Matteo Danieli - Poesie

Le Ali di Icaro

 

Padre guardami

con queste grandi ali

posso volare più in alto

posso toccare il sole

toccare la libertà

fuori da questa cella

con le larghe finestre

disegnate sui muri

volo più in alto se vuoi.

Tu mi hai insegnato

a non aver paura

a non confondere

la mancanza dal desiderio

mentre una luce ammaliante

fonde il mio cuore di cera,

mentre il mare

è pronto ad accogliermi

fra le sue braccia

Non temo più la morte

ma un desiderio perduto

affondo così negli abissi.

Un fascio di fuoco

distante, squarcia il cielo

e un’altra stella si spegne

nessuno osa guardare

come una giovane fenice

dalle piume raggianti

fragile e irrequieta

rinasce nobile

dalle sue ceneri.


Sir. Winston

 

“.. We shall fight in the hills,

We shall never surrender ..”

Continua il suo discorso

un vecchio ministro inglese

nobile aristocratico

goffo ed arrogante

ma fermo e risoluto

l’ho ascoltano in molti

cauti nelle sue forti parole

e nelle grandi imprese,

esse risvegliano gli animi

corrotti e inermi

di chi da tempo

ha perduto la speranza

il coraggio di lottare

guida orgoglioso

il suo paese alla vittoria.

Come antichi romani

popolo di esploratori

leoni sotto la bandiera

andremo avanti

fino alla fine

nella nostra ora più bella

Per il Nuovo Mondo e

il regno d’Inghilterra.

Ispirato al Discorso alla nazione, Londra 18 giugno 1940


Il Merlo

 

Nero

come la notte

un fragile respiro

e becco di ferro

nelle sue dolci armonie

fra le foglie frastagliate

di ramo in ramo

vola nascosto e sicuro.

Generosa è la primavera

messa a nudo dal suo canto

risorge lesta

nelle fitte siepi

e nelle goccie di rugiada.

Parma,16/04/19


Inferno

Tu hai corrotto la tua saggezza a causa del tuo splendore. ” […]

Come un lampo in piena notte
scatena la sua ira un Dio che non riconosco,
la sua donna mi accenna un sorriso tradito
e il mio cuore arde tra le mille luci argentate.

Come un angelo caduto
Fisso il vuoto
Prima di schiantarmi al suolo rovente.

Le anime buone finiscono all’ inferno
perché non sono riuscite a perdonarsi.

Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell’aurora ? “ […]


Finchè morte non ci separi

Atto I

“L’eterna illusione”

E’ come fare un patto con il Diavolo

ho rinchiuso la tua vita

dentro le pagine di un libro

davanti a uno specchio rotto

e il Gin tonic sul lavandino,

la notte è così agitata

non ha pietà della tua assenza.

Ora principessa

alza il tuo muro

senza timore o vergogna

il tempo sarà dalla mia parte.

« Avvocato! L’imputato non è in aula! »

E’ solo un dannato incubo

un labirinto di bugie

la marcia di uno scheletro

che a rilento si avvicina,

barcollando così

ad un passo dal vuoto.


Atto II

Gli amanti”

Mercoledì, ore 10:15

Ti brillano gli occhi quando il giudice entra in aula.
I nervi tesi e un brivido dietro la schiena
fanno di un leone forte ma troppo sicuro di se stesso.

Ricordo la primavera

il concerto degli Stones,
le notti insonni

e il tuo vestito rosso amaranto.

Ricordi poi l’estate?

A litigare per un niente
con Mattia che piangeva

e non riuscivi a farlo calmare.

« Dici che urlo sempre? »
« Che la sera non sono mai a casa? »

Ti brillano gli occhi quando il giudice entra in aula.
E’ una crociata senza vincitori nè vinti
dove una lacrima sbiadisce per un attimo il colore.


(Interludio)

“5:00 Am”

 

 

« Ma tu che ne sai di un cuore che arde? »

Quando cerco le tue mani nel buio della notte.
Quando la speranza è sempre l’ultima a morire.
Quando ti perdo e mi perdo.
Quando il tempo è l ‘unico vero nemico.

«Tu che ne sai 


Atto III (Atto Finale)

Dulcis in fundo”

Lui mi porge una mano amica sulla spalla.
E’ fredda ma per un attimo non sento dolore.

Sono una bestia e mi fido del mio istinto.
La TV ancora accesa, le lenzuola pulite
sul letto le foto di due amanti.
Lei conosce bene le mie debolezze.

« Amico mio, sei pronto a spingerti più in fondo? »
« Sei pronto ad entrare nella storia? »

Sono una bestia e mi fido del mio istinto.
L’ aria è gelida e il silenzio si rende protagonista ma da lontano i cani ululano in coro
e le sirene ingannano con il loro canto fatato.


Chiara

« Potrò mai sopportare tale condanna? »

Un dolce ricordo scuote la mente

di un fragile assassino.

Se mi uccidi tu è legittima difesa

se ti uccido io chiamala pure vendetta.

Con le nocche insaguinate

con gli occhi pieni d’ odio

rammenterai il mio nome

da qui all’ eternità.

Chiara, amore di papà.


Anche se

Anche se fuori piove

sfoderi il tuo sorriso migliore.
Anche se il telefono squilla

ma scelgo di restare accanto a te.
Anche se nascondi le lacrime

dietro ai capelli e il mascara sbavato.

Anche se continuo a cercarti

in un mare sempre in tempesta.
Anche se a volte le parole

sono taglienti come lame.


Qualcosa ha attirato la mia attenzione


La guerra di Fatima

« Caro ministro quanto durerà ancora il suo spettacolo? »

Fatima è stanca
tira un sospiro di sollievo
nei suoi occhi velati

l’ amarezza che si porta appresso,

si prende cura dei suoi fratelli

si fa carico dei loro sogni

Dio com’è buono e misericordioso

su questa terra di fumo e cenere.

Fatima è stanca

tira un sospiro di sollievo
mentre i cecchini

ti lanciano fiori sopra i tetti

e i blindati sfilano in strada

come un carnevale,
tuoni e lampi aprono il sipario.

Si comincia.

Piombano giù dal cielo

come stelle a San Lorenzo.


Tacchi

Bambina

vogliono le tue mani

ma il Diavolo ti accarezza

solo quando vuole l’anima,

gli occhi possono mentire

le parole perdere il senso

il tempo è una puttana

non risparmia nessuno.

Seducente

il profumo di donna

al cuore non importa

ora prova a indurirlo

e mentre ti allontani

l’ innocenza se ne va

nei suoi scomodi

tacchi a spillo.


La Taranta

Il suo morso

lascia un segno indelebile

il dolore è quasi temporaneo

una fanciulla persa nei campi

tra gli ulivi e la terra rossastra

in paese si è sparsa già la voce.
Così si crea un cerchio

la febbre inizia a salire

la musica da inizio al rito.

Tra i colpi di tamburello

e i giri di fisarmonica

nasce un suono incalzante

un ballo liberatorio

quasi mediorientale.
Dietro quegli occhi

dietro ai suoi capelli

celava dentro di sé

l’inferno e il paradiso.