Noemi Repossini - Poesie e Racconti

Amore e Follia

 

Amarsi,

quando fuori esplode il temporale.

Stringerti forte,

quando la paura

mi prende alla gola.

Rispecchiarmi

nei tuoi occhi.

Ritrovare la mia anima

in quell’abbraccio.

Capirti e ritrovarti

in quelle lacrime.

Forse non ora,

forse in un’altra vita.

Sì forse in un’altra vita.


Alba

 

Alba,

luce che filtra

uscendo dal mare.

La luce

ti avvolge,

portando con sé

la sua migliore energia.

Un nuovo giorno

pieno di sogni

ha inizio.


Sguardi

 

Mi chiedi

di cosa ho paura.

Non so cosa risponderti.

Forse di tutto.

Forse di nulla.

In fondo

è solo paura

di soffrire.

Ma tu mi guardi

e se mi specchio

in quegli occhi

la luce filtra più forte

da quelle crepe.

Piano piano

mi fido

e ti mostro

il mio mondo.


Un abbraccio

 

Abbracciare

per sentire l’energia dell’altro.

Quello scambio

tra pelle e anima.

Un abbraccio

per sentirsi protetti

all’interno di quella luce.

Un abbraccio

e le parole

si annullano

in quella magia.


Istanbul

 

Profumi, spezie

e poi i tuoi occhi,

scuri, profondi

una calamita per i miei,

mi rubano l’anima.

E poi colori, voci, risate

il bazar si anima

e noi balliamo,

fra quel blu e quel rosso.

Balliamo.

Balliamo.

Sul nostro piccolo mondo.

Ridiamo,

le anime si parlano

nel silenzio

di quegli sguardi.

E poi ancora,

profumi, spezie

e i tuoi occhi

scuri e profondi.

Un ricordo

vivido del passato

o un bellissimo sogno?


Scoprire

 

Scoprire

la felicità

nei piccoli gesti.

Scoprire

l’amore

negli occhi.


 

 

Sorprese

 

Imparate

a lasciarvi sorprendere

dalla vita

e dalle persone.

Lasciate

che l’energia dell’universo

vi guidi.

Farete scoperte

meravigliose!


 

Neve

 

La prima neve

imbianca il paesaggio.

Vola veloce il tempo.

Un sorriso sbuca

dalle coperte

e due braccia forti

stringono

una ragazza

al petto.

Emozioni

volano nell’aria.


Paura

 

“Ho paura”

lo dico e mi sento

più leggera.

Stringo forte

la tua mano,

ho bisogno

di non sentirmi sola

mentre lo dico.

Mi baci

e la paura

piano si allontana.

Forse tornerà,

ma ora so come affrontarla.


 

La mia piccola Viserba

 

Sono in spiaggia, sdraiata su un lettino. Il sole è alto nel cielo, ma in quanto sole di fine agosto non è eccessivamente caldo. C’è anche una fresca arietta che mi accarezza dolcemente i riccioli ribelli che mi cadono morbidi sulle spalle. E’ un’aria settembrina e mi ricorda che le vacanze stanno per finire, che dovrò fare rientro a scuola e quindi a Novara.

Viserba, un quartiere di Rimini, con lei ho un legame molto forte, probabilmente perché sono diciott’anni che vengo in vacanza qui. Per quanto si possano visitare nuovi posti o fare un giro intorno al mondo, almeno una settimana a Viserba deve essere fatta. Un piccolo soggiorno in questa piccola città che mi ha visto crescere: mi ha visto bambina giocare sulle sue spiagge e muovere i primi passi, poi adolescente con le prime cotte e le prime uscite serali per quelle strade e quelle spiagge che sembrano volerti proteggere. Infine mi vede maggiorenne organizzare le uscite a Rimini con la compagnia e trascorrere le prime vacanze da sola con le mie amiche. Ogni anno lei è sempre lì, come se mi stesse aspettando, mi accoglie calorosamente ed è come se non me ne fossi mai andata. E’ pazzesco come una città possa entrarti dentro, come diceva un famoso autore in un suo libro “quasi rubarti l’anima.”

Oltre al luogo naturalmente ci sono anche le persone, sempre pronte a darti una mano. Sono loro che riescono a farti sentire pienamente a casa. Ecco la nonna, la potete vedere comodamente seduta sulla sua sedia preferita con i gomiti poggiati sui manici per poter tenere più vicino il libro che sta leggendo. Sta silenziosamente combattendo una battaglia con il vento che cerca ripetutamente di muovere le pagine, ma le dita della sua mano, lievemente toccate dall’artrosi tengono i fogli saldamente fermi. I grandi occhiali sono calati sul nasino piccolo e lo sguardo corre veloce sulle pagine del suo libro. Le sue stanche gambe, segnate dall’età, sono allungate su di un lettino per migliorarne la circolazione mentre soffi di vento fresco scompigliano i suoi corti capelli grigi.

Poi c’è Alice, sdraiata all’ombra sopra un comodo lettino. Deve avere freddo visto che si è presa due asciugamani e si è raggomitolata su un fianco. Da quella montagna improvvisata di coperte emerge solo il viso circondato da una massa scura di capelli mossi schiarita da qualche treccina ribelle. Sembra che stia ascoltando della musica nel uso i-pod, ha lo sguardo perso lontano mentre cerca di coprirsi da un freddo che gli altri non percepiscono.

Manco solo io, attenta osservatrice, che guardo questa scena e poggiata ad un tavolino improvvisato cerco con la mia mano veloce di lasciare un ricordo sulla carta bianca di ciò che i miei occhi attenti stanno osservando. Gli occhi restano celati dietro uno scuro occhiale da sole per poter osservare senza fretta le persone. I miei morbidi ricci cadono morbidi sulle spalle mentre un dread ribelle mi cade sul viso e interrompe la scrittura giusto il tempo di spostarlo delicatamente con un gesto veloce della mano.

In sottofondo il rumore del mare che un po’mosso infrange le sue onde sugli scogli. Musica per le mie orecchie attente. Vorrei non smettere mai di sentirla.