Michele Messina - Poesie

I miei sogni felici

 

Nel cielo corrono gli alberi e le montagne,

corrono le case ed i tralicci.

Corrono nel cielo le cupole e le guglie,

corrono le croci dei campanili

e le mezze lune dei minareti;

nel cielo con le nuvole, in libertà,

spinte dal vento, vanno…

Colorati aquiloni volteggiano

e portano i sogni di grandi e piccini

e non bucano il cielo i silenziosi cannoni

ma danzano canti di pace

di genti felici…


 

ILLUSA LUNA

 

Anche questa notte è caduta una stella,

remota, silenziosa.

Dopo essersi accesa

s’è spenta nel nero velluto della notte…

Inghiottita dal nulla,

è rimasta la sua parabola calante

tracciata a fuoco nei miei occhi

accecati da mille altre stelle insignificanti,

sfavillanti di niente…

E ride di me la luna

tuffandosi nel mare viola

senza sollevare spuma alcuna,

illusa luna…


 

Dolce notte

 

Dolce notte

che il quotidiano frastuono

metti a tacere,

libera queste povere anime

incelofanate…

Risveglia, nel sogno,

archetipi ormai sepolti

di mummie di plastica

che un tempo

furono uomini liberi…

Dolce notte,

con impazienza,

ogni sera aspetto

il tuo abbraccio

affinché tu mi conduca

nei miei più profondi meandri

che di certo, s’incontreranno

con quelli di mille altre anime

del passato…


 

Il faro del mediterraneo

 

Piccole luci

conducono al Tempio di Venere

delineando il profilo di Erice

sospeso nel cielo…

E nell’antica falce, ai suoi piedi,

le onde del Mediterraneo

s’infrangono con l’acque

tinte di rosso…

Non più Sacerdotesse attendono,

nelle loro celle, i marinai

del vicino continente…

Non più marinai

tentano l’approdo

ma indesiderati profughi sventurati…

E già il tramonto

ha bruciato ogni ricordo

e non c’è più memoria dei nostri adii

e delle nostre valigie di cartone…


Riflessioni di un cherubino

 

S’io fossi un uomo

volerei nei tuoi sogni;

tra le tue braccia volerei

per farmi cullare;

e inciamperei e cadrei

per farmi rialzare,

da te vorrei farmi aiutare…

Ma sono soltanto un Cherubino

e le mie ali

possono farmi volare

soltanto là

dove alita il volere Divino…


Ho fatto di te

 

Di te ho fatto la mia aurora,

la coccinella che porta la buona nuova.

Di te ho fatto il bocciolo

che si apre al mattino,

il palpito d’una farfalla

che sul mio cuore vola…

Di te ho fatto il mare che infuria,

il vento che tutto scompiglia

e profuma,

profuma di mare,

profuma di te…

Di te ho fatto i miei sogni,

il desiderio e la voglia

che mai m’abbandona…

La mia vita, tutta, ho fatto di te;

di te, soltanto, mai

farò rimpianto…

E ora aspetto soltanto che tu

di me faccia l’ultimo tramonto…


 

Verso una chimera

 

Poiché di sogni io vivo,

come brina,

mi dissolvo con il sole del mattino…

e dalle strette maglie

d’una verde rete fuggo

disperdendomi

tra il canto dell’usignolo

ed il suadente fischio del merlo…

e nell’azzurro io vago

come impalpabile fantasma,

fatto d’una sgranata e lassa materia,

che ogni giorno spera

in una compassionevole nuvola,

bianca o nera,

che con sé lo porti

verso una chimera…


 

Gialle margherite

 

Giallo di sole,

un tappeto di margherite ondeggia

al dolce vento dell’amore.

Con qualche macchia

di purezza bianca

d’albini fiori

e qualche macchia

di rossa passione;

tra i papaveri sbucano

petali di nostalgia viola…

E nella terra

s’approfondan le radici

tra grassi lombrichi

che, presto,

si faranno secchi

al vento di scirocco

che brucia i petali

in un vortice di farfalle

schiuse al sole…


 

Non si muore una sola volta

 

Quando pietosamente

su di me

stenderai il velo dell’oblio,

io già sarò morto

ben più che una sola volta…

ma quando le ginestre

non tingeranno più

le mie selvagge colline

di giallo…

ed i papaveri

non avranno più rosso

per dar colore

alle mie passioni,

allora

sarà quella

la mia ultima volta…


 

Soli

 

Colmi di corolle i calici sono

e d’amore traboccano i cuor.

S’apre il cielo al nuovo sole

e, feconda stagione,

nuova vita muove

a passioni nuove,

ancorché antiche

come il sole…

E mandrie d’uomini

cercano sentieri nuovi,

soli,

in un verde mare,

smarriti…


 

Nel tuo piccolo infinito

 

Nel tuo breve navigare

su di un legno senza vela,

su di un legno che non ha timone;

nel tuo breve navigare,

ti sei imbattuto in onde e vortici di tempesta

che sembrava mai volesse finire…

Nel tuo breve navigare

hai incontrato braccia di accoglienti porti

che mai agli ormeggi t’hanno legato

poiché non hai cime d’allacciare alle bitte

che pazientemente,

aspettano vagabondi vascelli…

Nel tuo breve navigare

in questo piccolo infinito,

tra lusinghiere stelle che già

la tua rotta hanno tracciato

e l’oscura faccia della luna,

hai attraversato arcobaleni

e su morbide nuvole riposato…

Nel tuo breve navigare

hai udito ammalianti sirene

e con i delfini dei tuoi sogni giocato…

sperduto

nel ventre del tuo piccolo firmamento

infinito…


 

E intanto cala la sua rete…

 

Bianche colonne all’orizzonte,

come Cariatidi,

sorreggono l’azzurro cielo.

