Natalino Stringhini - Poesie

Vita in città

Annegata
è la luna
in un mare di nebbia.

Foglie secche
sotto i passi di
un cammino
senza fine.

All’angolo,
un inutile semaforo
scandisce i ritmi
della città.

Dormono
ascoltando il vuoto
del silenzio.

 


 

Sardegna

Uno spicchio di luna,
stasera,
troneggia
sugli scogli opachi
del mare.

Nettuno
ha lasciato la reggia,
con lampi lucenti
attraversa
le scure ombre del nulla.

Negli abissi profondi
respira la vita,
gli ampi anfratti
si riempiono
di sicure promesse.

 


 

Macchie

Schizzo quattro pupazzi
nel libro
della mia vita.
Quattro pupazzi neri,
tristi,
terribilmente stanchi.
Quattro macchie
che si tengono per mano
navigando tra le pagine
ancora bianche.

Troppi pupazzi
esistono
nella mia vita
Tutti uguali
Tanto afflitti
Terribilmente stanchi.

Ma uno solo
è più spento
più melanconico di quelli.
E parla.
E ride.
E distrugge
tutto me stesso.

 


 

Lontano

Lontano
il cielo ceruleo
contiene sfumature
di rosa.

Viaggiare lungo la storia
come un infinito peregrinare
di attese e superate
stazioni.

Scorre tranquilla
la vita
aperta ad un futuro
che non mi è dato
sapere.

 


 

Lacrimano

Lacrimano gocce
di pioggia grigiastra
dalle foglie rossastre
dell’olmo,
nell’umido pomeriggio
del giorno dei morti.
Si sentono
vicine
presenze lontane
fermate lungo i tornanti
della nostra vita.

Vi percepisco
vivi,
nella trama dei rapporti,
come grani nerastri
di un rosario
terrestre.

 


 

Gemma

Inaspettata
goccia di rugiada,
imperlinata al sole,
intorno ad un tenue
virgulto verde,
stamattina.


dove i tronchi
parevano già
morti.

 


 

Dopo

Sussulto impacciato
nel cuore
della notte.
Istanze di futuro
cadute nel pozzo
della vita
da un ramo troncato
all’improvviso.

Ricordo un petalo
vagabondo
nell’etere caldo
della sera, sbadiglio
esistenziale
sul mondo dei viventi.

 


 

Briciole d’anima

Dietro finestre sbarrate
stanziano donne stanche.
Gli uccelli stralunati
cercano anziani
che da giorni sono
scomparsi.
Un terrore diffuso
si è impossessato
della città.

Scorre inesorabilmente
sotto ponti vuoti
l’acqua del Naviglio.
Milano ha perso
la sua anima:
“Lontani si sta più sicuri”.

Si cerca di vincere
gettando
nel vuoto
richiami d’amore.

 


 

Assunzione

Profumo d’incenso
in arcate di rossi mattoni
resistenti all’usura
del tempo.

Pavimenti slabbrati
da piedi di monaci
oranti nel tempio.

Perché portare fiori freschi,
piccoli,
insignificanti,
campestri?

Scoccano le sei:
l’ora del Vespro.
Esce,
come semplici api operaie,
un gruzzoletto
di monaci.

 


 

Ambiguità

Straccio
Il foglio bianco
della luna
in questa notte serena
di primavera inoltrata.

Stringo forte
nel palmo della mano
una ciocca di gelsomino
in fiore.

Profumi d’attesa
nell’ incerto procedere
delle ore
con il cuore proteso
nella ricerca di briciole
di futuro.

Prego, nell’incertezza
del domani
quando il sole avanzerà
nell’aurora.

 


 

 

Mentre aspetto

Arsura aspra
sulla terra riarsa
dal sole agostano.

Le cicale faticano a frinire
tra le pieghe
dei pini marittimi
in cerca di un riparo
quasi sicuro.

Solo l’ulivo
troneggia solido
assolato
prepotente
in mezzo alla piana.

