Paola Dondona - Poesie

NINNANANNA PER IL KOSSOVO

Dormi, bambino mio, dormi,
chiudi i tuoi
grandi occhi spaventati.

Hai visto forse cadere
la rossa pioggia
che ti ha imbrattato il capo?

Hai forse visto piegarsi
l’erba sotto i pesanti passi
di mille ombre fuggiasche?

Hai forse udito il rombo
del tuono del lampo metallico
che viene dal cielo?

O sarà stato un sogno
un incubo, un errore
di un dio distratto
e lontano
ignaro
dei tuoi occhi….

Ma ora dormi, bimbo mio, dormi
cullato dalle onde,
sogna,

chiudi per un poco gli occhi
i tuoi grandi occhi
spaventati.

30/03/99

(da “Pietra e corda”, Serarcangeli, 2003)


SE C’E’ UN DIO

Se c’è un dio…

Credo
in un dio
senza armi e senza bandiere,
che non ha bisogno di eserciti
per difendere le sue idee;

che non accende roghi
dove bruciare i suoi oppositori,
che non lapida donne
e non calunnia i diversi da sé,
che non infligge mutilazioni
che non taglia gole
e non mozza mani;

che non urla nelle piazze
a folle di gente
ma parla piano nel cuore di ognuno
poche semplici parole,
che sa vedere ogni singolo singulto
e ascolta paziente
ogni pensiero sepolto nel profondo.

Credo in un dio
che non ha bisogno
di convincere qualcuno a seguirlo
e obbedirgli,
che non abita alcuna casa
ma si rifugia in ogni tronco d’albero
in ogni foglia tremante
in ogni alito frusciante di vento.

Credo in un dio
che non ha paura dei dubbi
che si nutre di domande
e diffida dalle troppe certezze
e rifiuta di rimanere
sempre simile a se stesso.

Credo in un dio
che sappia la pietà e il dolore
che si volga a guardare
la nostra profonda imperfezione
e ci tenda la mano
per farci rialzare.

13/02/2001
(da “Pietra e corda”, Serarcangeli, 2003)


PIETRA E CORDA

Nel bosco la ghiandaia
mi ha detto:

pietra e corda abbiamo
fra le mani.

Non tiriamo la pietra
non spezziamo la corda.

Pietra e corda teniamo
fra le dita.

La pietra serve
per costruire.

La corda serve
per tenerci assieme.

Non lanciamo la pietra
non tagliamo la corda.

Pietra e corda sono nostre
nelle nostre mani.

Questo mi ha detto la ghiandaia
passando nel bosco.

16/05/2002
(da “Pietra e corda”, Serarcangeli, 2003)


ERAVAMO FILI DELLA STESSA TELA

Eravamo fili della stessa tela
abitanti della stessa terra
animali della stessa specie
erbe dello stesso prato

eravamo
sì eravamo
anelli della stessa catena

non camminiamo scalzi
sulla ruvida terra madre
la neve ha addormentato dentro
il pallore ha smesso d’illuminare,

freddo, e fuori
brulica d’impazzite schegge

il sorriso sì
il candore sì
lo scarno candore dell’essenziale
che intreccia fili colorati

fili della stessa tela
abitanti della stessa terra
animali braccati della stessa specie
anelli arrugginiti dello stesso bracciale.

(20/12/2013)
(da “Gatto bianco, gatto nero”, inedito)


 

Stanca tremante scalza
arranca
sulla collina del golgota

al seguito
di chi porta croce
al calvario.

Attonita attende
Maria Maddalena
resurrezione.

(30/05/2014)

Non chiedermi
se ho sonno fame o freddo
ho sonno fame e sete
cerco pace
silenzio
armonia
ho fame e sete
di giustizia

(19/07/2014)
(da “Gatto bianco, gatto nero”, inedito)


DIVIDI ET IMPERA

Dividi et impera
dividi et impera
dividi dividi dividi
sono io che vi comando

per pelle e colore
per sesso e religione
se alto se basso
per mestiere ed opinione

voi fatevi a brani
non volgete la testa
intanto tranquillo
vi faccio io la festa

sparatevi addosso
annegate nel mare
usate le armi
nel nome di un dio

le armi le ho vendute
ve le ho vendute io,
intanto uso il petrolio
e vi rubo i diamanti

vi prendo il cacao
il caffè ed anche l’oro
le vostre donne sfrutto
e schiavi anche i bambini

col coltan ci faccio
cellulari insanguinati
non ve ne accorgete
con quelli vi insultate

dividi et impera
dividi et impera
voi morirete poveri
io annego nel mio avere

il mio unico dio
la sete di potere.

(19/04/2015)
(da “Gatto bianco, gatto nero”, inedito)


 

Figli del caso e non di un dio
ché di qualunque dio fate bandiera

c’è a chi conviene tanto l’ignoranza
che in armi mette l’uno contro l’altro

e tutti burattini senza testa
senza fermarsi mai un istante per pensare

E intanto terra e vite distruggiamo
cerchiamoci un dio ma per amare

(20/08/2015)
(da “Gatto bianco, gatto nero”, inedito)


 

800 piccoli fiori
sui prati d’Irlanda
800 fiori nati
sotto la pioggia
dal cielo d’Irlanda

nascosti occultati
piccole voci piangenti
soffocate dal subito buio
voci mormorate e negate
senza ascolto e vergogna

800 piccole ossa
sotto i verdi prati d’Irlanda
800 piccoli fiori
che non sono sbocciati
in Irlanda.

04/03/2017
(da “Nella stanza chiusa”, inedito)


DELLE CAUSE E DEGLI EFFETTI

Soffia testardo
è freddo è vento
e questa sedia traballa
vedo vacillare muri
non c’è terremoto
era un posto sicuro prima,
quanto prima?
non so
La grotta la capanna
la casetta la villa
il monolocale
la baracca
è questo che fà paura
il vento che fischia
la porta che sbatte
l’aria che entra e il buio
l’incerto e l’ignoto
il pavimento che scivola
la borsa vuota
il tetto o la strada.
Allora ecco
esco e mi giro
il primo che passa
mi ruba qualcosa
non lo conosco, non l’ho mai visto
ma è lui
di certo è lui
la causa.
Il tetto trema
la luce brontola
il forno spento
la tv accesa, il pc acceso
bevo l’odio e mi calma
il mio letto è cemento
il mio lavoro incerto
non ho più àncora
sicuramente è lui
l’ho visto fuori e piangeva
non voglio piangere io
il vento sbatte
lo porti via.
19/04/2017
(commento a “Stranieri alle porte”, Zygmunt Bauman, 2016)
(da “Nella stanza chiusa”, inedito)