensità del tuo colore, mi hai insegnato cos’è l’amore e come amare.

O mio Gesù, ai tempi del giudizio, della condanna, della tua crocifissione e con la morte nella tua incarnazione, ti colorasti di viola; il colore che scaturì dalla mescolanza del blu celestiale della tua fanciullezza e il rosso della tua Passione. Con questa luce, mi hai insegnato la rinuncia mediante la penitenza ed il rispetto.

O mio Gesù, nella pienezza dei tempi, con la tua ” Resurrezione “, meraviglioso fosti nelle diverse tonalità che rivestisti: il tuo bianco antico, ha folgorato la mia vita di positività, il tuo rosso porpora mi ha arricchito del tuo immenso amore; il tuo rosa ha diffuso il profumo della tua bellezza e del tuo mistero; il tuo verde della speranza, ha significato che nulla è vano con il tuo ritorno alla destra del Padre. Con il tuo Spirito, sarai nel mondo cristiano, fino alla fine dei tempi visibile ai miei occhi, mediante lo straordinario ” Arcobaleno ” dei tuoi bei colori e della tua Alleanza.

O mio Gesù, in questo mondo terreno, quanto brilli dei tuoi bei colori che non sono il grigio e il nero; così mi appari ogni volta che spalanco le porte a te.

 


 

L’ Elfo magico del Natale.

C’era una volta, un giovane e simpatico altoatesino di nome: Mario, che adorava tanto il Santo Natale, la festa più bella e lunga dell’anno; i personaggi mitologici: di Babbo Natale, della Befana e anche tutti i bambini del mondo. Un bel giorno di Dicembre, Mario con desiderio e magia; si trasformò in un allegro, birichino e furbetto Elfo magico del Natale. Scese come le fate a cavallo di una scopa dal cielo, chiesta in prestito alla sua amica: Befana. Con gioia e spensieratezza; fece il suo ingresso con gradualità, nelle case dei bambini, attraversò una fantastica porticina di stoffa rossa, uguale al colore natalizio del vestito che aveva indosso e creata dai più piccini, apposta per lui. Quest’ultimi, videro l’Elfo magico del Natale, varcare di tanto, in tanto, l’uscio, con il suo certificato di presentazione e di adozione che portava con sé tutte le volte che necessitava; in cui erano contenuti gli innumerevoli e diversi nomi scelti dai bambini. Essi lo accolsero con calore e cordialità; l’Elfo magico del Natale, raccomandò loro di non toccarlo, per far sì che la magia, potesse durare in tutte le feste natalizie e che non svanisse nel nulla; non voleva correre il rischio di non far più ritorno dai piccoli che gli volevano bene. In seguito, comandò ad ognuno di loro, di soffiare una magica polverina in una grossa boccetta di vetro, per prolungare l’effetto incantato, nell’intero periodo di Natale. All’Elfo magico del Natale, piaceva tanto guidare i bambini, dare loro, gli utili ed i buoni insegnamenti; per una sana crescita; scacciare in loro, ogni forma di paura, affrontare i problemi e le difficoltà quotidiane con i suoi aiuti magici; infine farli sognare e divertire. Preparò loro dei messaggini con la scritta: ” ” Adesso finalmente la gran magia ha inizio; opoure la scritta: ” L’ingrediente principale siete voi e la vostra fervida fantasia! “. L’Elfo magico del Natale, spiegò ai bambini la sua notorietà in tutto il mondo per le magnifiche missioni attribuitegli da ” Sint Nicolaas “. Ogni volta che la notte calò, egli usciva dalla porticina nagica, per viaggiare felice e veloce nello spazio; per recarsi al Polo Nord da ” Santa Claus ” e per adempiere ai suoi importanti compiti che erano quelli: di osservare sempre tutto ciò dell’accaduto, durante il giorno, nelle case dei bambini e di riferire qualunque cosa, riguardo il loro operato. L’Elfo magico del Natale, era non solo il bravo confidente di Babbo Natale ma pure il migliore aiutante dei bambini. Ogni qualvolta, faceva rientro a casa, combinava qualche marachella, si nascondeva facendo scherzi; con il semplice scopo di rallegrare e rendere felice l’animo di ogni bambino. Con l’arrivo dell’Epifania, quando tutte le feste di Natale, stavano per concludersi, il magico Elfo del Natale, come un fantasma sparì, lasciando come aiutante, un buffo topolino a tutti i piccoli del mondo, che dolcemente li consolò, durante la sua assenza, nei restanti mesi dell’anno. Non fu un ” Addio ” ma un semplice ” Arrivederci ” nel tempo di attesa, prima di far ritorno la sua magia ed un nuovo Natale. Senza attesa, non esisteva alcuna magia!