Martina Gaudino - Poesie e Racconti

Il diritto delle donne al corteggiamento

 

Per secoli ci hanno volute diverse da loro, dagli uomini, il sesso forte. Per secoli siamo state considerate come l’anima della casa e della famiglia, esseri senza il diritto di dire “oggi non voglio cucinare!”. E dopo battaglie e conquiste pagate a caro prezzo, oggi sono proprio le donne a dimostrarsi deboli. La domanda è perché? Perché dopo esserci affermate in tutti i settori dobbiamo temere il corteggiamento?

Oggi gli uomini pensano al sesso meno delle donne, temono il confronto con noi perché sappiamo eccellere in tutto, ma improvvisamente, senza una ragione precisa, abbiamo deciso di denunciare, denunciare tutto. Le violenze e le non violenze, i tentati approcci, i banali complimenti, gli apprezzamenti volgari, stupidi, puerili.

Anche un sex symbol come Brigitte Bardot in un’intervista a Paris Match ha voluto schierarsi Catherine Deneuve. “Non è molestia se ti dicono che sei bella e hai un bel culetto” ha detto senza tanti problemi. Ed è così. La violenza sessuale è quanto di più atroce si possa fare a una persona, ma non può essere paragonata “al bel culetto” proprio perché si finirebbe con lo sminuire prepotentemente l’alta gravità di un reato orrendo come la violenza carnale.

Il corteggiamento è un diritto. Noi donne dovremmo batterci affinché questo diritto non venga mai privato.


Il silenzio di una madre

 

Violentata a 14 anni dal padre, tra le mura di casa. La ragazzina confessa tutto in un tema a scuola, scattano le indagini. L’uomo dopo aver avuto l’imposizione del braccialetto elettronico e il divieto di avvicinarsi alla moglie e alle figlie, si impicca. Una tragedia senza fine e su cui ora emergono i retroscena più inquietanti: la madre sapeva. La donna sapeva che quell’uomo sposato trent’anni prima era in realtà un orco.

La donna ha raccontato di un simile episodio accaduto alla primogenita, oggi 28enne, precisando che “in quell’occasione il marito le aveva promesso che non si sarebbero più verificati fatti analoghi“. Il silenzio di una madre non ha giustificazioni. Non si può amare a tutti i costi l’uomo che distrugge la vita delle tue figlie, non si può scegliere di salvare un matrimonio dettato dalla malattia mentale. Nessuno potrà, oggi, restituire una vita a queste due ragazze che hanno perso il padre molto prima che si impiccasse in una chiesa della provincia, che hanno perso la madre il giorno in cui ha dato all’uomo una seconda possibilità, come se avesse rubato caramelle, come se l’avesse tradita con un’altra donna.

Il silenzio di una madre è il vero silenzio delle donne che chinano il capo in segno di sottomissione.  


A 10 anni riesce a perdonare la madre e per sempre non sarà più una bambina

 

“Io non volevo avere rapporti con lui, ma lui insisteva: poi quando andava via ci dava dei soldi, li dava a me perché diceva che mi voleva bene. Mi dava 5 euro se gli davo un bacio, 25 se facevo qualcosa in più. Questo è successo prima che facessi dieci anni”. Con queste parole, una bambina, ha raccontato ciò che è stata costretta a fare e a subire a causa dei genitori. Un padre mostro che mette la figlia di nove anni nelle mani di due schifosi, una madre silenziosa che a sua volta era solita prostituirsi con gli stessi aguzzini della figlia. Accade a Partinico, non in un paese dimenticato da Dio. “Se penso a queste cose sento tristezza. Glielo dicevo a mia madre che non mi piacevano quelle cose. Non lo so però come mai mi ritrovavo a farle, ma non sono arrabbiata con mia madre perché lei non mi ha fatto niente di male”. A 10 anni riesce a perdonare la madre e per sempre non sarà più una bambina. Un 61enne ed un 78enne erano i clienti abituali. Una bambina di 9 anni con uno di 78: 69 anni di differenza.

Niente, nessuno potrà ridare a questa bambina la spensieratezza, non avrà mai una vita normale, per sempre porterà indelebile nell’anima la traccia di chi non ha speranza in nulla. La vita sentimentale e sessuale di questa bimba è compromessa per l’eternità. Oggi siamo tutti schifati, disgustati da quanto accaduto, ma domani dimenticheremo. Dimenticheremo perché ci sono cose più importanti di cui parlare, dimenticheremo perché è meglio non pensare a quest’atrocità.


Quel migrante in un’altra vita potresti essere tu

 

Che vadano via, che cerchino lavoro al Paese loro, ci lascino in pace. Si, in pace. Proprio quella che vanno cercando, i migranti. Li chiamiamo così per identificarli, perché chiamarli Ali, Abba, Mohamed, persone, esseri umani, ci costa fatica assai. Se ne devono andare. Anzi, sarebbe meglio se non venissero proprio questi ladri del nostro lavoro. Ladri del nostro lavoro? Io non ho visto nessuno dei figli di mammà e papà andare a cogliere i pomodori, ma nemmeno zappare la terra e manco lavare i vetri ai semafori. Però i migranti ci danno fastidio, si, un sacco di fastidio perché sono diversi, perché non conoscono le buone maniere e sono tutti stupratori. Noi in Italia, il Paese del Mulino Bianco, gli stupratori non ce li abbiamo, sono stati importati, come i panini di McDonald’s. Uno poi sta bene al Paese suo e viene qua a rubare il lavoro, lontano migliaia di chilometri dalla famiglia. Uno poi sta così bene a casa propria che viene qua su un barcone in mezzo ai cadaveri per spalare il letame. Quella povera gente diventata bersaglio della gente di merda di questa cara Italia, preferirebbe evitare i viaggi della speranza, preferirebbe non morire, non vedere gli occhi chiusi per sempre dei figli, delle mogli, dei mariti. Quel migrante che ti fa così schifo nella prossima vita potresti essere tu.


Malizia

 

Ha il sapore del fuoco,

l’odore delle fragole,

fa il rumore di un respiro.

Sa come prenderti,

ti spoglia,

ti annienta.


Tu

 

Hai portato via il mio mondo,

mi hai svuotata,

mi hai cancellata.

E mentre a lei stai dicendo sì

Non sai che sei ancora qui,

vicino a me,

maledetto!


Ansia

 

In un attimo

tutti i mali del mondo

dentro di me.

Bum,

bum,

bum.

Il cuore esplode.

E’ lei, quella che con me gioca, mi inganna,

mi terrorizza.