Resiste  il mio cuore
nelle prove dure
della vita
aspettando….

Forse
il dolore del giorno

lascerà il posto
alla pace del Crepuscolo.


 

 

Magi

Adamantini

arabeschi ha disegnato 

stanotte il gelo 

sui vetri.

 

Seguo

con la punta del dito

indecifrabili

percorsi.

 

Anche quest’anno

i magi

hanno portato

oro,

incenso e

la mirra.

 

Dall’aurora

frugo 

in cerca 

delle loro impercettibili

tracce.

 


 

Povere parole

Povere parole

appese   

come usati fazzoletti    

ad asciugare al sole.

Si lasciano 

cullare lentamente

dal movimento del vento.

 

Disegnano   fraseggi

impercettibili

che il tuo cuore

può comprendere 

come attestazioni 

mute

d’amore.

 


 

 

Natale

Braccia tese

nel freddo intenso

della sera.

Un albero, coi suoi fratelli,

sull’estremo angolo dell’argine.

 

Trascino i miei passi

sull’erba irsuta, di ghiaccio.

La luna dall’alto

pietrifica le cose

in un bianco cimitero 

di montagna.

 

Mi colgo nel silenzio pungente

del nulla eterno.

 

Ed è subito il desiderio 

di una piccolissima fiamma

che bruci

l’albero, il bosco,

l’argine, il mondo,

la vita,

tutto me stesso.

 


 

 

Volto nuovo

Coglierò

a piene mani

i fiori della pianura

perché tu possa annegare

nel profumo semplice 

dei campi.

 

Raccoglierò,

tra le deboli speranze

di un mattino senza sole,

un bocciolo di rosa

perché tu possa conficcarlo

nell’esistenza.

 

A piedi nudi

camminiamo

nell’acqua fresca 

del futuro.   

 


 

 

Saluto a Zacinto

Pennellate 

di verde salmastro

su lapislazzuli

 di mare.

 

Stanno 

gabbiani immobili,

sassi   bianchi,

riarsi.

 

Ci   si muove

lentamente

alla ricerca di un porto:

Zacinto,

Zakynthos   amico. 

 


 

 

Due novembre

 

Correre, nella notte,

solo,

su un vecchio tram di periferia

nella bruma cieca della pianura.

 

Il faro

come stanco occhio scintillante

fruga nel buio

in cerca della via.

 

Notte tarda

del giorno dei morti.

I crisantemi sulle tombe abbandonati,

le preci cullano il trascorrere

del tempo.

 

Vita e morte confusi

in questo richiamarsi lento e dolce

del cuore teso

come una vecchia corda

di stonato violino

 nell’attimo stesso di spezzarsi.

 


 

 

Dolci poesie

 

Spazzare la polvere della storia

dai   davanzali    dell’io,

assaporando la pioggia

che scende copiosa

su territori aridi di bene.

 

S’insinua tra crepe profonde

fin alle radici della vita 

e al cuore pulsante della terra.

 

Prendi una tinozza   di colori

vivaci,

 ridipingi le stanze lasciate

vuote dall’uomo 

che si è perso nei labirinti oscuri 

della sua onnipotenza 

perduta.

 

Naviga alla ricerca dell’isola 

del tesoro:

troverai sepolte   dolci   poesie

lasciate da vecchi lupi 

di mare. 

 


 

 

Lucciole

Profumi buoni

di   pioggia vicina,

appena dietro

il ballatoio 

di casa.

 

S’adagiano 

profondi silenzi

sulle siepi dei giardini.

 

Piccole lucciole

splendenti

si accendono

sopra i contenitori

della città.

 

Non c’è spazio

per dimenticare

gli incontri.

 


 

Ghirlande

 

Petali di fiori

appesi 

in ghirlande

ai balconi del tempo.

Orizzonti incandescenti 

dell’estate:

nella vigna maturano

grappoli   d’uva dorata.

 

Non bisogna uccidere

alcun figlio d’uomo,

il futuro sta

negli anfratti 

neri del presente.