Scavano la salmastra acqua

i remi del pescatore

e le pagaie del dilettante canoista.

Sulla battigia

non trova pace la candida spuma

che scava la sabbia

sotto i piedi di allegri ragazzetti

mentre lanciano sassi

che rimbalzano sull’acqua

e alla fine la bucano

e sfiorano sfuggenti pesci.

Voci gioiose

e garriti di gabbiani

bucano l’aria

nel vento disperdendosi.

E solitaria,

una vela sfugge al vento dell’amore,

del tuo amore…

E intanto cala la sua rete

il pescatore…


 

Orologio senza tempo

 

Da tanto tempo attendo questo ineluttabile momento.

Attesa mistificata,

attesa nascosta e quasi sempre ignorata.

Qualche volta anche bramata.

E ora che la sento svanire

si apre uno sconfinato spazio nero

pieno di niente

con una invisibile luce avvolgente.

Senza un prima né un poi.

Senza vento

né stella Polare né stella del Sud…

Tutto è smarrimento

e non c’è più orologio

le cui lancette possano spostare un tempo

che non esiste più…


 L’ALBERO DEI QUATTRO VENTI

 

L’albero dei quattro venti geme al calare del vento

dopo il tramonto

e lascia che cantino le cicale…

dolce frinìo estivo che le stanche foglie mette a tacere.

L’albero dei quattro venti

tutti e quattro li chiama

e si lascia cullare

e le foglie riprendono a frusciare.

L’albero dei quattro venti

è la mia fresca estate che mi lascia riposare.

E corrono le sue radici sotto i muri

e alzano le strade.

L’albero dei quattro venti vogliono segare

e non soffia più lo scirocco né il grecale, né la tramontana

e se ne va anche il maestrale.

Non più la luna si nasconde tra i suoi rami

e miei sogni non potrà più cullare…


 

L’OMBRA DEL DESIDERIO

 

Stracca, vaga una sconosciuta ombra

che si trascina un lamento, come di vento,

e rimbalza da una casa all’altra

in una sorda foresta di cemento

e bussa come mazzapicchio

alla porta del mio cuore…e mi dà il tormento…

Ma dimmi, chi sei, ombra di lamento?

Dimmi, qual è la causa del tuo tormento?

<< Sei tu che mi dai il tormento >> rispose l’ombra,

<< Tu che non sai liberarti del sepolcrale rancore

nei confronti di chi non ti diede ali

per librarti al disopra delle umane miserie;

e sono l’ombra del desiderio tuo

di cambiare il mondo…

Eppure io ti dico

che non devi avere rancore alcuno

poiché, se lo vuoi davvero,

potrai volare…


 

DANZANO LE ORE

 

Danzano le ore,

nell’orologio della vita.

I dardi del sole d’oro

sono le lancette che tengono le anime nostre

nel mutevole quadrante di nostra vita.

E danzan con la luna,

le ore cupe della notte.

Sfuggite ai dardi d’oro del sole,

nell’Ade si specchian, con la luna,

le anime morte…


Non strisci più

 

Ora che sfuggisti al piede dell’Immacolata

e alla spada dell’arcangelo Michele,

non strisci più col ventre sulla terra,

infido serpente

che rubasti i colori leggeri dell’arcobaleno

e ne facesti ali

e più in alto dei nostri pensieri voli

e d’amore canti nei cieli…

Ora hai ali e voli

e nulla ricordi più

di quando del maligno fosti l’incarnazione…


 

Vela solitaria

 

Spinta da un vento dolce di follia

l’ombra tua bruna s’allunga

mentre vai incontro alla luna,

bianca vela solitaria,

nel mare della vita.

Non più stelle nel tuo cielo

né canti di sirene vengono dal mare.

Gonfia di ricordi divenuti sogni,

senza nostalgia alcuna,

t’allontani da ogni umana rotta e,

nel gorgo del tempo che si fa spazio,

trapassi in altri mondi…


 

SORRISO DI RUDE MARINAIO

 

Com’eri leggero, piccolo bimbo colore dell’ombra,

quando t’aggrappasti al mio sorriso.

Leggero, leggero t’accoccolasti

nel mio cuore di rude marinaio.

Com’eri leggero…leggero, leggero

quando col tuo sorriso nascosto

t’aggrappasti al mio triste sorriso

di navigato marinaio…

Sentivo il tuo fioco respiro

che frustava il mio cuore

d’impassibile marinaio.

Sentivo il tuo respiro

che spingeva il mio cuore al galoppo.

Ma tu, piccolo bimbo colore dell’ombra

e occhi di notte stellata,

eri troppo leggero…

Leggero, leggero, con un refolo di vento

o forse con l’alito della luna,

leggero, leggero volasti

e sulla compiaciuta luna

il mio cuore con te portasti…

Leggero, leggero bimbo

colore dell’ombra

e occhi di notte di stelle…


 

BIANCHE STELLE

 

Bianche sono le stelle questa notte,

come la neve.

Bianche sono le rose che stringi sul tuo petto,

bianche come il candore del tuo cuore.

Bianche volano nuvole leggere

nell’addio sventolando come fazzoletti.

Bianco è il silenzio della neve che coprirà i tuoi ricordi

quando l’ultima tua rosa lascerà che il vento con sé porti

i bianchi petali dei tuoi ricordi…

Bianche sono le stelle questa notte,

come la neve.

E una dolce spina di bianca rosa

è rimasta nel mio cuore…