Natalino - Poesie

7 FEBBRAIO 1987

 

Non è mai detto

ma sempre ti sente.

Non è mai scritto

ma sempre mi legge.

Negli occhi che furtivi

carpiscono lo sguardo,

nel pensiero che lucido

comprende il messaggio,

nel riso che smorza

il bisogno ed il coraggio.

Sarà saggio

dirti che ti amo,

che mi sento strano:

che voglio tenerti lontano

e prenderti per mano.



SALVEZZA

 

Sicuro solo delle incertezze

barcollavo tra i pensieri

chiudendo poco gli occhi

per vedere e non vedere,

senza mai capire.

Inciampato nella vita

ho incontrato te.

Come fiore sorride,

inconsapevole essendo dono,

così meravigliato

hai i miei giorni

e stellato le mie notti,

senza senso senza te.

Amore, fragile fiore,

sicura bellezza

che mi racchiude;

… e tutto vedo chiaro

essendo tu ormai parte di me.

 

a Cinzia con amore profondo



BRICIOLE

 

Verità del vivere,

inesauribile frammento

da scorrere,

scintille di un fuoco

inappagato;

nel secco, nel rigido,

all’ingrato

quel ramo si sacrifica

all’umano

è scoppiato, si è placato:

nota del suo brano.

 

Con gratitudine da un perenne adolescente a tutti i familiari



GRAZIE (oggi più di ieri e sempre con te)

 

Il tempo corre;

nulla importante,

il respiro affanna.

Eppure silente

Meraviglia accompagna

e improvvisa significa

cose e persone …

dentro.

Scorci, movimenti

particolari, comportamenti

condivisi, intimi:

come a volte vedi

il calore della luce

di un crepuscolo

o la ferma vivacità di un fiore.

Armonie percepite

di un segno che

tutto in se racchiude.

Il tempo tace;

mi serve darti un segno

del mistero da te svelato.

Come ieri

un fiore sarà con te;

oggi e sempre però

perché ho capito

quello che

con i tuoi occhi

vedo.



MALINCONIA

 

Soffia

sui vetri fragili

il vento

ed eco rimbalza

e dentro sento

come se …

e lascio così,

com’è.

Ora battiti si frangono

sulle rocce che il cuore

frana

dagli occhi sapidi

e mare rimbalza

e dentro sento

come se …

e lascio così,

com’è.



2° CANCELLO A DESTRA

 

Perso, arrivo,

sempre povero

della felicità

che pure spesso illude.

Pesanti orme

lento lascio

anonime

nella sabbia.

In breve però

i sensi immergo

tra spiaggia e mare.

Preso dagli ami di coffa,

lieto galleggio

in ricordi lontani

mentre vecchie bandiere

strappate vivono

con quelle chiacchiere

schiette

che nulla scoprono

meravigliando il banale.

Il vento accompagna e sale.

Accolto ricambio

felice

il semplice sentire,

libero in armonia,

tutto percependo

come fosse anche mio



L’ARTIFICIO

 

Non mi piace l’ombrello,

è un attrezzo che detesto;

so’ capace di tenerlo chiuso

per avendolo appresso.

Ma qualche volta, con volontà,

lo scordo

e la pioggia di piglià

mi pare bello.

Leggi e ascolta

che un po’ di verità

ne venga tolta:

stavolta la pioggia la cercavo,

volevo mi bagnasse

per farmi senti’ affannato …

e poi, a la porta, rinato

e incazzato per essermi fracicato.

E’ un artificio di Ragione

da farti pensa’ d’essere coglione,

per ricordarmi che non sempre è sole

e che c’è sempre da guadagnà un portone.

Io li affanni non li cerco

ma li trovo e me lascio rosicchià

ma non mi consolo

che puro così intaccato

a tirà le fila sia sempre Il Fato!

 

a mio figlio Marco. Vita nova ardet



SENZA PARTICOLARI PROBLEMI

 

Ti vedo

spalle curve e capo chino

sguardo a terra, fisso,

che non segue il cammino.

Incerto avanzi

allungando i passi,

accompagnandoli a volte

col busto.

Irridente ti sento.

Fiducioso

ti volgi al futuro

da cui non sarai offeso

avendolo già vissuto:

tra i molti, distante,

vicino,

ma sempre solo

fin da bambino.


 

 

Grazie … abbracci tra noi

 

Un segno

che lento cominciò improvviso

a saldare noi singoli in gruppo.

Brace e …

Non riesco a pronunciarla ‘sta parola,

suona la campana,

“attento che ‘mo scola!”

Siamo parte dell’unica sostanza,

insieme,

indivisibili anche se lontani;

perché negli anni ferma è la ricetta.

Quello è il segno che ci riconobbe uniti:

attenzione ai particolari,

sfanculando alla bisogna

giusto, prescritto e pure la cipolla,

conoscendo tradizione e pure il suo valore.

AMATRICIANA, sei tu che ci hai capiti!

Ciao Ciccini!



COSI’ SEI PER ME

 

Salutarti non vorrei:

solo stringerti la mano

con l’abbraccio di chi

senza te rimane.

Destino volle sempre

metterti alla prova;

e forte il cuore resse

frangendo la ragione

che orgoglio chiedeva

di seguire altrove.

Come avendo già vissuto,

fermo dentro te sicuro,

con volontà, senza peso, ti sei dato.

“Maestro” – direi per salutarti,

senza ingannarti:

senza insegnare

sei stato esempio.

 

ad Enzo D’Agostino con affetto e stima